Paola Demagri
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E’ urgente un progetto di accoglienza diffusa

Da Paola Demagri 9 Maggio 2024

In questi giorni leggendo i vari interventi sui mezzi di comunicazione relativamente alla vicenda di quei 15 immigrati minorenni non accompagnati trasferiti dalla struttura di S. Vito di Pergine a Trento in un container perché ritenuti troppo turbolenti (in particolare due) e quindi incompatibili con la struttura che li ospitava, il mio pensiero è andato immediatamente alle possibili origini di questi ragazzi.

La mia ormai lunga esperienza africana vissuta in Kenya mi ha ricordato di questo Stato la situazione nella quale vivono tanti minorenni senza genitori o abbandonati causa situazioni familiari particolari. Ho pensato ai bambini di strada, in particolare, che vagano ed aspirano la colla da una bottiglia per calmare gli stimoli della fame ed i conseguenti effetti negativi cerebrali. Quanti ne ho visti. Ho pensato a quelle comunità formate solo da anziani, donne e bambini perché i mariti o i giovani se ne sono andati, chi sà dove, in cerca di lavoro.

Ho pensato a quei giovani, senza alcuna possibilità di lavoro, che trascorrono la giornata sotto i manghi dal mattino al tramonto. Possono lavorare la terra solo quando arrivano le piogge due volte all’anno. Loro non emigrano in Europa perché troppo lontani dalle nostre coste. E la situazione in Kenya non è la peggiore dell’Africa.

Se il pensiero va a quelli che vivono nel Corno d’Africa in zone desertiche ed ancora più povere, ma più vicine alle nostre coste, viene spontaneo pensare e giustificare che siano tentati di abbandonare la loro terra in cerca di un’altra migliore.  E questo vale anche per chi viene da altre realtà geografiche.

Per tutti è la disperazione che fa scattare la molla di andarsene anche rischiando la vita. E’ la speranza di un futuro migliore che dà questo coraggio. E il dramma nel dramma è il pensiero che una parte di coloro che arrivano siano minorenni non accompagnati. E qui nascono spontanee alcune domande. Primo perché arrivano non accompagnati. Perché sono senza genitori? Perché i genitori sono morti lungo il tragitto della speranza? Perché sono stati affidati a qualcuno che li porti dove potranno avere un futuro migliore? Qualunque sia la causa di questa anomala emigrazione si tratta sempre di situazioni per noi inimmaginabili e comunque umanamente drammatiche. Se questo è il retroterra dei minorenni non accompagnati quale deve essere il nostro comportamento quando li abbiamo in casa nostra? Possiamo rimanere indifferenti? Possiamo fregarcene? Possiamo voltarci dall’altra parte? Possiamo considerarli una scocciatura? Disturbatori della nostra egoistica quiete? Se non la coscienza almeno la sensibilità umana devono commuoverci e attivarci per trovare una soluzione dignitosa per questi poveri nostri fratelli sfortunati.

Sappiamo che la competenza operativa per la loro sistemazione è della Provincia. Questa ha fatto Il primo passo  che è quello dell’accoglienza. Questi ragazzi non stanno vagabondando da soli per le strade. Tuttavia trasferendoli in massa da un luogo all’altro non si risolve il problema, ma lo si sposta soltanto.  Manca il secondo passo, quello che li possa inserire ed integrare affinchè possano anche loro essere cittadini a pieno titolo nella comunità che li ha accolti. Dobbiamo pensare che sono adolescenti che vivono, come tutti i loro coetanei, l’esperienza più delicata e critica della vita e quindi hanno estremo bisogno di sostegno, di aiuto, di attenzione.

A questi ragazzi manca l’affetto della famiglia, un sostegno psicologico. Sono particolarmente fragili e vulnerabili. E’ indispensabile quindi un’accoglienza diffusa che permetta di seguirli il più possibile singolarmente garantendo non solo la sussistenza, ma anche l’inserimento nel mondo che li circonda diverso da quello di provenienza. Hanno bisogno di quella formazione necessaria che permetta loro quanto prima di essere avviati al mondo del lavoro che garantisca la possibilità di guadagnarsi il pane quotidiano e conseguentemente acquistare quell’autonomia alla quale tutti aspirano. Per fare questo secondo passo può essere utile, oltre alla indispensabile e sicura competenza degli uffici provinciali, la collaborazione di enti di assistenza sociale già esistenti sul nostro territorio e che godono tanta stima e fiducia. Non possiamo quindi vivere alla giornata.

E’ urgente un progetto di accoglienza diffusa.

