Paola Demagri
  • BIOGRAFIA
  • IDEE E PROPOSTE
  • ATTI POLITICI
  • CONTATTI
Autore

Paola Demagri

Paola Demagri

Sì al direttore assistenziale, ma non si alimenti il conflitto tra le professioni della salute

Da Paola Demagri 5 Febbraio 2023

Negli ultimi giorni ha fatto discutere il disegno di legge del consigliere Cia per integrare nel Consiglio di direzione dell’APSS la figura del direttore assistenziale. La proposta, seppur mal formulata, resta condivisibile nelle finalità generali. Dispiace constatare che l’ipotesi di istituire un direttore assistenziale abbia immediatamente prodotto l’arroccamento da parte di APSS e della professione medica, al quale ha fatto seguito una reazione scomposta del consigliere Cia (primari professoroni e casta dei baroni), che rischia di passare anch’essa per corporativa e di alimentare un conflitto interprofessionale, del quale – specialmente in questo momento di profonda crisi dei sistemi sanitari – non si sente assolutamente il bisogno.

Alla base della divergenze emerse riteniamo vi sia un fraintendimento di fondo, frutto del modo in cui il ddl declina il ruolo del direttore assistenziale come colui che sovraintende e dirige le professioni sanitarie. Ruolo definito in modo asimmetrico rispetto a quello degli altri componenti del Consiglio di direzione, che non governano professioni ma sovraintendono a processi strategici. In sostanza crediamo che il focus del ragionamento vada spostato dalla gestione dei professionisti (che è una funzione, certo, ma subordinata) al governo dei processi assistenziali.

Il tema nodale è questo: oggi, con la sempre maggiore complessità dei bisogni di salute, il moltiplicarsi delle risposte erogabili e dei modelli organizzativi per farlo, ha senso inserire nella direzione strategica delle aziende sanitarie una figura autonoma dalla direzione sanitaria che diriga e orienti i processi assistenziali? A nostro avviso sì, proprio perché i processi assistenziali hanno una dimensione particolarmente rilevante nei sistemi sanitari. Una dimensione che si declina nella vasta gamma di interventi preventivi, curativi e riabilitativi di natura assistenziale, nella scelta dei modelli di presa in carico e di continuità, nei diversi approcci organizzativi, negli interventi d’iniziativa e comunitari e nella gestione autonoma di strutture assistenziali a bassa intensità di cura (aree queste ultime in fase di sviluppo a seguito del DM 77/2022). 

Proprio perché questo è il nostro pensiero, crediamo che la proposta di istituire la figura di un direttore assistenziale in APSS, vada salvaguardata, anche se declinata come area specifica di responsabilità, a forte integrazione con la direzione sanitaria, poiché entrambe concorrono a garantire i migliori esiti di salute per la popolazione. Ecco perché, nell’ottica di definire meglio le funzioni del direttore assistenziale e la stretta integrazione con quello sanitario, presenteremo degli emendamenti al ddl di Cia. 

Che la figura del direttore assistenziale possa avere un suo ruolo nella direzione strategica, non lo pensiamo solo noi. Prova ne è il fatto che anche in Emilia Romagna, con una legge di iniziativa della Giunta Bonaccini, è stata istituita questa figura. I sistemi sanitari d’altronde evolvono e come qualche anno fa si è integrato il direttore dell’integrazione socio-sanitaria nel Consiglio di direzione, per governare un aspetto delicatissimo e sempre più significativo della presa in carico dell’utenza, crediamo che oggi i tempi siano maturi per un’ulteriore evoluzione della governance della nostra Azienda sanitaria, finalizzata a riconoscere il ruolo che i processi assistenziali giocano nell’ecosistema della salute. Invece di alimentare anacronistiche conflittualità tra professioni, che rischiano solo di peggiorare ulteriormente la condizione lavorativa dei già scarsi professionisti della salute e, a cascata, il servizio offerto ai cittadini, si punti a un lavoro di squadra, anche ai vertici dell’Azienda, per alzare nuovamente l’asticella della qualità all’interno dell’APSS.

E soprattutto Cia e Segnana non trasformino la questione del direttore assistenziale nell’ennesimo terreno di scontro elettorale tra Fratelli d’Italia e Lega. Alla sanità Trentina serve ben altro.”

5 Febbraio 2023 0 Commento
0 FacebookTwitterLinkedin

Il lupo a Rabbi. Una presenza piena di implicazioni

Da Paola Demagri 3 Febbraio 2023

Ne abbiamo parlato ieri sera. Con Paola Demagri e il supporto tecnico del collega medico veterinario Sandro De Guelmi. La sala era di quelle affollate con una settantina di persone presenti ad ascoltare e ad interagire con numerose domande. Del patrocinio si sono fatti carico i rappresentanti locali di Casa Autonomia, Norma Zeni e Gianluca Zambelli. Co-organizzatore il Movimento Campobase.

