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Famiglie, casa, salute, scuola e solidarietà: a fronte di una maggioranza che persegue interessi particolari, la minoranza risponde ai bisogni della collettività

Da Paola Demagri 27 Luglio 2024

La notte scorsa è passato in Consiglio provinciale l’assestamento di bilancio. Le minoranze consiliari, fin da subito compatte, hanno fatto valere i 18.000 emendamenti ostruzionistici, unico strumento a loro disposizione per poter entrare nel merito delle questioni, resistendo alla misure della Giunta tese esclusivamente a difendere interessi particolari  e contribuendo a migliorare la manovra con proposte a favore della collettività.

Dopo un approccio muscolare della maggioranza che ha bocciato tutti gli ordini del giorno delle minoranze – molti a sostegno di famiglie e di chi è più in difficoltà e altri che riponevano impegni già votati all’unanimità nella scorsa legislatura – si è dovuti restare in Aula a votare qualche centinaio di emendamenti ostruzionistici per far arrivare forte e chiaro il segnale che la minoranza era determinata ad andare fino in fondo. Solo così si è aperta la trattativa, durata oltre 20 ore. 

Il primo risultato è stato lo stralcio dell’articolo 10 che prevedeva di fatto la possibilità di aumentare le indennità della Giunta provinciale, quelle della Camera di Commercio, oltre alla riduzione da 5 a 2 anni del tempo per il quale un ex Consigliere non può percepire indennità se nominato in enti o società. Su quest’articolo la maggioranza, a notte ormai inoltrata, ha tentato un colpo di mano finale, venendo meno all’accordo, cercando di mantenere la parte sulla modifica delle indennità di Giunta, ma ancora una volta compattezza e determinazione delle minoranze li ha portati a più miti consigli.

Anche sull’articolo 43 si è ottenuto un buon risultato, arrivando a perimetrale la possibilità di deroga al consumo di suolo nelle aree agricole non di pregio solo per aree in contiguità con quelle urbanizzate e soprattutto si è ricondotta la norma sugli alberghi dismessi alla finalità per cui era nata: ora è possibile, dopo un anno, destinarli con variante semplificata solo a residenze ordinarie, quindi per famiglie e lavoratori.

Per quanto riguarda la trattativa sulle proposte di merito, l’Alleanza Democratica Autonomista insieme a Filippo Degasperi di Onda ha ottenuto importanti risultati in favore dei trentini con diversi emendamenti approvati.

Per il sostegno alle famiglie nella manovra di bilancio 2025 la disciplina dell’addizionale regionale sull’IRPEF sarà modificata al fine di introdurre maggior gradualità, tenendo anche conto dei figli a carico.

Alla cooperazione internazionale sono state incrementate le risorse per 500.000 euro sul 2025 e il 2026.

Per la salute e sociale sono stati stanziati 200.000 euro per il 2024 e 500.000 per il 2025 per il recupero straordinario liste d’attesa. Nella dotazione organica di APSS verrà considerata l’assunzione di psicologi dedicati al sostegno dei malati oncologici. Sull’abitare sociale per persone con disabilità sono stati stanziati 250.000 euro. Verranno inoltre sostenute la robotizzazione del processo di allestimento delle terapie oncologiche e la distribuzione diretta dei farmaci negli ospedali periferici.

Sul diritto alla casa è stato aumentato di 1 milione il contributo integrativo al canone di affitto sul libero mercato e si tiene contro dei canoni di locazione della prima casa nella determinazione dell’assegno unico provinciale, per aiutare le famiglie in maggiore difficoltà economica. 

Per la sicurezza sul lavoro viene inserito nella legge sugli interventi a favore dell’economia la possibilità di finanziare investimenti su tecnologie digitali finalizzate alla prevenzione degli infortuni.

