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Verso le Provinciali 2023. Nella conversione a destra del PATT, il senso pieno della coerenza di CASA AUTONOMIA.eu

Da Paola Demagri 18 Febbraio 2023

Il sogno di Fugatti sta per diventare realtà. Perché in fondo, che lui sperasse di avere gli autonomisti dalla sua, l’ha sempre dichiarato. Così quando l’ala destra del Patt si è presentata al suo cospetto a chiedere poltrone in cambio di sostegno, il suo sì è stato molto facile da dire.

Meno facile invece è stato per la corrente oscura del PATT, convincere l’intera base autonomista a cambiare collocazione d’arco costituzionale dopo 25 anni di militanza e protagonismo nel centrosinistra autonomista. Per questo le “pillole indorate” della dirigenza di partito sono servite a poco. A smascherare fiumi di comunicati stampa pieni di fumo e ipocrisia, non ci sono soltanto l’evidenza e gli annunci dei “fratellisti”. Rumors romani, danno in queste ore, sempre più per certo l’accordo di Lega e Fdi anche a livello Trentino. Inglobando quel che resta del povero Patt. Perché a credere ancora alle rassicurazioni della dirigenza di partito, sono rimasti davvero in pochi. E il tatticismo temporale per tentare di sdoganare l’inaccettabile col metodo dei piccoli passi affiora sempre più.

Entro breve, gli autonomisti storici si troveranno alleati dei discendenti politici di Almirante. Con la benedizione del vecchio caro Durnwalder. Il quale, chiamato dalla stampa locale in evidente aiuto al Patt, è arrivato a sdoganare persino Fratelli d’Italia. Alla faccia del compianto collega Silvius Magnago.

Ci avrà provato contando sul fatto che tra le file di un partito di raccolta c’è di tutto. Ci sono dunque destroidi impenitenti, ex leghisti, conservatori e persino imprenditori che hanno tutto l’interesse a coltivare amicizie governative. Ma c’è anche l’ala sociale, quella sensibile agli argomenti legati alla solidarietà, quella lontana dallo statalismo e dal nazionalismo. Quella che non si piega all’offerta di poltrone, quella che non abbocca al racconto di  un inverosimile progetto politico dove la lega lascerà FDI alla finestra vincendo col solo aiuto delle civiche e del PATT.

Questo trasformismo non fa per noi. In CasaAutonomia.eu ci sentiamo affezionati a quell’alveo ideologico che occupiamo da 25 anni. E abbiamo tutta l’intenzione di rimanerci evitando di farci trascinare dal pifferaio magico che è la destra nazionale.

Ecco perchè i fatti di queste ore, cioè quello che stanno combinando gli autonomisti storico identitari, spiegano molto bene il perché del nostro Movimento. Rendono palese il senso della creazione di una nuova lista civica autonomista. Avrà il pregio di essere l’unico schieramento popolare e progressita a rappresentare gli autonomisti in seno all’Alleanza democratica per l’Autonomia.

Non siamo in pochi e non siamo nemmeno i più contrariati. In queste ore ci sono dei tesserati che hanno deciso di bruciare la tessera di partito e postare l’orribile gesto sui social. Oppure hanno scelto la strada della dignità esprimendosi in un assordante silenzio

I “ve l’avevamo detto” ormai contano poco. Purtroppo la strada è tracciata e la romanizzazione del PATT è pressoché completa. Lega, Fratelli D’Italia, tutto il peggio che l’Autonomismo più genuino ha sempre combattuto ora fa parte indegna di quel che resta dell’orgoglio di uno splendido fiore alpino.

Il direttivo di CasaAutonomia.eu

18 Febbraio 2023 0 Commenti
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I giovani esigono da noi un cambiamento. Non è possibile pensare ad un futuro migliore se non si affronta la crisi ambientale.

Da Paola Demagri 12 Febbraio 2023

Con i rincari dei carburanti dovute alle fluttuazioni geopolitiche e con i problemi ambientali sempre più pressanti si sta cercando una soluzione per ridurre le emissioni CO2 ma anche la spesa e l’impatto economico. A Bolzano è da anni che si è fatto una progetto sperimentale per far andare i mezzi pubblici ad idrogeno e vi sono stati sviluppi interessanti ripresi anche dalla stampa nazionale link

A livello di coalizione è auspicabile proporre come punto programmatico uno studio di fattibilità su un progetto “identico” di mobilità sostenibile ed un piano quinquennale d’investimento da sviluppare con Trentino Trasporti. 

Dico un piano quinquennale perchè sarà una spesa non indifferente e spalmata su 5 (o 7 anni) può risultare meno impattante per le casse pubbliche e per quantificare servono due cose: 1. studio di fattibilità; 2. confronto con la provincia di Bolzano.