Durante la serata abbiamo cercato di farci carico di portare dati e informazioni. Forti della nostra esperienza, fatta di passi in avanti ma anche di errori, nel campo della gestione del lupo e dell’orso. 

Recinti, ripari, cani, indennizzi e leggi. Questi sono solo alcuni dei tanti ingredienti che possono dare sollievo a chi la convivenza deve viverla in prima linea. Proprietari di animali in primis. 

L’impegno della politica deve essere quello di minimizzare l’impatto dei grandi carnivori con l’uomo e con le sue produzioni zootecniche. Solo così si potrà pensare che l’impegno per la salvaguardia della specie diventerà socialmente e universalmente accettato.

La modalità di applicazione di questo principio alla realtà è piuttosto impegnativa 

Dobbiamo dimostrare di essere all‘avanguardia nella protezione nella salvaguardia dei grandi carnivori e della loro convivenza con l’uomo. 

Soltanto quando saremo da esempio in Italia nell’uso di tutte le azioni raccomandate (ripari per pastori, recinti, formazione/informazione, High tech nel monitoraggio) saremo anche autorizzati a dar seguito ai principi della legge provinciale 9/2018. 

Come Provincia Autonoma dobbiamo ambire a diventare il primo luogo in Italia dove applicare un progetto pilota di gestione completa della specie lupo.

La responsabilità politica implica rispondere delle proprie azioni e dei propri comportamenti, rendendone ragione e subendone le conseguenze.

Quelle di questo governo provinciale sono state quelle di tradire ogni loro impegno elettorale e avere lasciato trascorrere la legislatura facendosi superare da Veneto e Lombardia per soluzioni innovative di gestione.

3 Febbraio 2023 0 Commento
0 FacebookTwitterLinkedin

Oggi la sanità trentina presenta gli ingredienti necessari a scatenare una tempesta perfetta

Da Paola Demagri 29 Gennaio 2023

Casa Autonomia.eu parla di sistemi sanitari con i professori Damiani e Nollo

Si è tenuto , sabato 28 gennaio, l’incontro del Movimento Casa Autonomia.eu dal titolo “Prospettive di sviluppo sostenibile per i servizi sanitari: le piattaforme nell’ecosistema della sanità trentina”. Ospiti d’onore della serata, organizzata e condotta dalla presidente Paola Demagri e dal vicepresidente Michele Dallapiccola, sono il professor Gianfranco Damiani, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e il professor Giandomenico Nollo, del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Trento. 

L’incontro ha suscitato estremo interesse da parte della comunità dei professionisti sanitari, anche oltre i confini provinciali, tanto da essere inclusa all’interno della Rassegna Stampa dell’Ordine dei Medici e da portare in sala un nutrito numero di professionisti, tra cui anche il Presidente dell’Ordine dei Medici di Trento, Marco Ioppi. Curiosità anche dal mondo della politica, che ha visto partecipare alla conferenza i consiglieri Zanella (Futura) e Ferrari (Partito Democratico), oltre che l’ex Presidente della Provincia e Assessore alla Salute Ugo Rossi.

L’intervento dei professori parte da un’analisi della situazione attuale, che, secondo il dottor Damiani, presenta gli ingredienti necessari a scatenare una “tempesta perfetta”. Si parte dalla dinamica demografica, che vede un progressivo invecchiamento della popolazione, per passare poi al conseguente aumento dei casi di malattie croniche. A questo si aggiungono l’effetto del Covid, che ha fatto da stress test per il sistema sanitario, rivelandone le debolezze, e l’aumento dei costi per la sanità, insostenibile in quanto maggiore dell’aumento del Pil. Infine si assiste al necessario, ma non ancora avvenuto, cambio di paradigma nella relazione tra medico e paziente, al momento ancora attaccata a modelli paternalistici del secolo scorso. Tutto questo insieme crea la crisi del sistema sanitario che stiamo vivendo, evidenziata dai pazienti “ping-pong”, che vengono rimbalzati continuamente tra specialisti, servizi e ospedali diversi, e dai pazienti “boomerang”, che continuano ad essere riammessi in ospedale.

