Paola Demagri

Una domanda quanto mai lecita quella di 𝗰𝗼𝗻𝗼𝘀𝗰𝗲𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝘀𝘁𝗿𝗮𝘁𝗲𝗴𝗶𝗮 𝗽𝗼𝗹𝗶𝘁𝗶𝗰𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝗹’𝗮𝘁𝘁𝘂𝗮𝗹𝗲 𝗴𝗶𝘂𝗻𝘁𝗮 𝗺𝗲𝘁𝘁𝗲 𝗱𝗮𝘃𝗮𝗻𝘁𝗶 𝗮𝗹 𝗽𝗿𝗼𝗴𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗳𝗮𝗿 𝗻𝗮𝘀𝗰𝗲𝗿𝗲 𝟭𝟭 𝗖𝗮𝘀𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗦𝗮𝗹𝘂𝘁𝗲 𝗶𝗻 𝗧𝗿𝗲𝗻𝘁𝗶𝗻𝗼. Lo sprono arriva dallo Stato attraverso i fondi del PNRR e in particolare attraverso la missione 6 che prevede la progettazione delle cosiddette Case della Salute, un’opportunità che il Trentino non può farsi scappare sia perché lo Stato ne offre le potenzialità economiche sia perché il SSP ha necessità di essere rimodellato dal punto di vista dei servizi territoriali.

𝗜𝗻 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗼𝗰𝗰𝗮𝘀𝗶𝗼𝗻𝗶 𝘀𝗶 𝗲̀ 𝗰𝗵𝗶𝗲𝘀𝘁𝗼 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗚𝗶𝘂𝗻𝘁𝗮 𝗹𝗲𝗴𝗵𝗶𝘀𝘁𝗮 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗻𝗼𝘀𝗰𝗲𝗿𝗲 𝗶 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗲𝗻𝘂𝘁𝗶 𝗱𝗮 𝗶𝗻𝘀𝗲𝗿𝗶𝗿𝗲 𝗱𝗲𝗻𝘁𝗿𝗼 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗼 𝗯𝗲𝗹 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗲𝗻𝗶𝘁𝗼𝗿𝗲. Ad oggi purtroppo abbiamo solo visto dichiarazioni che di settimana in settimana si susseguono per narrare, come una storia lunga 11 settimane, quali comuni trentini avranno su un proprio sito la possibilità di riqualificare un vecchio edificio oppure la costruzione di uno nuovo. L’unica offerta informativa fatta oggi dall’Assessorato alla salute alla popolazione trentina è rappresentata da alcuni importanti numeri ma che non sono esaustivi a farci conoscere quali servizi verranno aggregati nella casa della Salute e quali saranno i modelli organizzativi attraverso i quali garantire salute ai trentini. 𝗘 𝗮𝗹𝗹𝗼𝗿𝗮 𝗻𝗼𝗶 𝗮𝗯𝗯𝗶𝗮𝗺𝗼 𝘀𝗳𝗿𝘂𝘁𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗶 𝗻𝘂𝗺𝗲𝗿𝗶 𝗽𝗲𝗿 𝗰𝗮𝗽𝗶𝗿𝗲 𝗰𝗼𝗻 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗲 𝗰𝗿𝗶𝘁𝗲𝗿𝗶𝗼 𝗽𝗼𝗹𝗶𝘁𝗶𝗰𝗼 𝗶𝗹 𝗴𝗼𝘃𝗲𝗿𝗻𝗼 𝘁𝗿𝗲𝗻𝘁𝗶𝗻𝗼 𝘀𝘁𝗶𝗮 𝗹𝗮𝘃𝗼𝗿𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗶𝗻 𝘁𝗲𝗺𝗮 𝗱𝗶 𝘀𝗮𝗹𝘂𝘁𝗲 𝗲 𝗳𝘂𝘁𝘂𝗿𝗼.

Lo Stato attraverso il PNRR ha messo a disposizione 15 milioni per la casa della Salute, e ha dato l’indicazione di far sorgere 12 strutture che per volontà politica locale si sono ridotte ad 11 cercando di distribuirle equamente nei principali comuni del Trentino. Il conteggio prosegue: un mq di ambulatorio vale €1700 e presso i Comuni candidati si cercano edifici da 700/800 mq 15.000.000 mln / 11 = 1.363.636 /1700 € = 802 mq

E𝗰𝗰𝗼 𝗾𝘂𝗶𝗻𝗱𝗶 𝘀𝘂𝗯𝗶𝘁𝗼 𝗶𝗻𝗱𝗶𝘃𝗶𝗱𝘂𝗮𝘁𝗮 𝗹𝗮 𝘀𝘁𝗿𝗮𝘁𝗲𝗴𝗶𝗮 𝗽𝗼𝗹𝗶𝘁𝗶𝗰𝗮 𝗳𝗮𝘁𝘁𝗮 𝗱𝗶 𝗻𝘂𝗺𝗲𝗿𝗶 𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝗱𝗶 𝗼𝗳𝗳𝗲𝗿𝘁𝗮 𝗱𝗶 𝘀𝗲𝗿𝘃𝗶𝘇𝗶 𝗲 𝗺𝗼𝗱𝗲𝗹𝗹𝗶 𝗼𝗿𝗴𝗮𝗻𝗶𝘇𝘇𝗮𝘁𝗶𝘃𝗶. Che non ci sia un programma politico è evidente e lampante determinato da alcuni fattori:- non farsi scappare i 15 mln offerti dalla Stato – chiudere la progettazione delle Case della Salute entro il 2026- l’importante è annunciare e fare un bel titolone – l’attuale riorganizzazione dell’APSS non declina le funzioni delle Case della Salute- si perde tempo ad ascoltare i portatori di interesse