Sulla scuola sono finanziati sistemi per la didattica in favore di bambini e ragazzi audiolesi (200.000 euro), l’acquisto di arredi e attrezzature delle scuole dell’infanzia equiparate (100.000 euro). Sono stati migliorati i criteri per la stabilizzazione degli insegnanti della formazione professionale provinciale (Degasperi). Verranno impartite ad APRAN indicazioni per il riconoscimento contrattuale della flessibilità dell’orario di servizio nelle scuole di infanzia. Viene incrementato il sostegno degli studenti che praticano discipline sportive in modo continuativo. È inoltre stata inserita la valutazione statistica annuale dei livelli occupazionali post percorso scolastico e formativo.

Per gli enti locali si sono incrementate le risorse per le retribuzioni dei Segretari comunali, vista la difficoltà a reperirne e l’aumento delle responsabilità. 

27 Luglio 2024 0 Commenti
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Così è finito il nostro lavoro per rispondere ai tanti bisogni dei trentini.

Da Paola Demagri 25 Luglio 2024

Ha avuto sopravvento la bulimia della maggioranza

“La maggioranza ha la mentalità dell’opposizione, l’opposizione dimostra attitudine al Governo”
I gruppi di minoranza in Consiglio provinciale hanno spiegato le motivazioni dell’opposizione in aula: “Non siamo fermi sul merito dell’assestamento, ma su norme inserite in questa manovra per rispondere ad interessi ad personam”. No all’aumento di indennità per i membri del CdA della Camera di Commercio e della Giunta Provinciale e alla modifica alla legge urbanistica senza un percorso partecipato.
I Consiglieri di minoranza in Consiglio provinciale, di fronte alla presa di posizione della Giunta provinciale che rifiuta ogni trattativa, hanno spiegato i motivi di una opposizione che si concentra in particolare su due articoli della proposta di legge, il n.10 e il n.43, che non riguardano l’assestamento stesso.
Nello specifico, per quanto riguarda l’art. 10, le minoranze chiedono che sia adeguata la proposta provinciale a quella nazionale, ovvero che si prevedano i tre anni, anziché i due previsti dalla Giunta ora, senza compenso per i consiglieri provinciali o i membri della giunta che vengono indicati nelle cariche di nomina provinciale, ma soprattutto chiedono che sia stralciato il Comma 2, che prevede un aumento del gettone di presenza per i consiglieri, Presidente e Vicepresidente della Camera di Commercio. A questo comma si è aggiunto un sub emendamento, presentato dallo stesso Fugatti, che inizia il percorso per portare all’aumento dell’indennità dei membri della Giunta provinciale. Sull’art. 43 invece è stato chiesto di ritirarlo e di ripresentarlo, anche con tempi certi, in forma di disegno di legge sull’urbanistica, in modo che vi sia un percorso partecipato che coinvolga gli organi del Consiglio e, attraverso le audizioni, ordini professionali e Coldiretti, che già pubblicamente si sono dichiarati contrari alla normativa.
“Governare significa saper mediare. Non c’è stata alcuna disponibilità, da parte della Giunta, di arrivare ad un punto di incontro e da parte loro non è arrivata alcuna proposta, né hanno risposto alle nostre richieste. Lo stallo in cui ci troviamo è dovuto alla necessità di sistemare alcune posizioni puntuali, a costo di bloccare una manovra da un miliardo di euro”, spiega il Garante della Minoranze, Francesco Valduga (Campobase). “Contrariamente a quanto stanno facendo loro, che bocciano le nostre proposte di Ordine del Giorno senza nemmeno discuterne, noi abbiamo votato anche a favore di alcune loro proposte perché pensiamo che governare significhi dare priorità ai temi. Evidentemente chi governa ha mentalità di opposizione, mentre che fa opposizione ha attitudine al governo”.