Gli inconvenienti lamentati di eccessiva turbolenza, soprattutto da parte di qualcuno dei minori, con l’accoglienza diffusa andrebbero sicuramente a scomparire. Ritornando al trasferimento di 15 minori, perché troppo problematici, da S.Vito di Pergine a Trento è significativa la frase espressa da una persona autorevole, che ha detto: “chi non diventerebbe problematico passando le sue giornate con l’obbligo di dover riempire il vuoto?“  Per concludere, la Provincia, titolata a risolvere questo importante e delicato problema umanitario, riuscirà, in tempi brevi, a trovare la migliore soluzione per il bene di questi minori non accompagnati? Io sono fiducioso. Certamente la Comunità, invitata a collaborare, non si tirerà indietro. Nell’anno di Trento capitale europea del volontariato una onorevole sistemazione di questi minorenni non accompagnati sarebbe un ottimo segnale di concreta ed efficiente solidarietà.      

Luigi Panizza Presidente “Associazione Valdisole Solidale ODV”

9 Maggio 2024 0 Commenti
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Perchè sostenere il candidato Mario Raffaelli alle prossime elezioni europee

Da Paola Demagri 4 Maggio 2024

Inama Valentino

La scena politica è dominata da personalismi e queste elezioni europee si stanno trasformando in una gara di popolarità tra i vari leader nazionali. Ciò dovrebbe preoccuparci perché anziché portare avanti nelle istituzioni europee idee, proposte e riflessioni, si arriva al punto il cui obiettivo è quello di “piazzare” nomi con le elezioni e poi… post elezioni far calare il silenzio. E’ serio questo? A noi non sembra e di qui – citando lo stesso Raffaelli – “non faremo una grande rissa sulla politica interna”.

Le elezioni europee 2024 sono l’occasione per riflettere sui temi dell’Europa e su quali siano i nostri interessi in merito agli orizzonti europei. Non vogliamo una gara di popolarità ma vogliamo un’opportunità per il Trentino e per i trentini.

Mario Raffaelli è sì un politico di lungo corso che ha negli anni dimostrato con il suo lavoro, le sue capacità e la sua affidabilità. Nel suo curriculum apprezziamo che è stato attivo come un “cooperatore della pace”, ad esempio fra il 1990 e il 1992 ha rappresentato il governo italiano nelle trattative che hanno portato agli accordi di pace di Roma fra governo del Mozambico e Resistência Nacional Moçambicana. Tra gli altri incarichi, si conta anche quello di presidente della Conferenza di pace per il Nagorno-Karabakh (1992 – 1993), la regione caucasica oggetto di contesa tra Armenia e Azerbaigian. Dicevamo sopra affidabile, aggiungiamo a seguito di ciò preparato e… Ci preme dire Trentino! E’ quindi un candidato del territorio con esperienza sul territorio ma – soprattutto – anche fuori!

Mario Raffaelli ci è sembrato un profilo che potesse coniugare una riflessione sulla geopolitica globale accostandola a quelle che sono le istanze particolari della Montagna, dell’Agricoltura e di quello che è il suo (ed il nostro) Trentino.

Casa Autonomia.eu, per il Trentino, Team K, per l’Alto Adige, ed Azione! come denominatore regionale, hanno trovato un’intesa sui contenuti e la volontà di portare avanti il nome di Raffaelli come fiduciario di istanze globali (sostegno alla Difesa dell’Ucraina, politica industriale comune, politica estera europea strutturata, ecc.) e di istanze particolari legate ai nostri rispettivi territori (grandi carnivori, caratteristiche particolare della montagna come la differenza tra esercizi commerciali ed “esercizi sociali”, alpeggi e l’inquadramento nella politica agricola comune, ecc.).

La convergenza di Casa Autonomia.eu e di Team K sul nome di Mario Raffaelli è un’alleanza regionale ispirata ad un’idea di Europa come una Casa Comune, nata su un’affinità di valori liberal-democratici e con la consapevolezza di voler portare avanti un progetto a doppio binario: uno di istanze globali, temi che riguardano questioni degli Stati Europei, uno di istanze territoriali, legate nello specifico ai nostri territori.

Se per alcuni queste elezioni Europee sono una gara di popolarità per noi invece è la possibilità di portare avanti una certa idea d’Europa ed un progetto legato a degli obiettivi concreti per il nostro sviluppo territoriale.

Per rispondere, in sintesi, alla domanda nel titolo “perchè sosteniamo Mario Raffaelli?”: perché per noi il suo profilo ha i legami con il territorio con le competenze e le conoscenze più idonee per essere europarlamentare e rappresentare noi Trentini nelle sedi europee.