Ben vengano le 11 Case della Salute che speriamo strada facendo prendano forma non solo dal punto di vista cantieristico, ma anche sostanziale di merito.

Ad aprile 2020 i consiglieri del PATT e il consigliere dell’UPT attraverso due distinte mozioni richiedono al Sistema provinciale la valutazione del grado di handicap, per i sordomuti, i ciechi e gli ipovedenti, quale condizione “grave” soggetta quindi ad autorizzazione a fruire dei permessi L. 104. L’impegno richiesto alla Giunta era quello di 𝘃𝗮𝗹𝘂𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗶𝗯𝗶𝗹𝗶𝘁𝗮̀ 𝗱𝗶 𝗺𝗼𝗱𝗶𝗳𝗶𝗰𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗳𝘂𝗻𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗽𝗿𝗼𝗰𝗲𝗱𝘂𝗿𝗲 𝗽𝗿𝗼𝘃𝗶𝗻𝗰𝗶𝗮𝗹𝗶 𝗱𝗶 𝘃𝗮𝗹𝘂𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝗴𝗿𝗮𝘃𝗶𝘁𝗮̀ 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗵𝗮𝗻𝗱𝗶𝗰𝗮𝗽 nell’ottica della semplificazione e soprattutto alla luce delle norme nazionali e delle indicazioni dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale.

In sostanza si chiedeva di assicurare i tre giorni mensili di permesso L.104 a coloro che a seguito di sordità e cecità si trovano in una situazione di handicap.La Provincia, seppur sollecitata in più occasioni, aveva risposto che essendo utenti in grado di svolgere una vita in totale autonomia riteneva non avessero diritto di fruire di tali permessi, a differenza di quello che avviene in tutto il resto del territorio nazionale che invece ne riconosce l’appropriatezza della richiesta. 𝗙𝗶𝗻𝗮𝗹𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗮 𝗴𝗶𝘂𝗴𝗻𝗼 𝟮𝟬𝟮𝟬 𝗹𝗮 𝗺𝗼𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗽𝗿𝗲𝘀𝗲𝗻𝘁𝗮𝘁𝗮 𝘁𝗿𝗼𝘃𝗮 𝗮𝗽𝗽𝗿𝗼𝘃𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗮 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗲 𝗱𝗶 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗼 𝗶𝗹 𝗖𝗼𝗻𝘀𝗶𝗴𝗹𝗶𝗼 𝗣𝗿𝗼𝘃𝗶𝗻𝗰𝗶𝗮𝗹𝗲.

Da quanto emerso in questi giorni sugli organi di stampa si scopre invece che è il Tribunale di Trento a dover imporre alla Provincia di Trento di riconoscere ad un sordo la condizione di handicap grave. Tutto bene quel che finisce bene. 𝗖𝗶𝗼̀ 𝗰𝗵𝗲 𝘀𝗽𝗶𝗮𝗰𝗲 𝗲̀ 𝗰𝗵𝗲 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗽𝗮𝘀𝘀𝗮𝘁𝗶 𝗮𝗻𝗻𝗶 𝗱𝗮 𝗾𝘂𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗹𝗲 𝗮𝘀𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗱𝗶 𝗰𝗶𝗲𝗰𝗵𝗶 𝗲 𝘀𝗼𝗿𝗱𝗼𝗺𝘂𝘁𝗶 𝗵𝗮𝗻𝗻𝗼 𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗮𝘃𝗮𝗻𝘁𝗶 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗯𝗮𝘁𝘁𝗮𝗴𝗹𝗶𝗮, 𝗲𝗱 𝗲̀ 𝗱𝗮𝗹 𝗴𝗶𝘂𝗴𝗻𝗼 𝟮𝟬𝟮𝟬 𝗰𝗵𝗲 𝗹𝗮 𝗺𝗼𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗲̀ 𝘀𝘁𝗮𝘁𝗮 𝗮𝗽𝗽𝗿𝗼𝘃𝗮𝘁𝗮.