Alessio Manica, Capogruppo del Partito Democratico, ha spiegato che la Giunta “sta impuntandosi per sistemare questioni personali, anziché per il bene del Trentino. Non siamo fermi di fronte a temi di merito della minoranza, ma di fronte a due articoli ad personam. Occorre dire a tutti i Trentini che la minoranza non sta bloccando la manovra da un miliardo, ma sta cercando di fermare l’ennesima forzatura della Giunta su temi che riguardano pochi e non certo le grandi opere di cui si parla. Se l’art. 43, come detto da loro stessi, non serve perché la normativa già consente di fare determinate scelte, allora non ha senso che loro lo mantengano in questa proposta di legge”.

Della stessa opinione Filippo Degasperi, referente di Onda Civica: “Siamo bloccati su norme che riguardano sistemazione di cose che interessano la maggioranza e non certo ai trentini. Quello che noi vogliamo evitare è che si metta in pratica il pantouflage, ma sono così avvitati su se stessi, che hanno presentato Ordini del Giorno uguali a quelli che avevano bocciato quando li aveva presentati la minoranza. Un tempo si avviava un confronto, ora non va più così. Abbiamo proposto questioni di merito, ma risposte non ne sono arrivate. Qui si parla non di un assestamento di bilancio, ma di aumentò delle indennità, poltrone, sistemazione degli amici”.

Per Lucia Coppola, Alleanza Verdi e Sinistra, “questa è la dimensione dell’antipolitica che non si dovrebbe vedere in questa aula. Si è visto stamani con gli ordini del giorno, che non sono stati nemmeno letti. Non siamo al Colosseo dove si sceglie la vita o la morte di una proposta con il pollice verso. Pretendo che quantomeno si risponda, ma loro rimangono nel silenzio. Dei nostri Ordini del Giorno non passa mai nulla, mentre noi votiamo nel merito e abbiamo anche sostenuto scelte che giudichiamo positive per il Trentino”.

Paola Demagri ha parlato di “prova di machismo “, dove “il denominatore comune è aiutare se stessi e gli amici”. “Per fugatti – ha detto – “Questa è l’ultima occasione e quindi porta a casa tutto quello che può. I consiglieri di maggioranza devono essere a disagio perché sono costretti a votare secondo quello che viene loro imposto dalla Giunta e non secondo un proprio pensiero

“Una manovra, ha concluso Roberto Stanchina (Campobase), “che crea un precedente pericoloso, perché si usa un assestamento di bilancio per far passare senza un dibattito pubblico una legge che favorisce interessi di alcuni”.

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 “LA MINORANZA CONSILIARE “ADA” ESPRIME SODDISFAZIONE PER L’ACCORDO TRA LE PARTI PER IL RINNOVO DEL CONTRATTO INTEGRATIVO DELLE COOPERATIVE SOCIALI”

Da Paola Demagri 18 Luglio 2024

La minoranza consiliare dell’Alleanza Democratica Autonomista esprime soddisfazione per la convergenza che Federazione della Cooperazione e sigle sindacali stanno trovando per il rinnovo del contratto integrativo della cooperazione sociale. Questo permetterà da un lato di riqualificare l’offerta dei servizi sociali, socio-assistenziali e socio-educativi e dall’altra di dare risposte alla perdita di potere d’acquisto di lavoratori e lavoratrici della cooperazione sociale e arrestarne la fuga verso il privato, le RSA e l’APSS, cosa che ha già iniziato a mettere in difficoltà i servizi sociali territoriali.

Ora serve che il Presidente Fugatti stanzi le risorse per dare copertura agli aumenti contrattuali e permettere così che si arrivi a siglare l’accordo tra Cooperazione e sindacati. Sono anni che chiediamo che si stanzino queste risorse, con oltre un miliardo di euro in assestamento non ci sono più alibi: se i salari sono realmente una priorità per la Giunta,  questo è  il momento per dimostrarlo.

Anche su questo faremo sentire la nostra voce in Aula durante la discussione dell’assestamento di bilancio.