E quindi quale sarebbe la soluzione? Secondo il professor Damiani abbiamo bisogno di un cambio di paradigma orientato allo sviluppo sostenibile dei servizi sanitari. Una transizione che passa attraverso l’integrazione dei servizi, delle organizzazioni, dei professionisti e dei pazienti, che devono creare una rete complessa di entità in continua evoluzione. All’interno di questa rete ci si concentra sulla prevenzione, oltre che sull’educazione e l’informazione del paziente, in modo tale che esso venga sostenuto anche al di fuori delle mura delle strutture sanitarie, dove dovrà essere ricoverato soltanto nei momenti di effettiva acuzie della malattia. Tutto ciò ovviamente deve essere sostenuto tramite un orientamento al continuo miglioramento della qualità, che passa dalla digitalizzazione e l’uso di nuove tecnologie, dalla messa in campo di sistemi di obiettivi e indicatori quantificabili e dalla ricerca. “Dobbiamo passare da una visione della sanità come costo – conclude il dottor Damiani –, ad uno in cui la salute viene vista per quello che è: un investimento”.

In seguito all’intervento dei professori si è passati alla fase di confronto con il pubblico, da cui sono scaturiti molti interessanti spunti di riflessione, anche specifici per la sanità trentina. Tra questi il ruolo della fiducia verso professionisti e amministratori all’interno della sanità, il problema della scarsità del personale e quello delle strutture sanitarie inutilizzate. Spunti che hanno dato vita ad un interessante dibattito tra pubblico e relatori, tutti in cerca della migliore soluzione alla crisi del sistema sanitario.Da parte di Casa Autonomia.eu c’è piena soddisfazione per il risultato della serata, che ha sicuramente fornito al Movimento vari spunti interessanti su cui ragionare in vista della stesura del programma per le Provinciali del 2023.

29 Gennaio 2023 0 Commento
0 FacebookTwitterLinkedin

Scuole dell’infanzia, la maggioranza rifiuta il confronto con gli esperti

Da Paola Demagri 26 Gennaio 2023

Nella giornata di ieri, martedì 24 gennaio, la consigliera Demagri di Casa Autonomia.eu, assieme alle consigliere Maestri e Coppola, ha richiesto alla Quinta Commissione di tenere ulteriori audizioni riguardo al disegno di legge n°135 sulle scuole dell’infanzia. “Il ddl in questione prevede l’accorpamento dei due servizi 0-3 e 3-6 tramite una cerniera che non è confacente agli impianti normativi che regolano entrambi i servizi – spiega Demagri -. La nostra richiesta nasce dunque dalla necessità di assicurarci che questa legge valorizzi l’impianto socio educativo degli asili nido e scuole dell’infanzia, oltre che dal legittimo bisogno di chiarire alcune perplessità in merito, condivise sia da noi che da molti professionisti del settore”.

Le audizioni tenute finora infatti presentano una grave carenza: manca la parte pedagogica, ovvero l’ascolto di esperti e professionisti in grado di definire in maniera completa ed esaustiva quali siano le possibili ricadute della proposta sulla crescita e il percorso educativo dei bambini. Prosegue la consigliera Demagri: “Se la consigliera Masè, che propone questo ddl, ha veramente dedicato 10 anni alla sua stesura, confrontandosi esaustivamente con la popolazione e il territorio come da lei affermato, noi chiediamo meramente di aggiungere tre ore a questa decisione. Tre ore che impallidiscono di fronte ai supposti dieci anni dichiarati dalla consigliera Masè, ma che finalmente porterebbero in aula il parere di chi conosce intimamente questa materia, avendole dedicato la propria vita professionale”.

Una richiesta ragionevole, che è stata però bruscamente fermata, apparentemente senza una motivazione valida. “La presidente della Commissione non ha dato alcuno spazio alle nostre richieste – racconta la presidente di Casa Autonomia.eu -, concordando con i colleghi di maggioranza di non dare il proprio benestare per migliorare anche la fase di audizioni, che dovrebbe avvenire proprio in Commissione. Un evento estremamente insolito, in quanto questo genere di richieste di confronto con esperti esterni, che non fanno altro che migliorare il lavoro legislativo, non viene mai rifiutato da alcun presidente. Probabilmente è stata anche l’inesperienza della consigliera Dalzocchio, solo alla sua seconda seduta di Commissione, a determinare questa incresciosa situazione”.