Si otterrebbe riduzione di emissioni e con produzione in proprio dei carburanti (idrogeno) si riuscirebbe ad evitare la fluttuazione dei prezzi di combustibili (diesel, benzina, metano) dovute alla geopolitica.

Altra proposta riguarda il settore “Trasporti” ossia rendere obbligatorio per gli operatori del settore “trasporto persone” la possibilità di scelta per l’utente di poter compensare la CO2 emessa con il viaggio mediante un piccolo supplemento. 

Un sistema già in uso dalla compagnia FlixBus (Viaggia in autobus in modo sostenibile | FlixBus) e che è facoltativo per l’utente oltreché non impattante (Trento-Milano, 15 cent di supplemento). Ci sono molte persone sensibili in materia ambiente e dare la possibilità – a chi vuole – di pagare qualcosa in più che andrà poi a sostegno della piantumazione di alberi piuttosto che alla lotta al bostrico non sarebbe male. E’ un sistema quello di FlixBus che se istituzionalizzato potrebbe essere comodo strumento per una maggiore sostenibilità.

Inama Valentino

12 Febbraio 2023 0 Commenti
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Reparto di Ortopedia e Radiodiagnostica di Cavalese, la Pat sceglie il privato

Da Paola Demagri 11 Febbraio 2023

Il Governo Provinciale ha intenzione di valorizzare le strutture sanitarie pubbliche o punta tutto sul privato? Questa domanda, purtroppo, ha ormai una risposta chiara, come sottolineato dall’ultima decisione dell’Apss riguardo ai servizi di Ortopedia e Radiodiagnostica dell’Ospedale di Cavalese. Il Direttore Generale Ruscitti ha infatti deciso di concedere alla società privata Dolomiten Trauma Clinic S.r.l. l’accreditamento di un anno per la funzione strutturale ambulatoriale, la funzione operativa di assistenza specialistica ambulatoriale (nella disciplina di ortopedia e traumatologia) e l’attività di diagnostica per immagini (risonanza magnetica e radiologia) per l’ospedale di Tesero. Il tutto a discapito dell’Ospedale pubblico di Cavalese, che avrebbe potuto offrire lo stesso servizio, come sottolineato dalla consigliera Demagri di Casa Autonomia.eu nella sua interrogazione, depositata assieme al collega Dallapiccola, nella quale si chiede appunto se i reparti di Ortopedia e Radiodiagnostica non siano in grado di far fronte da soli alle richieste senza doversi accreditare alle strutture private.

“È ormai chiara l’intenzione di questa Giunta di andare verso una privatizzazione sempre maggiore dei servizi – spiega la presidente del Movimento Casa Autonomia.eu, Paola Demagri -. E questa è solo l’ultima di una serie di decisioni prese negli ultimi quattro anni, che mostrano senza ombra di dubbio come la maggioranza preferisca delegare i servizi ai privati piuttosto che migliorare il sistema sanitario pubblico. La dice lunga per esempio il fatto che non si riescano a trovare visite in attività istituzionale, né a breve né a lungo termine”.

“Il tutto è ovviamente legato allo stillicidio di professionisti che l’Azienda subisce passivamente ormai da anni, all’incapacità della Giunta di trovare modi di rendere attrattivo il nostro sistema sanitario provinciale e alla scelta di modelli organizzativi tra Ospedali di Valle e Ospedale Centrale, tanto promossa dalla Giunta leghista quanto inefficace, dato che ancora non è riuscita a trovare professionisti in grado di sopperire a tutte le carenze”, prosegue Demagri.

Ribadisce: “Non solo, ma in questo periodo chiunque abbia cercato di prenotarsi per delle visite, ma soprattutto per degli esami strumentali, si è sentito dire dai dipendenti dell’Azienda che sarebbe più opportuno rivolgersi all’esterno, soprattutto nell’ambito della Radiodiagnostica, dell’Endoscopia, dell’Oculistica e anche di altre specialità”.

“L’idea di integrare, non sostituire, temporaneamente i servizi pubblici con quelli privati non sarebbe neanche sbagliata, se questi ultimi rappresentassero un miglioramento delle prestazioni. Purtroppo però pare che l’iniziativa che si sta avviando ora in Val di Fiemme, non preveda la presenza del Radiologo in struttura, ma il consulto con lo stesso da remoto. Perchè allora non utilizzare questa modalità anche per il personale dell’Azienda sanitaria? Inoltre tutto ciò che verrà elaborato all’interno di questo ambulatorio privato non sarà condiviso in rete con l’Apss, rendendo difficoltoso l’accesso ai risultati degli esami in occasioni di visite successive presso strutture pubbliche come può essere l’Ospedale di Cavalese. Mi chiedo quindi perchè non si possa richiedere la condivisione dei dati con l’Azienda sanitaria”, conclude Demagri.