Purtroppo fino ad oggi coloro che avrebbero potuto fruire di tali permessi hanno dovuto sopperire alle carenze politiche della Provincia autonoma di Trento utilizzando le giornate di ferie per poter effettuare visite, controlli, o percorsi dedicati al fine di migliorare la condizione di handicap.𝗦𝗽𝗲𝗿𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗾𝘂𝗶𝗻𝗱𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝗰𝗼𝗻 𝗹𝗲 𝗱𝗲𝗰𝗶𝘀𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗽𝗿𝗲𝘀𝗲 𝗱𝗮𝗹 𝗧𝗿𝗶𝗯𝘂𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗮 𝗱𝗼𝗺𝗮𝗻𝗶 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗶 𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮𝘁𝗼𝗿𝗶 𝗱𝗶 𝗵𝗮𝗻𝗱𝗶𝗰𝗮𝗽 𝗱𝗮 𝗰𝗲𝗰𝗶𝘁𝗮̀ 𝗲 𝘀𝗼𝗿𝗱𝗶𝘁𝗮̀ 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗮𝗻𝗼 𝗮𝘃𝗲𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝘀𝗮𝗰𝗿𝗼𝘀𝗮𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗶𝗿𝗶𝘁𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗳𝗿𝘂𝗶𝗿𝗲 𝗱𝗲𝗶 𝘁𝗿𝗲 𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗶 𝗱𝗶 𝗽𝗲𝗿𝗺𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗱𝗶 𝗟. 𝟭𝟬𝟰.

La sospensione dei novax nel mondo sanitario ha portato notevoli disagi,  tanto da causare presso l’APSS la temporanea chiusura di servizi e reparti di degenza o l’accorpamento di UUOO . Tra disagi per utenti o posticipo di prestazioni e l’allungamento delle liste d’attesa in qualche maniera l’Azienda Sanitaria cerca ogni giorno di far fronte alle tante richieste. Ovviamente purtroppo è diventata un’Azienda che non riconosciamo più come quella che abbiamo sempre visto  svettare nelle graduatorie che misurano  esiti clinici e di qualità , perchè ormai il posto è stato lasciato ad aziende di altre regioni con Governi più incisivi e responsabili. 

Il peggio però si verifica presso le RSA in quanto alcune di queste , a corto di personale , hanno completamente sospeso l’inserimento di nuovi utenti. Quindi abbiamo sul territorio trentino RSA con posti letto liberi, graduatorie di utenti da inserire ma inserimenti bloccati. La mancanza di personale, a queste strutture di dimensioni ben inferiori degli ospedali Aziendali,non permette di accettare nuova utenza perchè il personale in servizio è talmente ridotto da non essere  in grado di assicurare cure ed assistenza in sicurezza. 

Ecco che alcune RSA si sono quindi date da fare   e sono andate in cerca di infermieri che addirittura hanno scavalcato l’Oceano Atlantico per raggiungere le valli trentine. 

Saputo ciò e conoscendo il mantra della Lega trentina pare strano che i sostenitori di tale partito non abbiano urlato come di consueto “Prima i trentini”!! 

Che sia cambiato il mantra? Può essere,perché  da quando la Lega è al governo e tocca con mano i problemi urla forse meno ma in compenso fa molti selfie sperando che questi narrino la storia. 

Sta  a vedere che  a giorni anche l’Assessore Segnana la vedremo selfarsi con gli infermieri paraguayani che una RSA è andata a cercarsi oltreoceano per poter continuare ad erogare assistenza e cure. E magari l’Assessorato comunicare a mezzo stampa che la PAT ha risolto il problema della carenza di infermieri.

Troppo spesso non si è visto coerenza tra il comunicare il pensiero politico e il portarlo avanti , sinonimo questo di mancata preparazione a governare e agilità invece ad azioni populiste  dai  facili e insostenibili slogan!

Non possiamo rinunciare ad esplorare l’ambiente in quanto azione utile a stimolare la conoscenza e la cura verso il nostro territorio e le sue risorse. Partendo dall’osservazione e comprensione dei fenomeni ambientali si arriverà alla scoperta dell’uomo nel territorio passando attraverso tracce storiche ancora oggi visibili.

Ogni percorso oggi divenuto turistico narra di ecosistemi, di interventi dell’uomo, di utilità nelle varie epoche. Se ne rispettiamo le caratteristiche porteremo lontano nel tempo la storia delle nostre genti, dei lavori e delle fatiche.

E 𝙡𝙖 𝙂𝙞𝙪𝙣𝙩𝙖 𝙡𝙚𝙜𝙝𝙞𝙨𝙩𝙖 𝙣𝙤𝙣 𝙨𝙤𝙡𝙤 𝙚̀ 𝙞𝙢𝙢𝙤𝙗𝙞𝙡𝙚 𝙙𝙞 𝙛𝙧𝙤𝙣𝙩𝙚 𝙖𝙡 𝙙𝙚𝙘𝙖𝙙𝙞𝙢𝙚𝙣𝙩𝙤 𝙙𝙚𝙡 𝙎𝙞𝙨𝙩𝙚𝙢𝙖 𝙨𝙖𝙣𝙞𝙩𝙖𝙧𝙞𝙤 𝙢𝙖 𝙣𝙚 𝙖𝙘𝙘𝙚𝙡𝙚𝙧𝙖 𝙡’𝙚𝙫𝙤𝙡𝙪𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙨𝙛𝙖𝙫𝙤𝙧𝙚𝙫𝙤𝙡𝙚. Aprire i quotidiani e leggere di risorse destinate alla sanità dirottate ai privati non è un buon inizio di giornata, per nessun trentino. Fa specie pensare che nella terra dell’autogoverno che da sempre ha indirizzato idee, programmi, decisioni per garantire salute e istruzione pubblica ora vi sia un radicale cambio di guardia.Un cambiamento lento ma che piano piano sta venendo avanti e che deve preoccuparci tutti.