4 Maggio 2024 0 Commenti
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i candidati per la lista Futuro Insieme – Mezzolombardo

Da Paola Demagri 3 Maggio 2024

Alle elezioni comunali di maggio a Mezzolombardo, come in altri comuni del Trentino, il movimento Casa autonomia.eu ha contribuito alla costruzione di una  lista. La lista  “Futuro Insieme” sosterrà il candidato Sindaco Marco  Pavanelli con il contributo di due giovani membri: Delucca Alessandro (1995) e Fonte Marco (1998), Soci di Casaautonomia.eu.

Tale partecipazione è anche frutto del lavoro dell’Alleanza Democratica Autonomista (ADA) che ha permesso di unire risorse, intenti e idee per la costruzione della lista e del programma offrendo così ai cittadini di Mezzolombardo un’alternativa alla destra.

Il movimento giallo ha arricchito la lista “Futuro Insieme” di valori a cui  Casaautonomia.eu fa riferimento, ossia, quelli cattolici democratici, liberali e progressisti. 

Alessandro Delucca, 29 anni con una formazione tecnica ambientale. Da sempre legato ai veri valori autonomisti del nostro territorio. Si candida per portare concretezza e competenza nella gestione del suo paese, dal tema ambiente alla necessità di coinvolgere direttamente la popolazione nelle decisioni riguardanti la collettività.

Il giovanissimo Marco Fonte, Dottore magistrale in Politiche Pubbliche e Amministrazione e iscritto al movimento politico CasaAutonomia.eu fin dagli inizi. Si candida nella lista “Futuro Insieme” per consentire la presenza di una forza politica in grado di offrire ai cittadini scontenti la possibilità di non votare la giunta uscente. 

In quanto membro di Casa Autonomia, i suoi  valori politici sono riconducibili alla cultura popolare, liberal-democratica e riformista. Per questa ragione non si ritiene un cittadino di sinistra. Tuttavia, il rafforzamento di una destra nazionalista e incompetente ha obbligato i moderati a formare alleanze con la sinistra per tutelare i valori repubblicani. Per questo motivo reputiamo  importante che l’elettorato moderato di centro non voti per chi storicamente si è posto in antitesi alle politiche di De Gasperi, di Sturzo, di Einaudi o di Aldo Moro.

Anche nelle elezioni amministrative i valori non possono essere ignorati, in quanto le scelte di ordinaria amministrazione richiedono anch’esse una coscienza ideale. 

Come Movimento  riteniamo utile e  doveroso fare un appello al voto attraverso le parole di un antico politico ateniese, Pericle, il quale sosteneva che il cittadino che non si interessa allo Stato non è da considerare innocuo, ma inutile .

3 Maggio 2024 0 Commenti
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Punti nascita ormai alla deriva, ma non limitiamoci a parlare solo di questo Servizio

Da Paola Demagri 28 Aprile 2024

Di grande scalpore i dati fatti emergere dall’analisi della Corte dei Conti sui Punti nascita di Cles e Cavalese. Io non mi sono scandalizzata per questo, ne ero tanto meno impreparata a questa evenienza.

Ciò che dico è, ad ognuno il proprio compito. Alla Corte dei Conti di analizzare, controllare e bacchettare sulla spesa pubblica. Al professionista sanitario di considerare e garantire l’appropriatezza del proprio operato in termini di sicurezza e qualità. Al cittadino di scegliere ciò che ritiene più attinente alla sua percezione di benessere e gradimento, con alla base  un concetto che deve garantire la Politica: sicurezza ed equità.

La politica seria non faccia i conti con il consenso ma con gli esiti. Un politico che vuole il bene della propria comunità non può decidere pensando al solo consenso elettorale. Un politico serio può arrivare a cambiare idea se le condizioni sono cambiate.

Ma andiamo con ordine.

Il Presidente Fugatti non dirà mai chiudiamo i punti nascita perché la prima azione del governo leghista nel 2018 fu la consegna di un mazzo di fiori alle donne che a novembre avevano partorito nel Punto nascita riaperto di Cavalese . Una campagna elettorale populista, una scelta politica di propaganda. Da lì in poi nessuna azione forte e d’impegno politico per garantire il miglioramento degli standard di sicurezza a Cavalese e a Cles. Ciò che fu inaugurato era frutto di decisioni e investimenti precedenti, coma la Sala Operatoria dentro il Punto Nascita. Esplicitamente richiesta nel 2016 dal Ministero della Sanità per garantire maggior sicurezza. Per il resto la precedente Giunta leghista i Punti nascita li ha lasciati morire a  se stessi. 

Ora la Politica deve fare i conti con chi dice che i conti non tornano e chi legittimamente non li fa tornare perché si rivolge altrove. Nel mio ruolo di Consigliera provinciale preferisco occuparmi delle preoccupazioni dei cittadini e dei sanitari. E’ ormai noto che i futuri genitori scelgono di andare laddove i numeri garantiscono sicurezza per la diade madre-bambino e magari offrono  meno  in termini di ospitalità e comfort dei servizi. Alle future coppie va garantita la possibilità di scelta ma con la stessa offerta ovunque!