11 Febbraio 2023 0 Commenti
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Il dilettantismo istituzionale è un rischio per l’Autonomia – di Doriano Valer

Da Paola Demagri 11 Febbraio 2023

Certo non sono un esperto della normativa che regola i rapporti istituzionali e amministrativi tra la PAT e il governo centrale, e non mi sognerei mai di indicare una via da seguire, ma da cittadino attento alle vicende politiche un certo timore e una sensazione d’insicurezza pervasiva ricorre spesso nei miei pensieri. Più di una volta mi sono espresso per denunciare una deriva incontrollata della guida Trentina; il servizio sanitario sta peggiorando di giorno in giorno, si ricorre sempre in maniera intensiva alle prestazioni di gettonisti, professionisti utilizzati per garantire il servizio sanitario, ma a quale costo?

Bene, come denunciato da un servizio del tg3 regionale l’attuale spesa sanitaria è aumentata di 180 milioni a cui vanno aggiunti i costi di disagio di professionisti e utenti; chi di noi ha cambiato posto di lavoro mantenendo la stessa mansione si è trovato inevitabilmente nel primo periodo a diminuire le proprie prestazioni. Comprendere la nuova organizzazione lavorativa, avere padronanza dell’ambiente lavorativo inizialmente assorbono gran parte delle energie, e se per il privato imprenditore rappresentano un investimento per l’utente della sanità rappresentano un rischio.

Il governo Trentino espresso dalla giunta Fugatti ha inanellato una serie incredibile di norme provinciali impugnate dal governo nazionale o rigettate dai tribunali civili, ricordiamo la vicende sulle chiusure dei negozi, bonus bebè, normativa sui contributi fotovoltaici, nomine o allontanamento di dirigenti provinciali non in linea con requisiti o inequivocabilmente reintegrati per volontà dei giudici e l’ultima questione, ma non per importanza, l’impugnazione della norma sulla convenzione idroelettrica.

Credo che tutto questo evidenzi un dilettantismo istituzionale che poco si coniuga con la norma sull’Autonomia differenziata, i personalismi politici devo essere assolutamente abbandonati, non è possibile pensare di fare il bene dei Trentini isolandosi nelle convinzioni ideologiche di partito. Va riallacciato il rapporto con Il Presidente Arno Kompatscher, la Regione Trentino Alto Adige deve proporsi nei confronti di Roma in maniera coesa, con un’unità d’intenti. Il nostro Presidente dovrebbe ricordarsi che prima di tutto è un governatore e non un esponente politico in continua campagna elettorale; ma capisco che rimostrare le necessità territoriali in un partito verticistico in cui l’unico valore riconosciuto è l’assoluta fedeltà, risulta molto difficile!!

La partita dell’Autonomia differenziata dovrà superare l’antagonismo partitico, il tema è talmente delicato che non può essere campo di sfida tra correnti diverse di pensiero. Mi sentirei più tutelato da un comitato regionale composto dai vari politici che sono stati e sono al vertice della politica Trentina e Altoatesina, capaci di accantonare le divergenze politiche e esprimere compattezza di idee, programmazione e una visione comune.

Abbiamo bisogno di dimostrare e chiarire ad ogni incontro politico qual è stata la nostra storia Autonomista, di chiarire che l’autogoverno è il metodo per concretizzare i valori di distensione, accettazione delle culture e delle diversità linguistiche che hanno reso il nostro Territorio unico.

MI chiedo se sarà possibile vedere Lorenzo Dellai, Ugo Rossi e il Presidente Fugatti incontrarsi con Arno Komptascher e Philipp Achammer e predisporre un comitato tecnico capace di assicuraci la migliore opzione nella trattativa stato Regioni e Provincie Autonome. Per i Trentini questo impegno farebbe onore al pensiero di De Gasperi che diceva “Un politico guarda alle prossime elezioni. Uno statista guarda alla prossima generazione”.

Doriano Valer

11 Febbraio 2023 0 Commenti
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Invecchiamento della popolazione: opportunità o rischio?

