di Luigi Panizza
Ho letto oggi su questo giornale la risposta del segretario del PATT (termine improprio) all’intervento fatto dall’ex Presidente della Provincia Carlo Andreotti. Sorvolo per quanto riguarda il dibattito sull’Autonomia. Sappiamo che questa c’è e per cambiarla o peggio perderla l’iter legislativo per farlo è molto lungo e talmente complicato che ci vogliono anni ed al momento non c’è nessuna iniziativa in merito. Piuttosto è nostro compito e dovere esercitarla ed esercitarla bene nell’interesse di tutta la Comunità Trentina ovvero per il bene comune.
E’ in questa direzione che deve operare chi rappresenta la Comunità sia politicamente che amministrativamente. Sappiamo che il PATT ha scelto di far parte della Maggioranza Provinciale attuale in contraddizione con parte dei principi e valori etici dello Statuto. Andreotti nel suo intervento ricorda che il PATT “è ancorato laicamente alla dottrina sociale della Chiesa” . Se così è come mai il PATT ha stretto un’alleanza proprio con forze politiche che contraddicono e calpestano la dottrina sociale della Chiesa con il loro comportamento verso gli immigrati? E questo è dimostrato al lato pratico dall’abolizione dell’accoglienza diffusa e la riduzione degli aiuti alle associazioni di volontariato per le opere che realizzano sui territori d’origine degli immigrati. Altro che aiutarli a casa loro perché non siano tentati di emigrare. E la dottrina sociale della Chiesa allora che fine ha fatto?
Il Papa in questi giorni nell’intervista televisiva “Che tempo che fa” a Fazio che gli chiedeva cosa ne pensasse dei provvedimenti di Trump di rimandare in Messico tutti gli immigrati irregolari, il Papa ha risposto che “questa è una disgrazia”. E questo vale non solo per gli Stati Uniti, ma per tutto il Mondo, compresa l’Italia. E chi tira in ballo impropriamente la parola Dio deve sapere che non si può pronunciare il nome di Dio invano. E sull’argomento nel Vangelo c’è scritto “ero forestiero e mi avete ospitato”. Questa è la dottrina sociale della Chiesa. E non è questa linea che adotta la Maggioranza Provinciale in carica. Come mai allora il PATT non fa opposizione alla linea razzista del Governo Provinciale del quale fa parte? Il segretario , leggo, rigetta fermamente l’accusa di subalternità al vincitore di turno. Il segretario afferma ancora che si è alleato con Fugatti sulla base di una precisa visione e sulla possibilità di incidere sulle scelte”.
Ma ciò che sta accadendo è proprio il contrario di quello che dovrebbe volere il PATT, e il PATT non dice nulla. Quale può essere allora l’amara conclusione se non che il PATT, come dice Andreotti, “ si è messo a servizio del vincitore e per la consigliera De Magri che il PATT è diventato “un partito populista” che è sinonimo di opportunista? Altro che ideali, principi e valori che erano il fondamento e la base del defunto Partito Autonomista Trentino Tirolese”. Piuttosto che parlare alla pancia è più nobile e umano parlare all’intelligenza e al cuore anche se questo comporta delle rinunce. Rimane sempre vero quello che ha detto Degasperi che chi ha responsabilità politiche “bisogna che pensi prima alle future generazioni e non alle future elezioni”. Agli autonomisti che parteciperanno al Congresso del PATT in febbraio dico che se tutto si esaurirà in una prova di forza interna e basta, con i dissidenti isolati, nulla cambierà e le speranze di riunificazione con un cambiamento di rotta rimarranno pii desideri.
Luigi Panizza
Ex assessore e componente “Casa Autonomia E.U.