“Come Casa Autonomia.eu ci preme far notare che in questo modo il ddl verrà analizzato senza tenere conto dell’aspetto educativo e pedagogico, che dovrebbe invece essere il pilastro centrale attorno al quale si sviluppa tutto questo processo. Inoltre in questo ddl è stata data pochissima considerazione ai percorsi formativi degli insegnanti e all’impatto del progetto sui bisogni del bambino, che secondo gli esperti sono fortemente cambiati in questo nuovo contesto sociale. Infine non si è assolutamente prestato ascolto a quelle che sono le considerazioni degli insegnanti che ogni giorno portano avanti questo importante servizio educativo e conciliativo. Insomma, è evidente che gli intenti della maggioranza leghista siano quelli di fare i conti con la parte economica e di razionalizzazione, pensando unicamente all’unificazione del disegno di legge per andare a sfruttare il più possibile le strutture, convogliando in un’unica struttura due processi socio-educativi diversi e razionalizzando le risorse umane, senza considerare le possibili ricadute. Ci chiediamo se invece non sarebbe più utile perseguire per esempio la gratuità degli asili nido, che costituirebbe un aiuto vero e concreto per le famiglie. Ma d’altronde non dovrebbe sorprendere che ciò non avvenga, in quanto in questo disegno di legge, come in tutti quelli portati avanti dalla maggioranza, non si dà alcuno spazio al confronto, preferendo invece costringere chi ne è oggetto a subire le ingerenze decisionali del Governo Provinciale, in perfetto stile leghista”.

“Queste non sono soltanto preoccupazioni nostre – rimarca Demagri -, ma sono i timori di molti professionisti che ogni giorno lavorano in questa realtà, spendendosi per il benessere dei più piccoli. Alcuni di loro fanno anche parte di Casa Autonomia.eu e con il collega Dallapiccola li abbiamo ascoltati, condividendone le perplessità e accogliendo la loro richiesta di opporci alla votazione del ddl”. 

26 Gennaio 2023 0 Commento
0 FacebookTwitterLinkedin

La Scuola dell’infanzia e il suo undicesimo mese! 

Da Paola Demagri 22 Gennaio 2023

Tema caldo come i mesi estivi di luglio e agosto quello toccato all’Assemblea Generale  della Federazione Provinciale Scuole Materne in una fredda domenica di gennaio. 

Durante l’Assemblea i Presidenti delle Scuole dell’infanzia non hanno risparmiato di far sentire la loro voce . Hanno dapprima ben rimarcato la  passione per il ruolo rivestito e l’enfasi dei loro interventi lo ha certificato. La gratuità del loro incarico è stata presentata come   impegno verso una comunità che ai vari Presidenti  ha dato molto. Le  questioni portate in Assemblea  hanno riguardato la difficoltà a gestire la burocrazia e le attività di segreteria. Alla PAT  hanno chiesto maggiore impegno economico. Pare che il sostegno economico a favore del Sistema educativo per l’infanzia si prosciughi sempre più, .

Ma il tema più caldo e sviscerato  dai presidenti è stato quello della deliberazione  da parte della Giunta, che dal 2024 la scuola dell’infanzia sarà definitivamente spalmata su 11 mesi di attività scolastica. La contrarietà e lo sconforto dei Presidenti, che hanno parlato a nome degli insegnanti e dei bambini, era rivolta più al metodo che al merito. 

Infatti anche in questo caso la lega trentina di ascoltare gli addetti ai lavori se ne fa un baffo. Dei dati raccolti sulla fruizione di tale servizio nei due anni passati non se ne vede uno straccio. Delle motivazioni che hanno determinato la scelta nemmeno l’ombra. Anzi sfuggono anche di fronte a precisa domanda. 

A mio parere il coinvolgimento della cooperazione avrebbe permesso di mantenere i servizi di conciliazione attivi a favore delle famiglie interessate lasciando ai bambini  di fare i  bambini giocosi e spensierati e il sistema scolastico non avrebbe ricevuto uno scossone incomprensibile. E’ ben vero che la PAT dice che le famiglie sono contente del servizio offerto. Ma siamo sicuri che le famiglie chiedevano scuola dell’infanzia per 11 mesi?

Da tre anni si parla della questione con gli insegnanti che rivendicano giustizia e comprensione verso i piccoli a loro affidati. 11 mesi di scuola non sono compatibili con i bisogni dei bambini. Il pericolo di affossare i servizi di conciliazione è elevatissimo. E l’elenco dei motivi del “non è opportuno l’undicesimo mese “ è ancora lungo. 

Ma cosa possiamo dire ancora  al proposito? Che la locandina che ha fatto da cornice all’Assemblea conteneva messaggi interessanti – condividere – responsabilità – sostenibilità – che non sono di certo passati dalle parti della Giunta leghista. 