Da Paola Demagri 9 Febbraio 2023

Martedì 7 febbraio, a Sanzeno, i Movimenti Casa Autonomia.eu e Campobase si sono riuniti per parlare alla popolazione del problema demografico in una serata dal titolo “Invecchiamento della popolazione, opportunità o rischio?”. Presenti all’incontro i consiglieri provinciali di Casa Autonomia.eu, Paola Demagri e Michele Dallapiccola, i rappresentanti locali di Campobase e una serie di professionisti esperti che nel corso della serata hanno condiviso il proprio parere sull’argomento. Grande affluenza da parte dei cittadini, oltre che di sindaci, amministratori e presidenti delle Apsp di riferimento, che hanno riempito la magnifica sala di Casa De Gentili, dove si è tenuto l’incontro.

Aprono la riunione i consiglieri Demagri e Dallapiccola, del Movimento Casa Autonomia.eu, che nei loro interventi dipingono un quadro molto chiaro dello stato demografico del Trentino. “Nella nostra Provincia i dati indicano la presenza di un 23% della popolazione sopra i 65 anni, in contrasto con il 16% dei minorenni – esordisce la presidente del Movimento in giallo, Paola Demagri -. Vuol dire che per ogni 100 giovani abbiamo 167 anziani e la situazione non migliorerà negli anni. Infatti gli studi effettuati evidenziano come entro il 2050 dovremo aspettarci un raddoppiamento nel numero di anziani rispetto ad oggi. Un dato strettamente legato all’aumento dell’aspettativa di vita della popolazione, che, se da una parte rappresenta un successo, dall’altra significa anche un aumento dei casi di malattie croniche e degenerative, mettendo in ulteriore difficoltà un sistema che già ora fatica a soddisfare i bisogni degli anziani. Qualsiasi attività programmatica in vista del 2023 degna di questo nome deve quindi prendere in considerazione la realtà e proprio per questo noi di Casa Autonomia.eu e i colleghi di Campobase abbiamo invitato dei relatori, che, attraverso le proprie esperienze e competenze inquadreranno la situazione a 360 gradi”. 

I nuovi bisogni degli anziani e l’Infermiere di Comunità

Passa quindi la parola a Maria Brentari, Presidente Commissione Albo infermieri e Specializzanda Infermiera di Famiglie e di Comunità: “Davanti ad una popolazione che invecchia dobbiamo puntare alla prevenzione, ad un’educazione alla salute volta a ritardare la non autosufficienza. Una situazione che richiede soluzioni radicali come quella di attuare un modello sociosanitario integrato, per garantire una continuità assistenziale che riporti al centro la persona. Dobbiamo difendere il Sistema Sanitario Pubblico, perché la privatizzazione porta con sé ingiustizia e non risposta alle cure, andando ad acuire la disuguaglianza sociale. Abbiamo bisogno di risposte più coerenti e innovative. Non possiamo avere servizi che si bloccano perché manca personale”.

Un nuovo modello per la medicina generale

Prosegue il dottor Galuppi, Medico di Famiglia: “Nella società odierna stiamo perdendo il rapporto medico-paziente. Una perdita gravissima, in quanto questo rapporto, quando sano ed efficiente, permette sì di curare la malattia, ma soprattutto la persona, portando a migliori risultati di lungo periodo. Per questo dobbiamo avviare un dialogo per produrre qualcosa di innovativo e sperimentale, prima di arrivare al punto di non ritorno. Per avere successo tutti dovremo rinunciare a qualcosa in termini di quantità a breve termine, ma con l’obiettivo di guadagnare in qualità a lungo termine, pensando anche a ciò che lasceremo alle generazioni future”.

L’anziano volontario e fruitore del volontariato : le due facce della medaglia

Ha proseguito nella relazione la presidente dell’AVULSS Paola Curti, con un messaggio molto forte: “C’è la necessità di trovare nuovi volontari che possano dare il loro contributo nelle attività che sono tipiche del nostro tessuto sociale trentino. Ed è proprio qui che una popolazione anziana in salute può rappresentare una grande opportunità, in quanto un anziano in grado di donare qualche ora all’attività di volontariato è una risorsa preziosissima, sia per il territorio che per sè stesso. Infatti quando si fa volontariato si fa del bene a qualcuno, ma quel bene torna immediatamente al volontario stesso”.

Opportunità o rischio?

Continua la psicoterapeuta dell’invecchiamento Paola Taufer, che nel suo intervento fa riferimento al benessere della persona, allo stato di salute e alla necessità di condurre una vita il più possibile felice, in quanto la felicità è direttamente correlata al benessere della persona stessa, specialmente per quanto riguarda gli anziani, che spesso vediamo cadere in situazioni di solitudine e depressione. Se invece si riesce a mantenere l’anziano attivo ed in salute, sia fisicamente che psicologicamente, egli diventa fonte inesauribile di energia, di idee e di competenza, innescando un circolo virtuoso in cui la comunità supporta l’anziano e questo in cambio supporta la comunità, rimanendo un membro attivo al suo interno.