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UNA STRATEGIA SENZA STRATEGIE:

Da Paola Demagri 28 Giugno 2024

tra sciatteria istituzionale e solita mancanza di prospettiva

I consiglieri e le consigliere di minoranza : Francesco Valduga, Paola Demagri, Mariachiara Franzoia, Paolo Zanella

Oggi in Prima Commissione le minoranze consiliari hanno bocciato la Strategia provinciale per la XVII legislatura. D’altronde si tratta di una programmazione lacunosa e general generica, che dice poco o nulla su come si vogliono raggiungere gli obiettivi in questi cinque anni (peccato che il “come” sarebbe proprio la strategia…) e che tra l’altro è spesso incoerente rispetto alla Strategia Provinciale per lo Sviluppo Sostenibile, a partire dalla riproposizione della Valdastico. SProSS che è stata votata la scorsa legislatura evidentemente più per obbligo derivante dall’Agenda 2030 che perché ci si creda realmente, visto che in più occasioni la Giunta ha dimostrato che la sostenibilità non è tra le sue priorità.

L’assenza di Fugatti oggi in Commissione per replicare alle nostre osservazioni, poi, dimostra quanto sia importante per questa Giunta una visione complessiva da mettere in campo nel medio-lungo termine. La replica dell’assessore Spinelli alle nostre osservazioni è stata – pare impossibile – più vuota della Strategia stessa. Restano quelli di sempre, che prendono decisioni estemporanee di sei mesi in sei mesi, dal bilancio all’assestamento (al netto delle grandi opere, per le quali ci sono sempre milionate da accantonare che poi mai ricadono a terra), anche ora che la scusa del CoViD non c’è più. E lo si vede proprio in questa Strategia provinciale, povera e incoerente sin dalla premessa, con un’analisi del contesto socio-economico dove le priorità citate da Fugatti a inizio legislatura scompaiono: non si portano dati sull’emergenza casa, sui salari più bassi del Nordest, sull’aumento delle disuguaglianze, sulla spesa per la sanità privata direttamente a carico dei cittadini più alta d’Italia.

Al di là della sciatteria generale e delle legittime posizioni politiche su alcuni temi che segnano la distanza tra chi governa e noi all’opposizione, ciò che salta all’occhio è la mancanza di proposte in risposta ai problemi identificati. Sulla carenza di personale nei Comuni nulla si dice sull’incentivazione delle fusioni, delle gestioni associate o di altre proposte credibili che rafforzino le autonomie locali e nemmeno del trasferimento di competenze alle Comunità di Valle. Sulla chiusura del ciclo dei rifiuti, dopo anni di ragionamenti ancora non si esprime nessuna posizione su tipologia di impianto, dimensionamento e localizzazione. Nulla su un piano per il risanamento degli acquedotti, sulla strategia per il rinnovo delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche per mantenerne il controllo territoriale, sul sostegno delle Comunità energetiche rinnovabili, sull’efficientamento delle abitazioni e sul contrasto alla povertà energetica. Come fossero temi secondari in questo momento storico. Nemmeno sui nidi d’infanzia si esplicita se si vuole andare o meno verso l’universalità e la gratuità, visto che ormai il trend della (de)natalità con la politica dei bonus si sta allineando a quello nazionale. Poco pure sulle strategie per contrastare il persistente divario di genere. Sui salari si dice solo che si deve cercare di alzarli, ma non si spiega con quali leve: incentivando selettivamente le aziende e favorendone la crescita dimensionale per aumentarne la produttività? trasferendo più risorse per gli affidamenti dei servizi per garantire contrattazioni integrative migliori nel terzo settore? Nulla è dato sapere. Sull’abitare poi manca completamente l’idea di un piano di edilizia residenziale pubblica e non si accenna nemmeno al problema degli affitti turistici brevi che erodono il mercato residenziale, figurarsi a possibili risposte. Sulla sanità l’approssimazione è massima, tanto che è su questo tema che è arrivato il numero più alto di osservazioni dai cittadini e organizzazioni interessate: il ruolo della prevenzione invece che essere centrale è solo accennato, manca un progetto di riorganizzazione del territorio e le strategie per l’integrazione socio sanitaria e non si definiscono leve per il trattenimento e l’attrattività del personale per garantire il funzionamento della sanità pubblica e universalistica. E quasi nulla si dice del sociale e disabilità. Sui grandi carnivori, poi, tema principale di campagna elettorale di questa maggioranza, ci si ferma alle enunciazioni di principio.