All’ Assessore Tonina, che non appare così reticente nell’affrontare il tema “chiusura Punti nascita” offro anche stavolta  spunti di riflessione. Chieda ai tecnici i dati sugli esiti ( misurazione dell’appropriatezza e della qualità dell’atto professionale) e li confronti con il passato. Alcuni dati potrebbero essere davvero significativi, per chi li sa leggere e commentare. Solo così si metterà fine all’eventuale dubbio sulla sicurezza. Se tutto sarà perfetto non resta che lavorare sulla popolazione e sui professionisti ed offrire ad  entrambi  motivo per rimanere negli ospedali periferici. 

Abbiamo dedicato tanto spazio ai Punti nascita che da sempre fanno parlare. Spero di non dovermi mai occupare  del rischio di perdere un Servizio di Day Hospital Oncologico, o di una riduzione di posti letto in medicina, o ancora la riduzione del numero e della tipologia di interventi di chirurgia e ortopedia. Aggiungo che la questione del Pronto soccorso è già un problema e non è né fuori tempo né fuori luogo. 

E’ ormai tempo di conoscere l’agenda politica dell’Assessore Tonina a partire dal modello organizzativo che intende adottare, quello attuale è inefficiente e inefficace, lo dice anche la Corte dei Conti. 

28 Aprile 2024 0 Commenti
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Al Presidente del Consiglio provinciale

Da Paola Demagri 23 Aprile 2024

A chi come me, svolge ruolo di consigliere di controllo e opposizione, l’intervista di Soini
apparsa sul quotidiano IL T domenica scorsa, può risultare molto difficile da comprendere.
Eventualmente giustificabile solo se letta coma forma di entusiasmo del principiante.
Tra tutte le sue considerazioni, per il ruolo che rivesto, preferisco tuttavia entrare nel merito
soltanto per quanto riguarda quelle relative all’Ufficio di Presidenza.


Sono conscia che questa istituzione suoni ai non addetti ai lavori come qualcosa di piuttosto
difficile da comprendere. In realtà, e in parole estremamente povere, si tratta di una sorta di
“consiglio di amministrazione” che ha il compito di gestire i fondi a disposizione del Consiglio
provinciale E poiché la storia dell’Autonomia trentina ha voluto consegnare al consiglio
provinciale la sua indipendenza intellettuale e politica, ha previsto anche che chi amministra i
fondi del suo funzionamento, avesse la possibilità di esercitare questa indipendenza fino in
fondo.


Per prassi dunque, pur presieduto dal Presidente del Consiglio, pur espressione della
maggioranza (attualmente leghista), da lungo tempo si è deciso che venisse controllato da una
maggioranza appartenente all’opposizione consiliare
E così è stato, anche recentemente, quando la strafottenza leghista di questa ultima vittoria
voleva mettere in discussione questa prassi consolidata ormai da decenni.


Il Presidente si metta dunque il cuore in pace. Quando chiede all’Ufficio di presidenza di
assumere un ruolo super partes, dimostra di non conoscere storia e istituzioni che rappresenta.
Provo ad immaginare che forse è rimasto legato al suo modo di intendere le cose ancora nei
panni di sindaco tuttofare. Un sindaco di periferia dove gli assessori preferiscono
accompagnare le decisioni, anziché costruire e discutere insieme.


Ebbene qui in Consiglio provinciale non è così. Ognuno ha il suo ruolo e lo dovrebbe rispettare.
A poco vale dunque che Soini richiami tutti ad assumere una posizione super partes nei propri
comportamenti perché è lui stesso per primo ad offrire esempio contrario.
Una volta accolta quella figura istituzionale, una persona infatti non può più pensare di
occuparsi di politica svestendosi dal suo ruolo come fuori dall’orario di un normale lavoro perché
questo, normale lavoro non è.


Quando Soini, ad esempio, si reca a Rovereto a coordinare le elezioni comunali anche se non
sta muovendosi in missione per conto del Consiglio e dunque ci si reca senza autista, rimane
pur sempre il Presidente del Consiglio provinciale.
E forse dimentica anche che proprio alla tornata delle ultime elezioni provinciali si è presentato
sostenendo la compagine che più rappresenta i populisti in Trentino.
Forse dimentica che la sua lista era tutta improntata al sostegno del loro diretto rappresentante
a livello locale.