Per ottenere questo servono però dei servizi mirati. Servizi delineati da Fabrizio Inama nel suo intervento finale, in cui ha proposto per esempio un aumento del co-housing anche all’interno delle piccole comunità con il supporto della Provincia, oltre che l’implemento tramite finanziamento dei servizi sociali, in modo che questi possano supportare gli anziani e le famiglie in difficoltà. Infine il mantenimento di una filiera attiva di tutti i servizi territoriali, in modo che tutti insieme si contribuisca ad un miglior servizio sociosanitario provinciale.

Chiude la serata la consigliera Demagri, facendo riferimento alla necessità di salvaguardare quelle che sono le prerogative della nostra Autonomia, evitando che questa venga attaccata dal Governo Nazionale, che ultimamente ha parlato di implementare la cosiddetta Autonomia Differenziata. “Uno dei pericoli maggiori che possiamo correre è proprio andare a rivedere i livelli essenziali (LEA), che tanti anni di un governo attento al sociale e alla sanità hanno permesso di mantenere alti rispetto alla media nazionale”, conclude Demagri. 

9 Febbraio 2023 0 Commenti
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L’infinta storia del NOT

Da Paola Demagri 7 Febbraio 2023

Sono vent’anni, vent’anni che se ne parla. E siamo ancora  punto a capo . 

Si tratta dell’opera più importante che il Trentino possa desiderare non per sfizio ma per necessità: il Nuovo Ospedale. Personalmente non ho appreso con entusiasmo la notizia che il consiglio di Stato ha accolto il ricorso dell’impresa. Il rischio è che i tempi si allunghino ulteriormente e che il progetto modificato non corrisponda alle nuove esigenze. La vicenda è quindi complessa e chi ne pagherà le spese sarà la salute pubblica. 

Un Ospedale del futuro 

Tripla è la sfida per il nuovo ospedale: la scarsità di risorse umane, il cambiamento di valori sociali e l’aumento dei bisogni sanitari. La letteratura fornisce indicazioni a chi si occupa di organizzazione sanitaria e contrariamente a ciò che si aspetta qualsiasi cittadino si parla di ospedali più piccoli e più complessi per la progressiva esigenza di dimensioni minori ma con alta concentrazione di spazi e processi. 

Forte è l’orientamento alle cure integrate e ai processi team-oriented: Il ruolo dell’ospedale non sarà di solo coordinamento ma di sviluppo strategico dei processi in visione globale con collegamento con altre strutture e provider. Il processo di riorganizzazione va centrato sul paziente  con la creazione di  nuovi ruoli professionali. Il paziente dovrà essere raggiunto in qualsiasi punto esso si trovi con nuovi metodi di interazione tra ospedale e paziente.

Dobbiamo superare la solitudine 

Se vogliamo sviluppare un pensiero sistemico e occuparci della salute di comunità va superata la solitudine. La solitudine dei cittadini, dei medici, degli infermieri, dei professionisti , dei farmacisti. La vera sfida è la presa in carico di Comunità, la presenza di luoghi organizzati , gli Ospedali e le Case della Comunità, con  garanzie di accesso e continuità dell’assistenza. 

Casaautonomia.eu un’idea del futuro della sanità trentina ce l’ha  ed  insieme alla coalizione la svilupperà. Le scelte dovranno necessariamente essere accompagnate da approfondite considerazioni dei nuovi bisogni delle persone e da tutti gli ingredienti imprescindibili di uno sviluppo sostenibile dei servizi sanitari.

7 Febbraio 2023 0 Commenti
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Sì al direttore assistenziale, ma non si alimenti il conflitto tra le professioni della salute

Da Paola Demagri 5 Febbraio 2023

Negli ultimi giorni ha fatto discutere il disegno di legge del consigliere Cia per integrare nel Consiglio di direzione dell’APSS la figura del direttore assistenziale. La proposta, seppur mal formulata, resta condivisibile nelle finalità generali. Dispiace constatare che l’ipotesi di istituire un direttore assistenziale abbia immediatamente prodotto l’arroccamento da parte di APSS e della professione medica, al quale ha fatto seguito una reazione scomposta del consigliere Cia (primari professoroni e casta dei baroni), che rischia di passare anch’essa per corporativa e di alimentare un conflitto interprofessionale, del quale – specialmente in questo momento di profonda crisi dei sistemi sanitari – non si sente assolutamente il bisogno.