Insomma letto il documento ci si rende conto che si tratta di una Strategia senza strategie, dove manca una prospettiva di sviluppo del territorio e che di fatto è stata scritta solo perché si doveva farlo, sapendo già che tanto per altri cinque anni si continuerà comunque a navigare a vista. E i grandi cambiamenti in atto nessuno li governa, con buona pace dei trentini e delle trentine.

28 Giugno 2024 0 Commenti
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Alla lega nazionale la partita dell’autonomia differenziata a quella trentina la gestione dei grandi carnivori. Stesso metodo, stessi risultati?

Da Paola Demagri 23 Giugno 2024

I provvedimenti della politica nazionale di queste ore impongono al Movimento Casa Autonomia.eu una forte presa di posizione. Anche se l’Autonomia differenziata come fin qui approvata sembrerebbe più un provvedimento “Manifesto” che una solida realtà normativa sulla quale discutere. Questo perché la parte leghista del governo Meloni la fa passare in un momento storico in cui, in Trentino, i vecchi autonomisti identitari, quelli che dovrebbero ergersi a paladini delle prerogative del pensiero autonomista, stanno invece zitti zitti, sotto la gonna di lega e fratelli d’Italia locali. Sono, loro stretti alleati anche qui a livello provinciale, come sappiamo in funzione delle nomine di governo ricevute. Così accontentati, non li sentirete sollevare la minima critica. Da qui partono allora responsabilità e coerenza di MCA.eu, gli autonomisti della compagine di centro-sinistra. Parliamo di questo provvedimento allora. Critiche – a tratti in maniera scontata – le minoranze,  esultanti – spesso a sproposito – i leghisti. Ai più, non sarà poi sfuggito il tiepido atteggiamento del Fratelli italiani nonstante ci sia un preciso accordo elettorale che tiene in piedi il governo nazionale. Ma si sa, l’A. Diff. è un provvedimento che interessa soltanto alla lega. I Fratelli sono focalizzati sul presidenzialismo. 

E qui si apre la prima considerazione critica verso un provvedimento che di per sé, fosse realistico e applicabile potrebbe contenere numerose buone novità. Comunque, considerando i reciproci rapporti di forza tra le due compagini di governo possiamo immaginare quanto poca cura e interesse manifesterà FDI nel portare avanti la partita oltremodo complessa dei decreti attuativi. Perché al di là delle giuste preoccupazioni sulle disparità che potrebbero manifestarsi in corso d’opera, per poter procedere all’attuazione di questa norma è necessario individuare i famosi livelli essenziali di prestazione. Ma non solo perché poi questi devono venir riconosciuti insieme alle risorse idonee a poterli ridistribuire in maniera sufficientemente equa. E sul terreno dell’equità tra nord e sud, l’attuazione troverà le forche caudine dei parlamentari del sud. 

Dal punto di vista politico, elettorale e di voto dentro al parlamento, il meridione è sempre stato molto forte. Posso citare ad esempio il fatto che cinque regioni del sud hanno avuto la forza storica di introitare il 45% dei quasi 10 miliardi che la Politica agricola comunitaria aveva messo a disposizione dell’Italia ad ogni programmazione passata. Le altre 14 regioni e due Province autonome si suddividevano in sedici il restante 55. 