Forse dimentica ancora che capolista di questa compagine, era un tale Spinelli, leghista della
prima ora, da sempre tesserato lega, assiduo frequentatore dei raduni di Pontida.
E forse, e non infine, si dimentica che qui la coalizione che ha sostenuto è la più pura
rappresentanza dei nazional-seguaci di Alberto da Giussano, a capo dei quali a livello nazionale
è Salvini, il più significativo populista che l’Italia abbia mai conosciuto.
Allora Presidente che ora provi a dispensare saggezza mascherato di un abito civico super
partes, non pretendere che chi ha il compito di controllare le tue azioni nell’Ufficio di presidenza
prenda lezioni da chi si comporta come te, cioè in maniera esattamente uguale e contraria.

23 Aprile 2024 0 Commenti
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Allarme zootecnia un tris di proposte per non lasciare nulla di intentato.

Da Paola Demagri 3 Aprile 2024

Non ha certo bisogno di avvocati della difesa il sistema zootecnico Trentino. Che tuttavia non può vivere di silenzio e di accettazione di quello che amministrativamente parlando passa il convento. E’ per questo che MCA.eu ha voluto raccogliere le numerose lamentele del sistema allevatoriale provinciale. Un’organizzazione che possiede certo propri canali di dialogo, assolutamente autorevoli. Parliamo di Federazione allevatori, Tavolo verde, rappresentanze sindacali e Consorzi raccolta e lavorazione latte.

Questo momento di denuncia pubblica delle difficoltà è dunque un semplice affiancarsi alla loro voce.  Racconta ai professionisti del comparto e al Trentino tutto, che anche le forze politiche di minoranza si vogliono unire ai problemi degli allevatori. Per questo ringraziamo i colleghi di Coalizione per aver accettato senza indugio di condividere e sostenere le preoccupazioni esposte qui oggi.

Da un lato ricordando al Trentino e ai suoi ospiti che se c’è un bel territorio coltivato da vivere nel tempo libero o sul quale costruire la propria attività turistica è perché c’è chi lo coltiva.  Guarda caso le zone maggiormente vocate a indirizzo turistico sono anche quelle con il sistema agricolo più sviluppato. Ci chiediamo cosa ne sarebbe della Val Rendena e della Val di Fassa se non ci fossero le vacche e gli allevatori che coltivano i loro prati. 

In secondo ma non secondario luogo vogliamo ricordare all’amministrazione provinciale che ciò che si sta facendo non è sufficiente. 

Nel recente convegno sulla zootecnica di montagna tenutosi alla FEM qualche tempo fa, la Giunta ha voluto accomiatarsi dagli astanti invocando un tavolo di confronto con gli allevatori.  Come è giusto che sia a quel tavolo le forze politiche di minoranza Provinciale non sono invitate.  Tuttavia possiedono degli strumenti di proposta che oggi qui, in questa conferenza stampa, intendiamo utilizzare. 

Sono tre indirizzi precisi che derivano dalla nostra attività di intelligence dei problemi del comparto, dal lavoro quotidiano di relazione con gli allevatori e dalla decisione di affiancarli nelle loro preoccupazioni attraverso le opportune sedi istituzionali. 

Non siamo qui a inseguire il mito altoatesino, nonostante i nostri “cugini” a nord, allevino un numero di animali triplo rispetto al nostro, intendiamo attribuire questa diversa mentalità d’impresa agricola come legata anche al sistema del Maso chiuso. (vedi sotto dati allegati).

Di fatto però in Trentino gli animali continuano a calare, statistiche alla mano, in particolare in questi ultimi anni. Calo di terra coltivata e numero di animali sono comunque risparmiati dal fatto che le aziende più strutturate tendono ad ingrandirsi con l’evidente vantaggio di permettere al territorio di continuare ad essere coltivato.

Anche in questo caso la fotografia della situazione è resa particolarmente evidente dalla raccolta dati della BDN zootecnica, accessibile a tutti e rappresentata qui sotto

Tuttavia con una PAC in contrazione e con un prezzo del latte costantemente alla mercé del confronto europeo il futuro è piuttosto oscuro. A pesare, inoltre, un modello di vita cioè quello dell’allevatore, fatto di un impegno h24-365 giorni/anno, è piuttosto facile capire perché in questo settore il ricambio generazionale sia merce piuttosto rara. 