Oggi i quotidiani ci informano di 𝙙𝙪𝙚 𝙥𝙧𝙚𝙤𝙘𝙘𝙪𝙥𝙖𝙣𝙩𝙞 𝙨𝙞𝙩𝙪𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙞: la prima la presenza di liste d’attesa per visite specialistiche, la seconda che per far fronte alle liste d’attesa la Giunta investe sul privato. Ovviamente nulla in contrario alle attività in libera professione degli specialisti dell’APSS che sappiamo essere una modalità di fidelizzazione del cliente e di opportunità dello stesso di scegliersi lo specialista di riferimento.

Una recente Delibera giuntale prevede però che per far fronte al problema delle liste d’attesa si invita l’utente a rivolgersi al privato e potrà cosi ottenere la prestazione in tempi brevi e successivamente anche il rimborso parziale della visita. 𝙋𝙚𝙘𝙘𝙖𝙩𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙞𝙡 𝙩𝙧𝙖𝙩𝙩𝙖𝙢𝙚𝙣𝙩𝙤 𝙣𝙤𝙣 𝙨𝙞𝙖 𝙪𝙜𝙪𝙖𝙡𝙚 𝙥𝙚𝙧 𝙩𝙪𝙩𝙩𝙞 perchè il rimborso potrà ottenerlo solo il cliente che effettuerà la visita in extramoenia (nelle strutture non dell’APSS! Da qui emerge la chiara volontà del Governo trentino a voler indirizzare l’utenza trentina più verso il privato presente sul territorio che verso il pubblico e quindi verso l’Azienda Sanitaria.

𝘼𝙜𝙜𝙞𝙪𝙣𝙜𝙞𝙖𝙢𝙤 𝙖𝙡𝙩𝙧𝙞 𝙖𝙣𝙚𝙙𝙙𝙤𝙩𝙞 𝙙𝙚𝙡 𝙥𝙪𝙗𝙗𝙡𝙞𝙘𝙤 𝙫𝙨 𝙥𝙧𝙞𝙫𝙖𝙩𝙤 Nel 2019 le cure intermedie vennero trasferite dal sistema pubblico alla casa di cura San Camillo senza valida motivazione e senza un minimo di contrattazione con la APSP che le aveva gestite negli anni precedenti. Una delibera mise fine ad un contratto che reggeva competenza, disponibilità, continuità. A ottobre 2020 presso la casa di cura Solatrix di Rovereto vengono autorizzate e accreditate le sale operatorie per l’effettuazione di interventi di ortopedia, urologia e chirurgia bariatrica. Vengono poi autorizzate 5 unità di terapia intensiva post operatoria e 16 posti letto per cure intermedie. La motivazione dichiarata a mezzo stampa dall’assessorato fu quella di puntare a potenziare e integrare l’offerta della sanità pubblica. Ora si vocifera che a breve sorgerà una Casa di cura privata in quel di Pinzolo. Chissà se la variante di Pinzolo dal peso di 75 mln sarà il viatico per la clientela della Casa di Cura!

𝘼𝙥𝙥𝙖𝙧𝙚 𝙦𝙪𝙞𝙣𝙙𝙞 𝙘𝙝𝙞𝙖𝙧𝙤 𝙚𝙙 𝙚𝙫𝙞𝙙𝙚𝙣𝙩𝙚 𝙘𝙝𝙚 𝙡𝙤 𝙨𝙘𝙤𝙥𝙤 𝙙𝙞 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙖 𝙂𝙞𝙪𝙣𝙩𝙖 𝙣𝙤𝙣 𝙚̀ 𝙦𝙪𝙚𝙡𝙡𝙤 𝙙𝙞 𝙥𝙤𝙩𝙚𝙣𝙯𝙞𝙖𝙧𝙚 𝙞𝙡 𝙨𝙞𝙨𝙩𝙚𝙢𝙖 𝙨𝙖𝙣𝙞𝙩𝙖𝙧𝙞𝙤 𝙥𝙪𝙗𝙗𝙡𝙞𝙘𝙤, 𝙘𝙝𝙚 𝙧𝙞𝙨𝙘𝙝𝙞𝙖 𝙙𝙞 𝙥𝙚𝙧𝙙𝙚𝙧𝙚 𝙞𝙡 𝙥𝙧𝙚𝙨𝙩𝙞𝙜𝙞𝙤 𝙙𝙞 𝙘𝙪𝙞 𝙝𝙖 𝙨𝙚𝙢𝙥𝙧𝙚 𝙜𝙤𝙙𝙪𝙩𝙤, 𝙢𝙖 𝙙𝙞 𝙛𝙖𝙫𝙤𝙧𝙞𝙧𝙚 𝙡’𝙞𝙣𝙘𝙧𝙚𝙢𝙚𝙣𝙩𝙤 𝙙𝙞 𝙖𝙩𝙩𝙞𝙫𝙞𝙩𝙖̀ 𝙣𝙚𝙡 𝙥𝙧𝙞𝙫𝙖𝙩𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙧𝙞𝙨𝙘𝙝𝙞𝙖 𝙙𝙞 𝙘𝙧𝙚𝙖𝙧𝙚 𝙙𝙞𝙨𝙚𝙦𝙪𝙞𝙩𝙖̀ 𝙩𝙧𝙖 𝙡𝙖 𝙘𝙡𝙞𝙚𝙣𝙩𝙚𝙡𝙖.