Immaginatevi quando si cominciassero a toccare argomenti come sanità e welfare. Tant’è che anche solo in questa fase di voto pare che Salvini ci abbia rimesso fin da subito del gran consenso in Calabria, proprio a causa della contrarietà dei parlamentari di destra di quella regione. Tutto fa pensare però che gli annunci proseguiranno, senza conseguenze e peggio, senza risultato. Buon per noi, buon per l’Autonomia trentina che alle sceneggiate della lega ci ha fatto il callo. Ricordiamo tutti un fatto di cronaca politica del quale il web da facile traccia. E’ accaduto casualmente il 21 giugno ma di ben 13 anni fa. L’accordo di allora era con il governo del momento, quello del Cavaliere nazionale. Il ministro, lo stesso. Stesse scene, stessi annunci che il tempo finì per consegnare ad un nulla di fatto.  Bene dunque che vi sia un’opposizione forte che sottoporrà al referendum questo atto politico dato da digerire d’imperio agli italiani, altrettanto bene che sia consegnato al percorso legislativo col solito atteggiamento leghista che ormai conosciamo anche qui in Trentino. Basti osservare come è stata gestita dalla lega trentina prima di opposizione e poi di governo, la partita dei Grandi carnivori. 

Dai banchi dell’opposizione avrebbero spaccato il mondo. Nella prima fase di governo hanno annunciato tutto ed il contrario di tutto, senza portare a casa niente tranne una gestione che ha coltivato paure e purtroppo tragedie. Oggi, a sei anni di distanza provano a ripartire rimettendo in piedi – e male – tutto quello che avevano smantellato sei anni fa ereditato dalle persone coscienti e competenti che avevano lasciato loro.

23 Giugno 2024 0 Commenti
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La Provincia attivi un aiuto straordinario per gli studenti lavoratori

Da Paola Demagri 18 Giugno 2024


 La categoria delle persone che si possono definire “studente” è piuttosto eterogenea. Ogni fattispecie ha però in comune una condizione: frequentare l’Università è costoso. E fuori sede, all’alimentare si aggiungono una serie di altre spese tra cui l’affitto. Così lo studiare per prepararsi ed acquisire nuove competenze sta diventando sempre più un lusso. Chi è particolarmente motivato nel seguire un certo tipo di percorso di studi, si può scontrare con problematiche economiche legate al caro vita.

Nella Mozione recentemente predisposta da Casa Autonomia.eu e sottoscritta dai Consiglieri provinciali di minoranza , abbiamo voluto occuparci di una categoria spesso poco considerata: gli studenti che scelgono di trovarsi un lavoro per sopperire almeno in parte alle loro necessità finanziarie. Persone che per non gravare completamente sulla famiglia finiscono per sottrarre tempo allo studio e alla vita sociale. Persone che, beffa nella beffa, finiscono per dimostrare un fittizio aumento del reddito e quindi dell’indicatore ISEE (o ICEF, per le borse di studio dell’Opera Universitaria). E non parliamo solo di giovani che scelgono di autosostenersi ma anche persone non più giovani che lavorano e scelgono di portare avanti un percorso di studi per riqualificarsi professionalmente.

Già molte le realtà universitarie stanno investendo nel sostegno economico ai soggetti che ne fanno richiesta. Ad esempio, è facilmente reperibile sul web il caso dell’Università degli Studi di Padova. Citiamo a tal proposito il bando annuale per la contribuzione degli studenti Alle studentesse e agli studenti con reddito annuo lordo di almeno 3.500,00 Euro percepito nel 2023 o nel 2024 in base ad un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato o determinato o ad altre attività lavorative autonome, e con ISEE fino a 50.000 Euro, è prevista una riduzione di 400,00 Euro del contributo onnicomprensivo che viene applicata su seconda e terza rata. La riduzione è concessa per un numero di anni pari alla durata normale del corso di studio, più altri tre anni, a partire dal primo anno di immatricolazione. “

Ecco allora che a nostro avviso, anche un intervento locale sarebbe estremamente opportuno. A tal proposito la copertura economica non potrebbe che provenire dall’ambito provinciale andando a compensare parte delle tasse universitarie di livello locale. Per i “fuori sede” si potrebbero ipotizzare forme di indennità da parte dell’Opera Universitaria con un bando separato rispetto a quello inerente la riduzione delle tasse universitarie a Trento. Due bandi diversi per due casistiche diverse che necessiterebbero di due fondi diversi. 