I dati qui sotto, pur non freschissimi, comparano la bovinicoltura con gli altri settori e aggiungono qualche ulteriore dato di contesto.

orto-fruttaviticolturazootecnia
480 milioni € valore di produzione 400 milioni € valore produzione 120 milioni € valore prod. latte 

12.000 ettari

10.500 ettari 
35 mila ettari prato90 mila ettari pascolo 45mila bovini35mila ovicaprini150 mio litri latte 
8.000 aziende 7.600 aziende 700 aziende professionali
20% circa produzione nazionale1% produzione viticola nazionale (spumante 45 %) 1% circa produzione nazionale
1,4 ettari superficie media aziendale1,2 ettari superficie media aziendale25 capi bovini media aziendaleresa media latte/capo/anno 80 q.li

Ultimo ma non ultimo il dato politico. L’amministrazione Provinciale non ha voluto dare al dicastero dell’Agricoltura l’importanza che meritava, gravando l’ assessora incaricata di ulteriori impegni che la distrarranno dai propri complicati compiti.  Tra Regione, Enti locali, l’amata importantissima melicoltura e la viticoltura che tanta fortuna elettorale le ha portato sarà molto difficile pensare che riusciremo a vederla ritagliarsi qualche tempo in qualche stalla a contatto con la materia amministrata.

3 Aprile 2024 0 Commenti
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Accoglienza diffusa , colpito dal no di Fugatti.

Da Paola Demagri 12 Marzo 2024

Luigi Panizza  ex Assessore Provinciale e componente Casa Autonomia    

Leggendo la notizia in prima pagina di giovedì 7 marzo sui migranti , relativamente all’accoglienza diffusa, ho provato sgomento ed incredulità oltre a tanta amarezza. Vediamo da una parte il sindaco del Capoluogo preoccupato di quanto accade nella sua città che si rivolge al Presidente della Provincia per chiedere un provvedimento che potrebbe risolvere subito il problema posto. Immediatamente il Presidente della Provincia risponde “picche” , cioè non intende cambiare nulla. Rimangono  le norme vigenti.  In sostanza, constatato che la concentrazione dei migranti al centro creano problemi fra di loro ed anche con i residenti il sindaco chiede di ritornare all’accoglienza diffusa con la distribuzione dei migranti in più comuni del Trentino con buona pace di tutti.  Il sindaco di Trento fa presente che questa accoglienza diffusa è proprio quello che vuole introdurre il Presidente del Veneto Zaia dello stesso partito del presidente della Provincia di Trento. In sintesi uno fa esattamente il contrario dell’altro. Uno vuol fare quello che l’altro ha cancellato. Quello che per uno è un bene per l’altro è un male. 

Che la soppressione dell’accoglienza diffusa in Trentino sia stata, oltre che un fallimento, anche un grave danno sociale, per le persone coinvolte, è sotto gli occhi di tutti. Ma allora perché succede tutto questo? Per quali motivi il Presidente della Provincia di Trento è così irremovibile al punto da non ascoltare neppure il giustificato ed urgente appello del sindaco ? Perché questa mancanza di collaborazione istituzionale?  Cosa si nasconde dietro questo incomprensibile irrigidimento? Altra spiegazione non c’è, a mio avviso, se non quella di dover ammettere pubblicamente che il provvedimento della soppressione dell’accoglienza diffusa è stato un colossale errore pratico ed ideologico che ha creato solo danni. 

A questo punto però mi chiedo come cittadino: è giusto che delle persone, degli umani, continuino a soffrire, a patire perchè qualcuno non vuol ammettere di avere sbagliato? E quelli della Giunta o maggioranza consiliare condividono quello che dice il loro Presidente? Tacere, da parte dei componenti la maggioranza, è per lo meno un atto (il giudizio del peccato lo lascio a Dio) di omissione. L’aspetto particolarmente etico del problema esula da vincoli politici. Ognuno può quindi invocare la libertà di coscienza. Ed io sono, non convinto, ma convintissimo, che nell’ambito della maggioranza ci sono pensieri e posizioni  differenti. Ed allora che fare? Da ex consigliere e assessore provinciale mi permetto di collaborare chiedendo alle minoranze di proporre una mozione con voto segreto in merito a questo problema . 

Questa proposta è anche per favorire la libertà di voto. Alla fine del mandato ogni consigliere risponderà alla propria coscienza di quello che ha fatto e non certo alla politica. Questo vale per tutti i consiglieri come è valso per me quando ho avuto questa responsabilità.  La politica di convenienza deve cedere il passo alla politica  di qualità.  Solo così si può dire di aver operato per il vero bene comune che deve rimanere il faro che illumina la strada da percorrere. 

12 Marzo 2024 0 Commenti
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Presentato oggi in 4 Commissione il ddl del cosiddetto Psicologo delle Cure Primarie: un’innovazione per il Trentino un’opportunità per i trentini.

Da Paola Demagri 5 Marzo 2024

Prima firmataria del DDL la Consigliera Demagri Paola di Casa Autonomia.eu che ha coinvolto i colleghi di minoranza – in modo particolare il Collega Zanella Paolo con il quale aveva già avviato un percorso nella precedente legislatura –  per costruire e depositare un atto innovativo per il nostro sistema sanitario provinciale: l’implementazione della figura dello Psicologo delle Cure Primarie. In alcune regioni ( Puglia, Calabria, Lazio) è già Legge!