Alla base della divergenze emerse riteniamo vi sia un fraintendimento di fondo, frutto del modo in cui il ddl declina il ruolo del direttore assistenziale come colui che sovraintende e dirige le professioni sanitarie. Ruolo definito in modo asimmetrico rispetto a quello degli altri componenti del Consiglio di direzione, che non governano professioni ma sovraintendono a processi strategici. In sostanza crediamo che il focus del ragionamento vada spostato dalla gestione dei professionisti (che è una funzione, certo, ma subordinata) al governo dei processi assistenziali.

Il tema nodale è questo: oggi, con la sempre maggiore complessità dei bisogni di salute, il moltiplicarsi delle risposte erogabili e dei modelli organizzativi per farlo, ha senso inserire nella direzione strategica delle aziende sanitarie una figura autonoma dalla direzione sanitaria che diriga e orienti i processi assistenziali? A nostro avviso sì, proprio perché i processi assistenziali hanno una dimensione particolarmente rilevante nei sistemi sanitari. Una dimensione che si declina nella vasta gamma di interventi preventivi, curativi e riabilitativi di natura assistenziale, nella scelta dei modelli di presa in carico e di continuità, nei diversi approcci organizzativi, negli interventi d’iniziativa e comunitari e nella gestione autonoma di strutture assistenziali a bassa intensità di cura (aree queste ultime in fase di sviluppo a seguito del DM 77/2022). 

Proprio perché questo è il nostro pensiero, crediamo che la proposta di istituire la figura di un direttore assistenziale in APSS, vada salvaguardata, anche se declinata come area specifica di responsabilità, a forte integrazione con la direzione sanitaria, poiché entrambe concorrono a garantire i migliori esiti di salute per la popolazione. Ecco perché, nell’ottica di definire meglio le funzioni del direttore assistenziale e la stretta integrazione con quello sanitario, presenteremo degli emendamenti al ddl di Cia. 

Che la figura del direttore assistenziale possa avere un suo ruolo nella direzione strategica, non lo pensiamo solo noi. Prova ne è il fatto che anche in Emilia Romagna, con una legge di iniziativa della Giunta Bonaccini, è stata istituita questa figura. I sistemi sanitari d’altronde evolvono e come qualche anno fa si è integrato il direttore dell’integrazione socio-sanitaria nel Consiglio di direzione, per governare un aspetto delicatissimo e sempre più significativo della presa in carico dell’utenza, crediamo che oggi i tempi siano maturi per un’ulteriore evoluzione della governance della nostra Azienda sanitaria, finalizzata a riconoscere il ruolo che i processi assistenziali giocano nell’ecosistema della salute. Invece di alimentare anacronistiche conflittualità tra professioni, che rischiano solo di peggiorare ulteriormente la condizione lavorativa dei già scarsi professionisti della salute e, a cascata, il servizio offerto ai cittadini, si punti a un lavoro di squadra, anche ai vertici dell’Azienda, per alzare nuovamente l’asticella della qualità all’interno dell’APSS.

E soprattutto Cia e Segnana non trasformino la questione del direttore assistenziale nell’ennesimo terreno di scontro elettorale tra Fratelli d’Italia e Lega. Alla sanità Trentina serve ben altro.”

5 Febbraio 2023 0 Commenti
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Il lupo a Rabbi. Una presenza piena di implicazioni

Da Paola Demagri 3 Febbraio 2023

Ne abbiamo parlato ieri sera. Con Paola Demagri e il supporto tecnico del collega medico veterinario Sandro De Guelmi. La sala era di quelle affollate con una settantina di persone presenti ad ascoltare e ad interagire con numerose domande. Del patrocinio si sono fatti carico i rappresentanti locali di Casa Autonomia, Norma Zeni e Gianluca Zambelli. Co-organizzatore il Movimento Campobase.

Durante la serata abbiamo cercato di farci carico di portare dati e informazioni. Forti della nostra esperienza, fatta di passi in avanti ma anche di errori, nel campo della gestione del lupo e dell’orso. 

Recinti, ripari, cani, indennizzi e leggi. Questi sono solo alcuni dei tanti ingredienti che possono dare sollievo a chi la convivenza deve viverla in prima linea. Proprietari di animali in primis. 

L’impegno della politica deve essere quello di minimizzare l’impatto dei grandi carnivori con l’uomo e con le sue produzioni zootecniche. Solo così si potrà pensare che l’impegno per la salvaguardia della specie diventerà socialmente e universalmente accettato.

La modalità di applicazione di questo principio alla realtà è piuttosto impegnativa 

Dobbiamo dimostrare di essere all‘avanguardia nella protezione nella salvaguardia dei grandi carnivori e della loro convivenza con l’uomo. 

Soltanto quando saremo da esempio in Italia nell’uso di tutte le azioni raccomandate (ripari per pastori, recinti, formazione/informazione, High tech nel monitoraggio) saremo anche autorizzati a dar seguito ai principi della legge provinciale 9/2018. 