Con questa improvvida decisione il Trentino sarà molto presto assimilabile alle regioni del sud che da sempre hanno puntato più alla privatizzazione lasciando impoverire la compagine pubblica.

Volendo si può avere il braccino corto anche sui sentimenti, ma questo ti fa vivere nell’ossessione del risparmio.

𝘼𝙗𝙗𝙧𝙖𝙘𝙘𝙞𝙖𝙢𝙤 𝙘𝙝𝙞 𝙡𝙤 𝙢𝙚𝙧𝙞𝙩𝙖 𝙢𝙖 𝙣𝙤𝙣 𝙧𝙞𝙨𝙥𝙖𝙧𝙢𝙞𝙖𝙢𝙤𝙘𝙞 𝙙𝙞 𝙤𝙛𝙛𝙧𝙞𝙧𝙚 𝙘𝙞𝙤̀ 𝙘𝙝𝙚 𝙨𝙞𝙖𝙢𝙤 𝙘𝙖𝙥𝙖𝙘𝙞 𝙙𝙞 𝙙𝙖𝙧𝙚.

Vogliamo attirare giovani, famiglie, lavoratori, turisti e poter offrire loro servizi, benessere, infrastrutture, formazione, cultura, posti di lavoro, luoghi da visitare.A ciascuno di noi il compito di tutelare ciò che di prezioso abbiamo attorno a noi.

Giro delle Malghe Val di Rabbi Vai al Link

Il 𝗰𝗮𝗿𝗼 𝗲𝗻𝗲𝗿𝗴𝗶𝗮 è diventato il vero problema che affligge i trentini e che sta andando ben oltre le problematiche legate a Vaia a alla Pandemia divenuta ormai di gestione ordinaria. In altri tempi questa situazione forse sarebbe stata affrontata dai cittadini fruitori delle utenze domestiche e industriali con un altro spirito e con un’altra disponibilità economica. Purtroppo invece l’eredità della pandemia lascia molti conti corrente personali e d’impresa prosciugati da mancati introiti.

Lunedì 𝘁𝗿𝗲 𝗺𝗮𝗻𝗶𝗳𝗲𝘀𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 si sono tenute in Trentino con il nobile intento di incontrare gli amministratori locali e provinciali per consegnare loro, simbolicamente, alcune bollette. Il messaggio che i manifestanti hanno voluto portare agli Amministratori è quello che anche i Consiglieri del PATT da dicembre 2021 stanno cercando di far capire alla Giunta e cioè quello di 𝘁𝗿𝗼𝘃𝗮𝗿𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗳𝗼𝗿𝗺𝘂𝗹𝗲 𝗲𝗳𝗳𝗶𝗰𝗮𝗰𝗶 𝗲 𝗰𝗼𝗶𝗻𝘃𝗼𝗹𝗴𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗽𝗲𝗿 𝗶 𝘃𝗮𝗿𝗶 𝘀𝘁𝗮𝗸𝗲𝗵𝗼𝗹𝗱𝗲𝗿 𝗽𝗲𝗿 𝗳𝗮𝗿 𝗳𝗿𝗼𝗻𝘁𝗲 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗶𝗼𝗻𝗲.

L’incontro più atteso durante la manifestazione era quello con l’Assessore al Commercio, o l’Assessore allo Sviluppo o meglio ancora con il Presidente della PAT che probabilmente occupati a qualche manifestazione di altro tenore hanno invece evitato.