L’analisi dei bisogni che ci hanno  sottoposto le persone  incontrate in questi ultimi anni, le difficoltà degli Psicologi che operano su tutto il territorio trentino a far fronte a tutte le richieste di presa in carico, le innumerevoli richieste di prestazione che arrivano ogni giorno ai Medici di medicina di base e dei Pediatri ci hanno dato motivo per elaborare una proposta che oggi è stata presentata alla 4 Commissione legislativa che ne ha apprezzato l’impostazione. Nei prossimi giorni partiranno le audizioni.

L’istituzione di questo servizio non può più essere rimandata dalla politica, poiché negli ultimi anni è aumentato il bisogno di supporto psicologico e la popolazione è sempre più consapevole dell’importanza della salute mentale, anche a seguito delle difficoltà psico-relazionali del periodo pandemico.

Negli ultimi anni il tema della salute mentale – anche a causa delle conseguenze del lockdown pandemico – è passato dall’essere tema ai margini del dibattito pubblico, all’essere questione centrale da attenzionare e di cui farsi carico. Con l’aumento del disagio psichico degli ultimi anni è andata aumentando di pari passo l’attenzione sul tema e la consapevolezza della necessità di farsene carico, andando a rompere quel tabù che da sempre ammanta il ricorso allo psicologo e agli altri servizi di salute mentale. 

Un’emergenza che colpisce soprattutto i giovanissimi, con il 10-20% di bambini e adolescenti colpiti e il 75% delle malattie psichiatriche che oggi insorge prima dei 25 anni.Nel nostro territorio il 4% della popolazione (19.000 persone) soffre di sintomi depressivi, soprattutto donne (il 7%), le persone con difficoltà economiche (10%), disoccupate, casalinghe e pensionate (11%) e quelle che vivono sole. La percentuale di coloro che chiede aiuto a un professionista è aumentata dopo il 2020:

Con l’intervento legislativo ci si propone di dare una risposta diffusa, di prossimità e facilmente accessibile a questo disagio crescente e ai problemi psicologici che interessano sempre più persone. La psicologia delle cure primarie rappresenta il primo livello dei servizi per la salute mentale con un ruolo preventivo, di promozione della salute, di intercettazione del disagio, di diagnosi e cura, di invio ai servizi di secondo livello. Un servizio che lavora in rete, cooperando con i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta e i professionisti della salute mentale nel rispondere ai bisogni assistenziali di base di natura psicologica di cittadini e cittadine. 

La psicologia delle cure primarie sarà erogata da libero professionisti convenzionati a livello ambulatoriale, nelle Case della comunità e, al bisogno, al domicilio dell’utente fragile, disabile o anziano.

ARTICOLATO 

L’articolo 1 istituisce il servizio di psicologia delle cure primarie, definendone le finalità e attribuendo i costi in capo al servizio sanitario provinciale.

L’articolo 2 individua gli ambiti di intervento della psicologia delle cure primarie, dalla prevenzione e promozione della salute mentale, all’individuazione del disagio psicologico, dagli interventi di primo livello di diagnosi e cura, all’invio a servizi di secondo livello.

L’articolo 3 chiarisce l’organizzazione dei servizi di psicologia delle cure primarie all’interno del servizio sanitario provinciale: esercizio libero professionale in regime di convenzione con APSS nel numero di uno psicologo ogni 4 MMG; rapporti con la medicina generale, i servizi di prevenzione e quelli per la salute mentale di secondo livello; setting di cura di prossimità: ambulatoriale, anche integrato con MMG e PLS e nelle Case della comunità, e domiciliare.

L’articolo 4 definisce le competenze, i titoli e requisiti minimi che lo psicologo di cure primarie deve possedere e prevede l’istituzione di un corso specialistico provinciale in psicologia delle cure primarie la cui frequenza costituisce requisito per lo svolgimento della professione di psicologo delle cure primarie.

L’articolo 5 individua la composizione e le funzioni della Cabina di regia delle attività di psicologia delle cure primarie.

L’articolo 6 dà mandato alla Giunta e all’Azienda provinciale per i servizi sanitari di dare attuazione, attraverso proprie deliberazioni, al servizio di psicologia delle cure primarie. Si prevede, tra le altre cose, la definizione delle prestazioni extra-LEA riguardanti la psicologia di cure primarie e l’individuazione degli ambiti territoriali da coprire in ciascun distretto.