22 Gennaio 2023 0 Commento
1 FacebookTwitterLinkedin

Stare al mondo nel nuovo mondo, la serata di Casa Autonomia.eu con Massimiliano Valerii

Da Paola Demagri 21 Gennaio 2023

Venerdì 20 gennaio, presso la Sala Congressi del Grand Hotel Trento si è tenuta una serata, promossa dal Movimento Casa Autonomia.eu, che ha avuto come protagonista Massimiliano Valerii, direttore del CENSIS. Ad accompagnarlo sul palco anche il vice presidente del Movimento, Michele Dallapiccola, e la presidente, Paola Demagri. Oltre ai leader di Casa Autonomia.eu erano presenti anche Cristiano Moiola e Marisa Postal, membri del direttivo del Movimento in giallo, e i rappresentanti delle forze politiche di coalizione: Giovanna Flor per Azione, Paolo Zanella e Claudia Merighi per Futura, Marco Boato dei Verdi e Chiara Maule per Campobase.

L’incontro, che ha seguito quelli di Trento, Arco, Ossana e Rovereto, ha ottenuto un ottimo riscontro. I consiglieri Demagri e Dallapiccola sono infatti riusciti ancora una volta ad organizzare un evento capace di riempire la sala con oltre centocinquanta persone, senza contare coloro che hanno seguito l’incontro in diretta streaming.

La serata è stata un’occasione di dialogo e confronto su molte tematiche di attualità. Valerii infatti, partendo dai dati del 56° rapporto CENSIS, ha dipinto un quadro chiaro ed esaustivo della situazione socio-economica italiana del momento.

Dagli eventi eccezionali che hanno segnato gli ultimi tre anni (pandemia, guerra, rialzo dei prezzi delle materie prime, la morsa energetica e l’inflazione a due cifre) Valerii si è lanciato in una lettura del momento attuale, da lui definito come “di rottura” rispetto ai paradigmi che finora avevano governato il mondo. 

“Negli ultimi 30 anni di globalizzazione accelerata c’è una parola d’ordine alla quali ci siamo rifatti: competitività. Dovevamo diventare più competitivi per integrarci al meglio nelle catene globali del valore”, racconta il direttore del CENSIS. “Questo ha portato ad un calo dei salari e ad un crollo degli investimenti pubblici. Una ricetta che ha permesso al nostro export di crescere ininterrottamente, ma a discapito della domanda interna, che alla fine del 2021 segnava ancora un -8% rispetto al 2007. Insomma, non si è più tornati ai livelli antecedenti alla grande crisi del 2008. I due terzi della nostra economia sono fatti appunto dalla domanda interna e quindi il risultato finale è stata una bassissima crescita”. 

“Dobbiamo quindi imparare dal passato per prepararci al futuro, perché siamo alle porte di una nuova fase: il mondo post neoliberista e post populista. Un mondo caratterizzato da rimpatrio delle produzioni, friendshoring e misure di protezione rispetto ai mali, presunti o reali, portati dalla globalizzazione ai lavoratori della classe media occidentali. Il tutto per proteggere l’intreccio virtuoso tra lavoro, acquisizione del benessere e democrazia. Un intreccio che, se viene meno, porta a fenomeni come quello dell’assalto a Capitol Hill o al preoccupante astensionismo a cui abbiamo già assistito in Italia. La Storia si è rimessa in moto, noi tutti viviamo quell’assottigliamento drammatico del diaframma tra la Grande Storia e le microstorie della nostra vita quotidiana, guardando con malinconia a quello che è il tramonto di un’epoca, con la consapevolezza di doverci attrezzare al meglio per stare al mondo nel nuovo mondo”, conclude Valerii.

All’intervento dell’Ospite è seguito un momento di confronto con i cittadini presenti in sala. Il discorso si è quindi articolato, andando a toccare per esempio i temi dell’ecologia o della crisi demografica, per poi chiudersi col saluto al direttore del CENSIS, ringraziato dalla presidente di Casa Autonomia.eu, Paola Demagri, e dal vice presidente Michele Dallapiccola, e la promessa di un ritorno a Trento il prossimo anno per una nuova interessante lettura della società italiana.

21 Gennaio 2023 0 Commento
0 FacebookTwitterLinkedin

Welfare qualificato per i trentini: decidiamolo insieme.

Da Paola Demagri 16 Gennaio 2023

Accolgo qui le riflessioni di Doriano Valer

La gestione di un welfare qualificato sul territorio non è sicuramente cosa da poco, è la sostanza della politica, rappresenta la capacita del governo di creare un contenitore di normative in grado di definire spazi corretti dove i vari attori sociali possono esprimersi per definire unitamente una condizione di soddisfazione comune. 