𝗘𝗱 𝗼𝗿𝗮 𝗰𝗼𝘀𝗮 𝗮𝗰𝗰𝗮𝗱𝗿𝗮̀? Purtroppo nulla di interessante per i trentini che al massimo potranno rateizzare il pagamento delle bollette rincarate anche del 100% rispetto allo storico. Alla PAT si chiede perlomeno la possibilità di un’interlocuzione efficace anzitutto per raccogliere il malessere e magari qualche idea parzialmente risolutiva. Queste due azioni sono molto di più di ciò che invece è stato detto lunedì dal rappresentante della Giunta: “Non sappiamo cosa dirvi…non vogliamo fare demagogia…non abbiamo soluzioni a disposizione..”.Ecco, praticamente 𝗮𝗰𝗰𝗮𝗱𝗿𝗮̀ 𝗶𝗹 𝗻𝘂𝗹𝗹𝗮 𝗱𝗮 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗚𝗶𝘂𝗻𝘁𝗮 𝗲 𝗶𝗹 𝗱𝗶𝘀𝗽𝗶𝗮𝗰𝗲𝗿𝗲, 𝗶𝗹 𝗱𝗶𝘀𝗮𝗴𝗶𝗼, 𝗹𝗮 𝗿𝗮𝗯𝗯𝗶𝗮 𝗱𝗮 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗲 𝗱𝗲𝗶 𝘁𝗿𝗲𝗻𝘁𝗶𝗻𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗶𝗯𝗶𝗹𝗶𝘁𝗮̀ 𝗱𝗶 𝘂𝗻𝗮 𝗣𝗿𝗼𝘃𝗶𝗻𝗰𝗶𝗮 𝗔𝘂𝘁𝗼𝗻𝗼𝗺𝗮 𝗻𝗼𝗻 𝗻𝗲 𝘀𝘁𝗮𝗻𝗻𝗼 𝘃𝗲𝗱𝗲𝗻𝗱𝗼 𝗻𝗲𝗺𝗺𝗲𝗻𝗼 𝗹’𝗼𝗺𝗯𝗿𝗮.

La situazione legata alla pandemia e alla conseguente crisi che ci ha visti coinvolti deve metterci quotidianamente nella condizione di non dimenticare ciò che è avvenuto, ma di 𝗿𝗲𝗮𝗴𝗶𝗿𝗲 𝗮𝗳𝗳𝗿𝗼𝗻𝘁𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗳𝗮𝘁𝗶𝗰𝗼𝘀𝗶 𝗰𝗮𝗺𝗯𝗶𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶, soprattutto le modifiche radicali delle abitudini di ciascuno di noi

Inizialmente il ritrovarsi a vivere in casa, in molti casi anche molto isolati, a dover mantenere le distanze pur indossando i sistemi di protezione, a dover ridurre se non annullare quei gesti fisici ai quali eravamo abituati come le strette di mano, gli abbracci i baci amicali sono situazioni che ci hanno resi più freddi e distanti. 𝗖𝗼𝗺𝘂𝗻𝗾𝘂𝗲 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗼 𝗿𝗲𝗰𝘂𝗽𝗲𝗿𝗮𝗯𝗶𝗹𝗲 𝗽𝘂𝗿 𝗰𝗼𝗻 𝗹𝗲 𝗮𝘁𝘁𝗲𝗻𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗱𝗲𝗹 𝗰𝗮𝘀𝗼! Altre grosse modifiche hanno riguardato gli stili di vita salutari che molti di noi erano abituati a seguire per garantire una condizione sana dal punto di vista psicologico, fisico e anche relazionale.

𝗢𝗴𝗴𝗶 𝘀𝗮𝗽𝗽𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗲̀ 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗰𝗵𝗲 𝗺𝗮𝗶 𝗱𝗶𝗳𝗳𝗶𝗰𝗶𝗹𝗲 𝗿𝗶𝘁𝗿𝗼𝘃𝗮𝗿𝗲 𝗲𝗾𝘂𝗶𝗹𝗶𝗯𝗿𝗶𝗼, 𝘀𝗽𝗲𝗻𝘀𝗶𝗲𝗿𝗮𝘁𝗲𝘇𝘇𝗮, 𝗲 𝘁𝗼𝗹𝗹𝗲𝗿𝗮𝗻𝘇𝗮. 𝗠𝗮 𝗼𝗴𝗻𝘂𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗻𝗼𝗶 𝗱𝗲𝘃𝗲 𝗳𝗮𝗿𝗲 𝘂𝗻𝗼 𝘀𝗳𝗼𝗿𝘇𝗼 𝗮𝗳𝗳𝗶𝗻𝗰𝗵𝗲́ 𝘀𝗶 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗮 𝗿𝗶𝘁𝗼𝗿𝗻𝗮𝗿𝗲 𝗮𝗱 𝗮𝘃𝗲𝗿𝗲 𝗱𝗲𝗶 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗽𝗶𝘂̀ 𝘃𝗶𝗰𝗶𝗻𝗶 𝗮 𝗾𝘂𝗲𝗹𝗹𝗶 𝗮𝗶 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗶 𝗲𝗿𝗮𝘃𝗮𝗺𝗼 𝗮𝗯𝗶𝘁𝘂𝗮𝘁𝗶. In questa condizione è importante fare leva sugli strumenti personali, approcciarsi alla società in modo costruttivo, garantire responsabilità da parte di ognuno di noi.

Lo stile di vita non è una locuzione ma è ciò che c’è dentro gli abiti che indossiamo. 𝗘̀ 𝗾𝘂𝗶𝗻𝗱𝗶 𝗹𝗼 𝘀𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮 𝗲 𝗱𝗶 𝘀𝗮𝗹𝘂𝘁𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗼𝗻𝗮 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗲𝘀𝗶𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗶 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗴𝗶𝘂𝘀𝘁𝗶 𝗼 𝘀𝗯𝗮𝗴𝗹𝗶𝗮𝘁𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝘁𝗲𝗻𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗼𝗴𝗻𝗶 𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗼 𝗶𝗻 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗶𝗰𝗼𝗹𝗮𝗿𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗾𝘂𝗮𝗻𝘁𝗼 𝗿𝗶𝗴𝘂𝗮𝗿𝗱𝗮 𝗹’𝗮𝗹𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗲 𝗹’𝗮𝘁𝘁𝗶𝘃𝗶𝘁𝗮̀ 𝗳𝗶𝘀𝗶𝗰𝗮.