Anche la CISL, nella sua campagna nazionale “LA TUTELA DEL LAVORO NELLE TRANSIZIONI” sul tema “giovani e lavoro” solleva tutta una serie di problemi nella transizione verso il mondo del lavoro sollevando questioni spinose come l’abbandono scolastico, la ridotta quota di laureati e la necessità di potenziare la formazione degli occupati. 

Volendo parlare quindi di “studenti lavoratori” è quanto meno auspicabile un confronto non solo con la rappresentanza studentesca e l’università ma anche con gli stessi sindacati per capire se, come e quando porteranno avanti eventuali iniziative nelle contrattazioni per concretizzare una certa attenzione verso i giovani più volenterosi.

Il dispositivo della mozione depositata vuole impegnare la Giunta provinciale ad attivarsi per almeno un paio di

  • aprire un tavolo che coinvolga PAT, Opera Universitaria, Università degli Studi di Trento, rappresentanze studentesche e sindacati per elaborare strategie e soluzioni che possano mitigare disagi economici del cd. “studente lavoratore” trentino
  • valutare di destinare dei fondi a sostegno di tale categoria di studenti per incentivare l’accostamento del lavoro ad un percorso universitario (in Trentino o fuori da esso)
18 Giugno 2024 0 Commenti
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Nel suggestivo Maso Conci, nella chiesa privata, si è tenuta stamane la Santa Messa in onore di San Vito. È stato anche un momento di aggregazione per la comunità.

Da Paola Demagri 16 Giugno 2024

16 Giugno 2024 0 Commenti
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Elezioni europee e ballottaggio a Rovereto: il bilancio di Casa Autonomia.eu

Da Paola Demagri 12 Giugno 2024

Come noto, anche il nostro Movimento civico provinciale ha voluto confrontarsi con l’ampia dimensione della kermesse elettorale europea. Col suffisso “.eu” nel proprio nome non poteva esimersi da questo compito. Avvertiamo infatti come molto forte il bisogno di ispirarci a quel PPTT.ue di passata memoria. Fautore di un autonomismo di respiro europeo già da una sua precocissima intuizione. 

Onestà vuole – benché questa sia una dote che a quanto pare in politica non serve più – che si ammetta il risultato ottenuto come piuttosto deludente. Non tanto a livello locale dove AZIONE ha ottenuto i migliori risultati del suo livello nazionale, quanto piuttosto all’esito complessivo. Dove, come osservato, a sbancare sono state le Destre, anzi, le “Ultradestre”. Movimenti da far sembrare la nostra Giorgia nazionale una novellina di quella parte di Arco costituzionale. 

Ed è proprio lei a guidare l’elenco delle nostre delusioni. Con la conferma della fiducia verso il “melonismo” da parte di tutti gli italiani, abbiamo ormai tutti la certezza che a vincere in politica è più importante avere doti da showgirl che portare a casa risultati concreti. Al netto del fatto che far questo, in Italia, è ormai praticamente impossibile. 

Potrebbe essere diverso qui in Trentino. Invece, tutti i problemi degli scorsi cinque anni sono stati spazzati come polvere sotto al tappeto. Col suo gran girovagare, la Giunta provinciale ha preferito mescolare polente alle sagre paesane e tagliar nastri di ogni ordine e genere. Non importa se i lavori pubblici sono al palo, se in agricoltura vanno bene soltanto un paio di cooperative e sul resto regna il buio,  se la sanità va come va, se i giovani scappano all’estero (ma da li poi, votano verde!). In Italia l’importante è esser presenti in TV ed in Trentino al maggior numero di manifestazioni possibile. 

Un secondo elemento di insoddisfazione che le urne nazionali hanno certificato, è la litigiosità dei movimenti di Centro. Fin quando Renzi e Calenda non si faranno da parte o smetteranno di litigare quei Partiti davvero centrali e moderati non avranno la possibilità di decollare. 