Sanità, scuola, lavoro e senso di responsabilità famigliare e dell’ambiente sono le dimensioni di base irrinunciabili per una società inclusiva, ma esse devono essere amministrate e regolate nel tentativo di conciliare vita privata del singolo con il bene comune. Ecco che quindi non si può parlare di famiglia, di natalità a prescindere da una analisi sulla conciliazione lavoro-famiglia, sui temi del lavoro precario che certamente deve trovare il giusto equilibrio con le esigenze delle imprese.

E’ evidente che la pandemia ha sconvolto alcuni ritmi e situazioni di comfort acquisiti nel tempo, abbiamo conosciuto il lavoro agile, i bambini in età scolastica hanno vissuto la loro formazioni indossando le mascherine, si sono incontrati in DAD; situazione che ha evidenziato le criticità delle infrastrutture, ci siamo abituati ad acquistare on line e ne abbiamo scoperto la comodità, ma tutto questo a quale costo?

La situazione Trentina è profondamente cambiata, la sanità sembra aver preso una deriva incontrollata dove il privato gioca il ruolo primario, la gestione amministrativa e burocratica sembra essere sempre più appesantita, inconcludente; e il cittadino ne paga il conto, rassegnato ad estenuanti attese per usufruire dei servizi sanitari sempre più scadenti; ne è testimonianza l’aumento delle persone che si rivolgono a strutture fuori provincia.

Va ingranata la marcia giusta per uscire dallo stallo

Invertire su una situazione che sta fra lo stallo e l’inadeguatezza non sarà cosa facile, ma ci si deve impegnare, incontrando le parti sociali, i professionisti, che quotidianamente si mettono al servizio della comunità; discutere e confrontarsi sui temi cercando di fare sintesi in tempi brevi. La scelta del welfare Trentino che verrà, tenuto conto del evidente rottura del rapporto di fiducia tra il governo leghista e il cittadino è nelle mani di due attori principali, i cittadini appunto, che dovranno spostare la fiducia, le loro speranze su un alternativa di governo, e gli schieramenti politici  che dovremmo prediligere il bene comune a scapito degli interessi di partito.

Se è nostro desiderio ristabilire la centralità di un welfare territoriale adeguato alla conformazione orografica, sociale e culturale delle Trentino abbiamo l’onere e il dover di presentare una proposta alternativa, regolata da una visione d’insieme libera da costruzioni ideologiche di partito; insomma una soluzione di governo guidata da scelte di buon senso che trova il consenso elettorale nei fatti e non nelle mere promesse.

Rilevo che il PD, la parte più consistente della coalizione alternativa al governo provinciale attuale, ha scelto il regolamento dei conti interni a scapito di una produttiva partecipazione alla costruzione di un’alleanza capace di creare le condizioni per riportate al voto i tanti delusi dalla politica. Ritengo che le discussioni interne dei partiti sono la base dell’espressione democratica, ma nel momento in cui tale discussione porta ad uno stallo dello scenario politico alternativo all’attuale maggioranza dovrebbe manifestarsi la responsabilità, il rispetto dell’ impegno delle altre forze politiche; insomma i personalismi dovrebbero essere messi da parte o essere successi alla scelta di un profilo idoneo alla guida del Trentino sui cui costruire un campagna elettorale e un programma di legislatura coeso.

Aspettare il nuovo segretario del PD, intavolare una nuova discussione sul profilo da proporre alla carica di Presidente sottolinerebbe la miope visione e il poco spirito di sacrificio a favore di un approccio comune alternativo e di cambio di passo del Territorio. Un segnale di compattezza forse potrebbe risvegliare un nuovo entusiasmo civico che potrebbe portare i cittadini a decidere del proprio futuro. Ma i tempi della politica spesso sembrano essere lontani e poco allineati alla realtà del nostro territorio che gode di una specificità d’autogoverno, pensata e maturata negli anni per organizzare un territorio ricco di cultura, diversità linguistiche, pensata per armonizzare visioni e convinzioni del progresso economico e sociale tra generazioni, pensata per stimolare una visione di collaborazione fattiva tra comunità con storie, dialetti e usanze differenti che rendono unico il Trentino.

I cittadini hanno bisogno di una guida che sappia anteporre il richiamo valoriale dell’Autonomia al richiamo delle dispute ideologiche e di potere dei partiti, vogliono sentire parlare di nuove opportunità per i nostri giovani che trovano spesso fuori dai confini provinciali quell’attrazione che qui non c’è, desiderano una visione positiva di un’Autonomia dinamica, moderna e determinata a ristabilire il giusto rapporto tra amministrazione e popolazione; necessitano di sentir parlare di futuro, di asili nido collegati ai luoghi di lavoro e tanto altro.