Gli stili di vita devono accompagnarci nella quotidianità e devono tener conto di alcuni aspetti che ci riguardano come l’attività professionale, l’età, lo stato di salute, la disponibilità di tempo libero. 𝗙𝗮𝗰𝗰𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗶𝗻 𝗺𝗼𝗱𝗼 𝗾𝘂𝗶𝗻𝗱𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝗼𝗴𝗻𝘂𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗻𝗼𝗶 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗮 𝗺𝗶𝗴𝗹𝗶𝗼𝗿𝗮𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝘀𝗮𝗹𝘂𝘁𝗲 𝗲 𝗶𝗹 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗿𝗶𝗼 𝗯𝗲𝗻𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 in questa situazione emergenziale e chi ha la fortuna come noi di vivere in una zona montana che offre percorsi di ogni difficoltà, raggiungibili in pochissimo tempo percorribili senza rischi, ne faccia buona pubblicità affinchè chi non è incline all’attività fisica all’aria aperta possa essere attratto dalle narrazioni e dai racconti anche fotografici ed organizzarsi per migliorare il proprio stile di vita.

In questi giorni si legge dai quotidiani e in una delibera il solito annuncio leghista con il quale la Giunta cerca di attirare l’attenzione per imbonirsi il trentino credulone. Fortunatamente però 𝗹’𝗶𝗻𝗱𝗼𝗹𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗰𝗶𝘁𝘁𝗮𝗱𝗶𝗻𝗼 𝘁𝗿𝗲𝗻𝘁𝗶𝗻𝗼 𝗲 𝘀𝗼𝗽𝗿𝗮𝘁𝘁𝘂𝘁𝘁𝗼 𝗾𝘂𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗮𝗺𝗺𝗶𝗻𝗶𝘀𝘁𝗿𝗮𝘁𝗼𝗿𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝗲̀ 𝗾𝘂𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗱𝗶 𝗽𝗿𝗲𝗻𝗱𝗲𝗿𝗲 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗼𝗿𝗼 𝗰𝗼𝗹𝗮𝘁𝗼 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗼 𝗰𝗶𝗼̀ 𝗰𝗵𝗲 𝗱𝗶𝗰𝗲 𝗶𝗹 𝗚𝗼𝘃𝗲𝗿𝗻𝗮𝘁𝗼𝗿𝗲 𝘁𝗿𝗲𝗻𝘁𝗶𝗻𝗼 ma quella di entrare nel merito con le proprie capacità e i propri strumenti.Entriamo nello specifico. La questione riguarda le opportunità che lo Stato dà alle Regioni e alle Province Autonome, di 𝗮𝘁𝘁𝗶𝗻𝗴𝗲𝗿𝗲 𝗱𝗮𝗹 𝗣𝗡𝗥𝗥 𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗮 𝗿𝗶𝗾𝘂𝗮𝗹𝗶𝗳𝗶𝗰𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝘀𝘁𝗿𝘂𝘁𝘁𝘂𝗿𝗲 𝘃𝗲𝘁𝘂𝘀𝘁𝗲 𝗼 𝗻𝗼𝗻 𝗮𝗴𝗶𝗯𝗶𝗹𝗶 𝗽𝗲𝗿 𝗿𝗶𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮𝗿𝗹𝗲 𝗮𝗱 𝗮𝘃𝗲𝗿𝗲 𝘂𝗻𝗮 𝗳𝘂𝗻𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝗹𝗲 𝗺𝗲𝗿𝗶𝘁𝗲𝘃𝗼𝗹𝗲 𝗱𝗶 𝘂𝗻 𝗶𝗻𝘃𝗲𝘀𝘁𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 come per esempio la ristrutturazione di 𝘃𝗲𝗰𝗰𝗵𝗶 𝗲𝗱𝗶𝗳𝗶𝗰𝗶 𝘀𝗰𝗼𝗹𝗮𝘀𝘁𝗶𝗰𝗶.