Come Provincia Autonoma dobbiamo ambire a diventare il primo luogo in Italia dove applicare un progetto pilota di gestione completa della specie lupo.

La responsabilità politica implica rispondere delle proprie azioni e dei propri comportamenti, rendendone ragione e subendone le conseguenze.

Quelle di questo governo provinciale sono state quelle di tradire ogni loro impegno elettorale e avere lasciato trascorrere la legislatura facendosi superare da Veneto e Lombardia per soluzioni innovative di gestione.

3 Febbraio 2023 0 Commenti
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Oggi la sanità trentina presenta gli ingredienti necessari a scatenare una tempesta perfetta

Da Paola Demagri 29 Gennaio 2023

Casa Autonomia.eu parla di sistemi sanitari con i professori Damiani e Nollo

Si è tenuto , sabato 28 gennaio, l’incontro del Movimento Casa Autonomia.eu dal titolo “Prospettive di sviluppo sostenibile per i servizi sanitari: le piattaforme nell’ecosistema della sanità trentina”. Ospiti d’onore della serata, organizzata e condotta dalla presidente Paola Demagri e dal vicepresidente Michele Dallapiccola, sono il professor Gianfranco Damiani, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e il professor Giandomenico Nollo, del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Trento. 

L’incontro ha suscitato estremo interesse da parte della comunità dei professionisti sanitari, anche oltre i confini provinciali, tanto da essere inclusa all’interno della Rassegna Stampa dell’Ordine dei Medici e da portare in sala un nutrito numero di professionisti, tra cui anche il Presidente dell’Ordine dei Medici di Trento, Marco Ioppi. Curiosità anche dal mondo della politica, che ha visto partecipare alla conferenza i consiglieri Zanella (Futura) e Ferrari (Partito Democratico), oltre che l’ex Presidente della Provincia e Assessore alla Salute Ugo Rossi.

L’intervento dei professori parte da un’analisi della situazione attuale, che, secondo il dottor Damiani, presenta gli ingredienti necessari a scatenare una “tempesta perfetta”. Si parte dalla dinamica demografica, che vede un progressivo invecchiamento della popolazione, per passare poi al conseguente aumento dei casi di malattie croniche. A questo si aggiungono l’effetto del Covid, che ha fatto da stress test per il sistema sanitario, rivelandone le debolezze, e l’aumento dei costi per la sanità, insostenibile in quanto maggiore dell’aumento del Pil. Infine si assiste al necessario, ma non ancora avvenuto, cambio di paradigma nella relazione tra medico e paziente, al momento ancora attaccata a modelli paternalistici del secolo scorso. Tutto questo insieme crea la crisi del sistema sanitario che stiamo vivendo, evidenziata dai pazienti “ping-pong”, che vengono rimbalzati continuamente tra specialisti, servizi e ospedali diversi, e dai pazienti “boomerang”, che continuano ad essere riammessi in ospedale.

E quindi quale sarebbe la soluzione? Secondo il professor Damiani abbiamo bisogno di un cambio di paradigma orientato allo sviluppo sostenibile dei servizi sanitari. Una transizione che passa attraverso l’integrazione dei servizi, delle organizzazioni, dei professionisti e dei pazienti, che devono creare una rete complessa di entità in continua evoluzione. All’interno di questa rete ci si concentra sulla prevenzione, oltre che sull’educazione e l’informazione del paziente, in modo tale che esso venga sostenuto anche al di fuori delle mura delle strutture sanitarie, dove dovrà essere ricoverato soltanto nei momenti di effettiva acuzie della malattia. Tutto ciò ovviamente deve essere sostenuto tramite un orientamento al continuo miglioramento della qualità, che passa dalla digitalizzazione e l’uso di nuove tecnologie, dalla messa in campo di sistemi di obiettivi e indicatori quantificabili e dalla ricerca. “Dobbiamo passare da una visione della sanità come costo – conclude il dottor Damiani –, ad uno in cui la salute viene vista per quello che è: un investimento”.

In seguito all’intervento dei professori si è passati alla fase di confronto con il pubblico, da cui sono scaturiti molti interessanti spunti di riflessione, anche specifici per la sanità trentina. Tra questi il ruolo della fiducia verso professionisti e amministratori all’interno della sanità, il problema della scarsità del personale e quello delle strutture sanitarie inutilizzate. Spunti che hanno dato vita ad un interessante dibattito tra pubblico e relatori, tutti in cerca della migliore soluzione alla crisi del sistema sanitario.Da parte di Casa Autonomia.eu c’è piena soddisfazione per il risultato della serata, che ha sicuramente fornito al Movimento vari spunti interessanti su cui ragionare in vista della stesura del programma per le Provinciali del 2023.

