Invecchiamento della popolazione: opportunità o rischio?

Da Paola Demagri

Martedì 7 febbraio, a Sanzeno, i Movimenti Casa Autonomia.eu e Campobase si sono riuniti per parlare alla popolazione del problema demografico in una serata dal titolo “Invecchiamento della popolazione, opportunità o rischio?”. Presenti all’incontro i consiglieri provinciali di Casa Autonomia.eu, Paola Demagri e Michele Dallapiccola, i rappresentanti locali di Campobase e una serie di professionisti esperti che nel corso della serata hanno condiviso il proprio parere sull’argomento. Grande affluenza da parte dei cittadini, oltre che di sindaci, amministratori e presidenti delle Apsp di riferimento, che hanno riempito la magnifica sala di Casa De Gentili, dove si è tenuto l’incontro.

Aprono la riunione i consiglieri Demagri e Dallapiccola, del Movimento Casa Autonomia.eu, che nei loro interventi dipingono un quadro molto chiaro dello stato demografico del Trentino. “Nella nostra Provincia i dati indicano la presenza di un 23% della popolazione sopra i 65 anni, in contrasto con il 16% dei minorenni – esordisce la presidente del Movimento in giallo, Paola Demagri -. Vuol dire che per ogni 100 giovani abbiamo 167 anziani e la situazione non migliorerà negli anni. Infatti gli studi effettuati evidenziano come entro il 2050 dovremo aspettarci un raddoppiamento nel numero di anziani rispetto ad oggi. Un dato strettamente legato all’aumento dell’aspettativa di vita della popolazione, che, se da una parte rappresenta un successo, dall’altra significa anche un aumento dei casi di malattie croniche e degenerative, mettendo in ulteriore difficoltà un sistema che già ora fatica a soddisfare i bisogni degli anziani. Qualsiasi attività programmatica in vista del 2023 degna di questo nome deve quindi prendere in considerazione la realtà e proprio per questo noi di Casa Autonomia.eu e i colleghi di Campobase abbiamo invitato dei relatori, che, attraverso le proprie esperienze e competenze inquadreranno la situazione a 360 gradi”. 

I nuovi bisogni degli anziani e l’Infermiere di Comunità

Passa quindi la parola a Maria Brentari, Presidente Commissione Albo infermieri e Specializzanda Infermiera di Famiglie e di Comunità: “Davanti ad una popolazione che invecchia dobbiamo puntare alla prevenzione, ad un’educazione alla salute volta a ritardare la non autosufficienza. Una situazione che richiede soluzioni radicali come quella di attuare un modello sociosanitario integrato, per garantire una continuità assistenziale che riporti al centro la persona. Dobbiamo difendere il Sistema Sanitario Pubblico, perché la privatizzazione porta con sé ingiustizia e non risposta alle cure, andando ad acuire la disuguaglianza sociale. Abbiamo bisogno di risposte più coerenti e innovative. Non possiamo avere servizi che si bloccano perché manca personale”.

Un nuovo modello per la medicina generale

Prosegue il dottor Galuppi, Medico di Famiglia: “Nella società odierna stiamo perdendo il rapporto medico-paziente. Una perdita gravissima, in quanto questo rapporto, quando sano ed efficiente, permette sì di curare la malattia, ma soprattutto la persona, portando a migliori risultati di lungo periodo. Per questo dobbiamo avviare un dialogo per produrre qualcosa di innovativo e sperimentale, prima di arrivare al punto di non ritorno. Per avere successo tutti dovremo rinunciare a qualcosa in termini di quantità a breve termine, ma con l’obiettivo di guadagnare in qualità a lungo termine, pensando anche a ciò che lasceremo alle generazioni future”.

L’anziano volontario e fruitore del volontariato : le due facce della medaglia

Ha proseguito nella relazione la presidente dell’AVULSS Paola Curti, con un messaggio molto forte: “C’è la necessità di trovare nuovi volontari che possano dare il loro contributo nelle attività che sono tipiche del nostro tessuto sociale trentino. Ed è proprio qui che una popolazione anziana in salute può rappresentare una grande opportunità, in quanto un anziano in grado di donare qualche ora all’attività di volontariato è una risorsa preziosissima, sia per il territorio che per sè stesso. Infatti quando si fa volontariato si fa del bene a qualcuno, ma quel bene torna immediatamente al volontario stesso”.

Opportunità o rischio?

Continua la psicoterapeuta dell’invecchiamento Paola Taufer, che nel suo intervento fa riferimento al benessere della persona, allo stato di salute e alla necessità di condurre una vita il più possibile felice, in quanto la felicità è direttamente correlata al benessere della persona stessa, specialmente per quanto riguarda gli anziani, che spesso vediamo cadere in situazioni di solitudine e depressione. Se invece si riesce a mantenere l’anziano attivo ed in salute, sia fisicamente che psicologicamente, egli diventa fonte inesauribile di energia, di idee e di competenza, innescando un circolo virtuoso in cui la comunità supporta l’anziano e questo in cambio supporta la comunità, rimanendo un membro attivo al suo interno.

Per ottenere questo servono però dei servizi mirati. Servizi delineati da Fabrizio Inama nel suo intervento finale, in cui ha proposto per esempio un aumento del co-housing anche all’interno delle piccole comunità con il supporto della Provincia, oltre che l’implemento tramite finanziamento dei servizi sociali, in modo che questi possano supportare gli anziani e le famiglie in difficoltà. Infine il mantenimento di una filiera attiva di tutti i servizi territoriali, in modo che tutti insieme si contribuisca ad un miglior servizio sociosanitario provinciale.

Chiude la serata la consigliera Demagri, facendo riferimento alla necessità di salvaguardare quelle che sono le prerogative della nostra Autonomia, evitando che questa venga attaccata dal Governo Nazionale, che ultimamente ha parlato di implementare la cosiddetta Autonomia Differenziata. “Uno dei pericoli maggiori che possiamo correre è proprio andare a rivedere i livelli essenziali (LEA), che tanti anni di un governo attento al sociale e alla sanità hanno permesso di mantenere alti rispetto alla media nazionale”, conclude Demagri.