Quale Amministratore pur con tutte le difficoltà del caso non si attiva per vedere una nuova scuola sul proprio territorio? Partendo dalle difficoltà è giusto far presente che non tutti i Comuni hanno una struttura in grado di seguire il susseguirsi di numerosi bandi che arrivano dallo Stato in quanto richiedono idee, progettualità e tempi strettissimi per inviare il bando e ancor di più tempi stretti per la realizzazione. 𝗠𝗮 𝗽𝗿𝗼𝘀𝗲𝗴𝘂𝗲𝗻𝗱𝗼 𝗽𝗼𝗶 𝗰𝗼𝗻 𝗹’𝗮𝗻𝗻𝘂𝗻𝗰𝗶𝗼 𝗳𝗮𝘁𝘁𝗼 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗣𝗔𝗧 𝘀𝗶 𝗹𝗲𝗴𝗴𝗲 𝗱𝗶 𝘂𝗻𝗮 𝗽𝗼𝘀𝘁𝗮 𝗶𝗻 𝗴𝗶𝗼𝗰𝗼 𝗺𝗼𝗹𝘁𝗼 𝗿𝗶𝗹𝗲𝘃𝗮𝗻𝘁𝗲: 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝘃𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗱𝗶 𝗿𝗶𝗰𝗼𝘀𝘁𝗿𝘂𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗼 𝗿𝗲𝗮𝗹𝗶𝘇𝘇𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝗻𝗼𝘃𝗲 𝗲𝗱𝗶𝗳𝗶𝗰𝗶 𝘀𝗰𝗼𝗹𝗮𝘀𝘁𝗶𝗰𝗶 𝗱𝗶𝘀𝘁𝗿𝗶𝗯𝘂𝗶𝘁𝗶 𝘀𝘂 𝟵 𝘀𝗶𝘁𝗶 𝗰𝗼𝗺𝘂𝗻𝗮𝗹𝗶 𝗹𝗮 𝗰𝘂𝗶 𝘀𝗼𝗺𝗺𝗮 𝗱𝗲𝗶 𝟵 𝗽𝗿𝗼𝗴𝗲𝘁𝘁𝗶 𝗽𝗿𝗼𝗱𝘂𝗰𝗲 𝘂𝗻 𝘁𝗼𝘁𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗶 𝟳𝟳.𝟮 𝗺𝗹𝗻!

𝗖𝗵𝗶 𝗽𝗲𝗿𝗼̀ 𝗲̀ 𝗮𝘁𝘁𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝗶 𝗳𝗮 𝗶𝗻𝗴𝗮𝗻𝗻𝗮𝗿𝗲 𝗱𝗮𝗹𝗹’𝗮𝗻𝗻𝘂𝗻𝗰𝗶𝗼 𝗿𝗶𝗲𝘀𝗰𝗲 𝗮 𝘀𝗺𝗮𝘀𝗰𝗵𝗲𝗿𝗮𝗿𝗲 𝗹’𝗶𝗺𝗯𝗿𝗼𝗴𝗹𝗶𝗼. Infatti sul sito del Governo si legge la verità: 800 milioni di euro per il piano di costruzione di 195 nuove scuole che sostituiranno vecchi edifici (il 40% delle risorse andrà al Mezzogiorno). Si tratterà di scuole innovative dal punto di vista architettonico e strutturale, altamente sostenibili e con il massimo dell’efficienza energetica, inclusive e in grado di garantire una didattica basata su metodologie innovative e su una piena fruibilità degli ambienti didattici. 𝗣𝗲𝗿 𝗹𝗮 𝗣𝗿𝗼𝘃𝗶𝗻𝗰𝗶𝗮 𝗔𝘂𝘁𝗼𝗻𝗼𝗺𝗮 𝗱𝗶 𝗧𝗿𝗲𝗻𝘁𝗼 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗱𝗲𝘀𝘁𝗶𝗻𝗮𝘁𝗶 𝟮𝟯 𝗺𝗹𝗻 𝗱𝗶 𝗲𝘂𝗿𝗼 𝗽𝗿𝗼𝘃𝗲𝗻𝗶𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗺𝗶𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝟮 𝗲 𝗺𝗶𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝟯.𝗠𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝗮𝗿𝗿𝗶𝘃𝗮𝗿𝗲 𝗮 𝗱𝗶𝘀𝘁𝗿𝗶𝗯𝘂𝗶𝗿𝗲 𝗶 𝟳𝟳,𝟮 𝗺𝗹𝗻 𝗽𝗿𝗼𝗺𝗲𝘀𝘀𝗶 𝗽𝗲𝗿 𝗶 𝟵 𝗽𝗿𝗼𝗴𝗲𝘁𝘁𝗶 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗲 𝗺𝗮𝗴𝗶𝗮 𝗳𝗮𝗿𝗮̀ 𝗹𝗮 𝗣𝗔𝗧?

𝗘 𝗱𝗲𝗹 𝗻𝘂𝗺𝗲𝗿𝗼 𝟳 𝘁𝗶𝗿𝗮𝘁𝗼 𝗶𝗻 𝗯𝗮𝗹𝗹𝗼 𝘀𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗰𝗼𝗹𝗽𝗮 𝗰𝗼𝘀𝗮 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗱𝗶𝗿𝗲? 7 sono i doni dello Spirito Santo nel Cristianesimo: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timore.Il significato del numero 7 si riferisce all’intellettualità, alla ricerca della perfezione, alla perseveranza e al coraggio. Ci sono persone che ritengono che il numero 7 sia un riflesso di saggezza e intelligenza. In questo caso in Trentino il 7 invece è il numero dell’imbroglio, dell’annuncio e del pressapochismo. Che questo 7 di troppo sia quello mal digerito dalla Lega del settennio di Mattarella?