29 Gennaio 2023 0 Commenti
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Scuole dell’infanzia, la maggioranza rifiuta il confronto con gli esperti

Da Paola Demagri 26 Gennaio 2023

Nella giornata di ieri, martedì 24 gennaio, la consigliera Demagri di Casa Autonomia.eu, assieme alle consigliere Maestri e Coppola, ha richiesto alla Quinta Commissione di tenere ulteriori audizioni riguardo al disegno di legge n°135 sulle scuole dell’infanzia. “Il ddl in questione prevede l’accorpamento dei due servizi 0-3 e 3-6 tramite una cerniera che non è confacente agli impianti normativi che regolano entrambi i servizi – spiega Demagri -. La nostra richiesta nasce dunque dalla necessità di assicurarci che questa legge valorizzi l’impianto socio educativo degli asili nido e scuole dell’infanzia, oltre che dal legittimo bisogno di chiarire alcune perplessità in merito, condivise sia da noi che da molti professionisti del settore”.

Le audizioni tenute finora infatti presentano una grave carenza: manca la parte pedagogica, ovvero l’ascolto di esperti e professionisti in grado di definire in maniera completa ed esaustiva quali siano le possibili ricadute della proposta sulla crescita e il percorso educativo dei bambini. Prosegue la consigliera Demagri: “Se la consigliera Masè, che propone questo ddl, ha veramente dedicato 10 anni alla sua stesura, confrontandosi esaustivamente con la popolazione e il territorio come da lei affermato, noi chiediamo meramente di aggiungere tre ore a questa decisione. Tre ore che impallidiscono di fronte ai supposti dieci anni dichiarati dalla consigliera Masè, ma che finalmente porterebbero in aula il parere di chi conosce intimamente questa materia, avendole dedicato la propria vita professionale”.

Una richiesta ragionevole, che è stata però bruscamente fermata, apparentemente senza una motivazione valida. “La presidente della Commissione non ha dato alcuno spazio alle nostre richieste – racconta la presidente di Casa Autonomia.eu -, concordando con i colleghi di maggioranza di non dare il proprio benestare per migliorare anche la fase di audizioni, che dovrebbe avvenire proprio in Commissione. Un evento estremamente insolito, in quanto questo genere di richieste di confronto con esperti esterni, che non fanno altro che migliorare il lavoro legislativo, non viene mai rifiutato da alcun presidente. Probabilmente è stata anche l’inesperienza della consigliera Dalzocchio, solo alla sua seconda seduta di Commissione, a determinare questa incresciosa situazione”.

“Come Casa Autonomia.eu ci preme far notare che in questo modo il ddl verrà analizzato senza tenere conto dell’aspetto educativo e pedagogico, che dovrebbe invece essere il pilastro centrale attorno al quale si sviluppa tutto questo processo. Inoltre in questo ddl è stata data pochissima considerazione ai percorsi formativi degli insegnanti e all’impatto del progetto sui bisogni del bambino, che secondo gli esperti sono fortemente cambiati in questo nuovo contesto sociale. Infine non si è assolutamente prestato ascolto a quelle che sono le considerazioni degli insegnanti che ogni giorno portano avanti questo importante servizio educativo e conciliativo. Insomma, è evidente che gli intenti della maggioranza leghista siano quelli di fare i conti con la parte economica e di razionalizzazione, pensando unicamente all’unificazione del disegno di legge per andare a sfruttare il più possibile le strutture, convogliando in un’unica struttura due processi socio-educativi diversi e razionalizzando le risorse umane, senza considerare le possibili ricadute. Ci chiediamo se invece non sarebbe più utile perseguire per esempio la gratuità degli asili nido, che costituirebbe un aiuto vero e concreto per le famiglie. Ma d’altronde non dovrebbe sorprendere che ciò non avvenga, in quanto in questo disegno di legge, come in tutti quelli portati avanti dalla maggioranza, non si dà alcuno spazio al confronto, preferendo invece costringere chi ne è oggetto a subire le ingerenze decisionali del Governo Provinciale, in perfetto stile leghista”.

“Queste non sono soltanto preoccupazioni nostre – rimarca Demagri -, ma sono i timori di molti professionisti che ogni giorno lavorano in questa realtà, spendendosi per il benessere dei più piccoli. Alcuni di loro fanno anche parte di Casa Autonomia.eu e con il collega Dallapiccola li abbiamo ascoltati, condividendone le perplessità e accogliendo la loro richiesta di opporci alla votazione del ddl”. 

26 Gennaio 2023 0 Commenti
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