Far politica personalmente credo significhi trovare le condizioni d’equilibrio a garanzia di una dignitosa convivenza tra i bisogni presenti e le sicure esigenze future, i bambini un domani saranno adulti e gli adulti saranno anziani; l’Autonomia porta con se lo strumento per riuscire a trovare questo equilibrio, sempre in un contesto dinamico e se vogliamo moderno, consapevoli di chi siamo, ma entusiasti di percorre nuove sfide.   

Doriano Valer

16 Gennaio 2023 0 Commento
1 FacebookTwitterLinkedin

Un’allarmante situazione arriva dal centro Italia: anziani soli.

Da Paola Demagri 15 Gennaio 2023

Si parla di anziani abbandonati negli ospedali nei quali rimangono ricoverati più del dovuto. Dimissioni ospedaliere che ritardano anche di una settimana oltre all’effettivo bisogno. La causa – riferisce il quotidiano- è legata all’impossibilità ad accogliere gli anziani a casa. O non vi sono familiari di riferimento o se vi sono non sono in grado di assicurare l’assistenza necessaria. Il rischi per l’anziano di permanenza in ospedale sono di vario genere. Vi è il pericolo per la salute fisica in quanto esposti a infezioni ospedaliere e il pericolo per la salute mentale per effetto dell’isolamento dalle relazioni.

Non ho letto l’articolo distrattamente ma riflettendo se il nostro Trentino potrebbe essere coinvolto da una simile situazione. 

Vediamo un pò insieme!

La situazione demografica trentina è speculare a quella nazionale – 1 bambino ogni 3 anziani- ;  la situazione e la composizione dei nuclei familiari rispecchia il tessuto sociale  italiano. La carenza di strutture per anziani è un argomento di attualità in Trentino. Le graduatorie per l’ingresso in RSA sono infinite. I familiari sono costretti a pagare posti letto a pagamento per mesi e mesi a più di 180€ al giorno! 

Alcune zone trentine , le Giudicarie sono più avvantaggiate, perché nel passato la politica ha distribuito senza equità i posti letto. Le Valli del Noce sono le più povere nella percentuale di posti letto e anziani non autosufficienti over 65.

In più occasioni abbiamo chiesto alla Giunta di aumentare i posti letto accreditati. Ma una politica miope non vede il problema nemmeno quando è grande come una casa. 

Sul territorio vi è qualche centro di co-housing per volontà di privati o cooperative ma senza investimento da parte della PAT. Insufficienti sono anche i posti nei Centri Diurni.

L’analisi quindi è subito fatta.

Il Trentino sta correndo il pericolo di vedere  anziani abbandonati negli ospedali. Per altro, un piccolo assaggio di disagio nella gestione ospedaliera degli anziani, l’abbiamo  avuto in questo periodo. La carenza in APSS di posti letto di geriatria ha comportato la necessità di “appoggiare” ( nel gergo sanitario) i pazienti anziani nei vari reparti ( chirurgia, neurologia, medicina..) con enormi difficoltà di una appropriata presa in carico da parte del personale.

Il campanello d’allarme ha già suonato più volte. La crisi demografica rappresentata più da  una popolazione vecchia che giovane è realtà. Nel programma socio-sanitario di questa Giunta nemmeno l’ombra di investimenti per servizi per anziani se non consolidare l’esistente. 

Le politiche programmatiche per il ‘23 devono necessariamente prevedere forti investimenti a salvaguardia dell’invecchiamento accompagnato della popolazione oltre ovviamente a quelli per contrastare la denatalità.

15 Gennaio 2023 0 Commento
0 FacebookTwitterLinkedin

La miopia della Lega:   ostacolare la stabilizzazione degli immigrati in Trentino. 

Da Paola Demagri 8 Gennaio 2023

Mancherà  così lo sviluppo economico e sociale della nostra terra.

E’ di questi giorni la triste notizia che che trenta migranti non trovano casa in Bassa Valsugana. Persone dalla pelle scura che hanno trovato lavoro ma non un tetto sotto cui condividere affetti e relazioni familiari. Immagino la soddisfazione che, la  maggioranza provinciale leghista,  ha provato nel leggere la notizia che a me sinceramente ha fatto accapponare la pelle. 

Soddisfatti delle norme che si sono approvati in Consiglio Provinciale ( blocco del progetto canoniche, riduzione posti residenziali e del personale nei centri di accoglienza, criteri di accesso alle case ITEA ) la Giunta ha omesso di fare tutti quei pensieri di opportunità nell’avere in Trentino gli  immigrati.