L’articolo 7 inserisce nella legge provinciale sulla tutela della salute gli psicologi delle cure primarie tra i soggetti convenzionati del sistema sanitario provinciale.

L’articolo 8 stanzia le risorse per l’attivazione del servizio di psicologia di cure primarie: 2 milioni di euro per l’avvio nel 2024 e 4 milioni a regime dal 2025.

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NO ad una Giunta regionale di soli uomini!

Da Paola Demagri 13 Febbraio 2024

Donna. Protagonista in politica perché siamo nell’anno 2024!

 Tra pochi giorni la Regione Trentino – Alto Adige eleggerà i membri del nuovo Consiglio regionale. Da sempre le Commissioni provinciali per le pari opportunità delle Province di Bolzano e Trento sensibilizzano sulla necessità di sostenere attivamente le donne in politica. Nella Regione Trentino – Alto Adige più della metà della popolazione è femminile. Una società democratica vive grazie alla partecipazione delle sue cittadine e dei suoi cittadini. Entrambe le Province non possono permettersi di rinunciare alle capacità e alle competenze delle donne negli organi politici. “I comitati con pari rappresentanza prendono decisioni migliori”, sottolineano le Presidenti della Commissione per la parità di genere di entrambe le Province, Ulrike Oberhammer e Paola Taufer.

Nel Piano d’azione per la parità di genere dell’Alto Adige Æquitas, il principio guida è la “partecipazione”. “Le donne e gli uomini sono rappresentate/i equamente nei comitati politici, partecipano ai processi decisionali su un piano di parità e modellano attivamente la vita politica e sociale”.

Per attuare tutto ciò, è necessaria una forte partecipazione femminile alle elezioni. L’appello di Oberhammer e Taufer è quindi di votare consapevolmente una donna per la Giunta regionale. Solo così sarà possibile garantire che nei prossimi cinque anni tutte le parti della nostra società saranno rappresentate nella Giunta. Il ritorno ad una Giunta regionale senza rappresentanza femminile è inaccettabile, anche e soprattutto perché siamo nell’anno 2024! 

Paola Maria Taufer

Presidente CPO Provincia di Trento

Avv.. Ulrike Oberhammer

Presidente CPO Provincia di Bolzano 

13 Febbraio 2024 0 Commenti
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La strage subdola dei femminicidi.

Da Paola Demagri 14 Gennaio 2024

Cordoglio, dolore, strazio per ciò che rappresentano queste immani tragedie: a cosa possono servire queste parole? I femminicidi, recitati ormai tragicamente al plurale stanno sconvolgendo le coscienze della nostra società. Una piaga subdola assolutamente imprevedibile. Colpiscono improvvisamente, senza senso. Picchiano profondamente, feriscono tutti, anche quelli non direttamente interessati generando una diffusa sensazione di impotenza. Perché dentro alle famiglie colpite potrebbe esserci ciascuno di noi. Così il cordoglio, lo strazio e la disperazione non possono bastare. Né si può trascurare di prendere in considerazione qualsiasi intervento possa mitigare il rischio di reiterazione.

Psicologi, assistenti sociali, forze dell’ordine e gruppi di ascolto, magari coordinati in nuclei di professionisti organizzati potrebbero coltivare lo scopo di intercettare sul nascere le potenziali situazioni di pericolo.

Nel frattempo, nel medio – lungo periodo i corsi di genere nelle scuole di ogni ordine grado, potrebbero forse aiutare.  È fondamentale educare le nuove generazioni alla parità, un compito che spetta anche al mondo della scuola. L’uso di strumenti educativi declinati per la 

scuola, per affrontare tematiche quali quelle della violenza del sessismo e della discriminazione. Non andrebbe inoltre dimenticata la promozione dell’ascolto della coppia. In qualche caso si riuscirebbe ad intercettare qualche fragilità nei momenti più critici , quali la separazione, che una coppia potrebbe dover affrontare. 

Siamo consci che sarebbero pochi i casi. Soprattutto perché sono pochissimi gli uomini che cercano aiuto. Al contrario delle donne, intimorite, sofferenti, preoccupate per se stesse e per i figli. Gli esperti di settore raccontano che arrivano da sole, con gli uomini  chiusi nei loro pensieri e nelle loro azioni, che non condividono con nessuno.

Siamo tutti bravi a piangere ed a indignarci ma siamo sicuri che a parte i familiari e gli amici fra qualche mese tutti si dimenticheranno di questo terribile accadimento come già successo in analoghe situazioni. Solo azioni sociali, formative, educative e di supporto potranno tenere attivo il pensiero negli uomini e nelle donne con la speranza di poterlo disseminare  affinchè diventi strumento di prevenzione sociale.

Il Direttivo del Movimento di Casaautonomia.eu

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