La prima necessità è quella della manodopera che è  in forte crisi: nel campo dell’edilizia, della carpenteria, dell’artigianato in generale. Il bisogno c’è anche nell’erogazione di servizi di assistenza ( badanti e assistenti familiari), nella ristorazione, nei conduttori di mezzi di trasporto e operai; addetti alle pulizie, facchini e corrieri. 

La mancanza di manodopera sul nostro territorio colpisce in particolare l’agricoltura tanto da mettere  a rischio   i periodi di raccolta.

Ovviamente oltre alla semplificazione delle procedure è importante lavorare su flussi regolari degli stranieri. L’immigrazione regolare riduce drasticamente  la clandestinità. 

I lavoratori stranieri possono contribuire  in modo strutturale e determinante all’economia del nostro paese  rappresentando una componente indispensabile.

Un lavoro, una casa, un territorio accogliente sono la base per stabilizzare gli immigrati ed avere quindi nuovi nuclei  familiari per  contribuire a risolvere il problema della denatalità.

Finchè il Trentino sarà nelle mani di chi dell’immigrazione ne ha fatto un tabù, accendendo il conflitto etnico, saremo una territorio che andrà verso l’impoverimento economico, culturale e sociale.  

8 Gennaio 2023 0 Commento
1 FacebookTwitterLinkedin

La Sanità trentina e il dissesto organizzativo. 

Da Paola Demagri 3 Gennaio 2023

Per la Lega è sempre colpa degli altri.

Di questo si tratta quando ogni giorno vengono alla luce risposte non risposte date al cittadino che creano più disagio che benessere. Non passa un giorno che non riceva segnalazioni di una sanità che va a rotoli. La lista della spesa è lunga e le fasce deboli le più colpite.

Il box dei reclami lo possiamo dividere in due: quello dei cittadini e quello dei dipendenti.

Nel primo le questioni si possono raggruppare in macro argomenti: lunghe liste d’attesa per visite ed esami strumentali, dimissioni selvagge, lista d’attesa per l’ingresso in RSA, lista d’attesa per accedere all’hospice. Per la patente meglio rivolgersi all’ACI ( con un supplemento di oneri da pagare), per una visita di invalidità l’attesa è di 180 giorni; la questione Pronto Soccorso con lunghissime ore di attesa e permanenza di ore in sala d’attesa e quando ti va bene in astanteria. Per non parlare delle Guardie Mediche che è inutile chiamarle perchè non ci sono. Ma il peggio in queste ultime settimane riguarda il trattamento che ricevono gli anziani residenti in RSA. Se sottoposti a visita è probabile che per accedere in ospedale debbano fare parecchi Km prima di entrare in ambulatorio. E’ quasi normalità che l’ospedale più vicino non possa erogare la prestazione. Stamane una signora di 93 anni di una RSA dell’ Alto Garda per le ore 7.30 doveva farsi trovare in ortopedia a Cavalese per visita e raggi! Ma poveri anziani, perché un simile trattamento? Nessuna pietà per gli anziani  che soffrono un viaggio lungo e scomodo in ambulanza. Ma a nessuno viene in mente che l’RX può essere fatto ad Arco e poi il Medico di Cavalese o altro autorizzato lo può vedere attraverso il Sistema informatico? 

Ma il Percorso Argento dove è finito? Era dedicato per gli anziani e i grandi anziani e la Lega ha affossato pure questo? Probabile a questo punto ( magari interrogheremo!).

Per il box dei reclami dei dipendenti rimandiamo ad una narrazione dedicata. Qui mi volevo interessare in particolare agli anziani che sono in aumento, che abbisognano di servizi, che si ammalano di più rispetto ad altri. 

Spazio Argento e il percorso Argento sono due percorsi che non possono più attendere. Delle fasi di sperimentazione ne abbiamo poi piene le scatole. D’altronde una Giunta che NON decide rimanda ad altri la responsabilità decisionale in modo da poter sempre dire che l’hanno voluto altri! 

3 Gennaio 2023 0 Commento
0 FacebookTwitterLinkedin
Post più recenti
Post meno recenti

PAOLA DEMAGRI

Perchè essere presenti? Per portarti e per proporti la possibilità di seguirmi.

PAGINE

BIOGRAFIA

IDEE E PROPOSTE

ATTI POLITICI

CONTATTI

paola.demagri@consiglio.provincia.tn.it

paola.demagri@gmail.com

paola.demagri@pec.it

+39 329 1436765

+39 0461 227323

Social

Facebook Twitter Instagram Linkedin Youtube Whatsapp

@2022 - All Right Reserved. Designed and Developed by JLB Books sas

Paola Demagri
  • BIOGRAFIA
  • IDEE E PROPOSTE
  • ATTI POLITICI
  • CONTATTI