Per Casa Autonomia.eu il test è comunque andato bene. Le persone che ci hanno sostenuto alle provinciali hanno risposto altrettanto bene anche in questa tornata. Di certo sarà necessario far tesoro degli aspetti che non hanno funzionato per affrontare al meglio la prossima

Nel frattempo possiamo consolarci con Rovereto, città tradizionalmente di centro-sinistra dove il risultato però, era tutt’altro che scontato. Abbiamo vinto certificando lo scarso valore elettorale che hanno dimostrato le attuali scelte del Patt. Anche a Rovereto infatti, gli Autonomisti di Panizza hanno voluto continuare nel solco del loro voltafaccia al centro-sinistra. Dopo un quarto di secolo di collaborazione col csx la dirigenza del PATT affamata più di poltrone che di destra, tiene ben salde le poche tessere rimaste, da quella parte dell’arco costiutuzionale. Così se in passato per le elezioni comunali non dava nessuna indicazione precisa di Alleanza, da quando hanno ottenuto qualche posto di potere (su nomina diretta di Fugatti) le vecchie stelle alpine hanno cambiato stile. Ora gli ordini di scuderia sono di stare dove stanno i partiti di destra. Nonostante pubblicamente il loro Segretario provi a dissimulare con parole di apertura a tutti i fronti (risultando poco credibile) 

Ecco perché al Centro sinistra gli autonomisti progressisti di MCA.eu fanno assai bene. Colmano quel bisogno di voto locale che incarna i valori di quello che un tempo, fu il PATT. Una sfida che siamo già pronti a correre ad urne europee ancora “calde”. In settimana incontreremo il nostro direttivo e in seguito allargheremo le riflessioni emerse alla Assemblea dei soci.. La data delle elezioni 2025 pare difficilmente procrastinabile rispetto alla naturale scadenza di maggio e dunque entro la fine dell’anno la maggior parte dei candidati sindaci di maggior rilievo saranno già notizia di cronaca. E noi ci saremo.

12 Giugno 2024 0 Commenti
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Ciclabile del Brenta, a quando la sua riapertura?

Da Paola Demagri 14 Maggio 2024

Il Gruppo consiliare MCA.eu, attraverso la sua Consigliera Paola Demagri, ha voluto stimolare la Giunta su uno scottante problema per il Turismo e gli appassionali delle ruote a raggi in Valsugana. Una frana, blocca una delle attrazioni forse più importanti del luogo, senza che dalla politica locale arrivi qualcosa di più che un semplice annuncio. 

Con una specifica interrogazione chiediamo lumi su questa vicenda apparentemente non ancora in via di soluzione. 

A seguire, eccone il testo in via di deposito.

La ciclabile del Brenta è una vera attrazione per turisti e appassionati non solo della Valsugana. In attesa del collegamento definitivo con Trento, parte comunque da Pergine e arriva a Bassano. Ma se vogliamo darle l’importanza che merita, più ampiamente rappresenta l’asse di collegamento tra Monaco e Venezia. La riprova sono i numerosissimi turisti tedeschi che la calcano in ogni stagione. 

In località Pianello di Grigno si registrano i passaggi tra Veneto e Trentino e nel 2023 se ne sono contati oltre 100.000. Dato destinato a rimanere non confrontabile con l’anno in corso visto che a causa di una frana, la ciclabile è preclusa al transito ormai da mesi. È pur vero che il problema è accaduto in territorio veneto tant’è che a risponderne, per altro con cura e puntualità, è il sindaco di Enego. Alla Stampa locale, racconta del suo puntuale interessamento alla vicenda. E’ un episodio che ha coinvolto la regione Veneto per competenza e la Provincia autonoma di Trento per conoscenza.

Ma al di là dei vari interessamenti il dato di fatto è che la stagione turistica è praticamente avviata e di lavori di riapertura non se ne vede nemmeno l’ombra. 

Attualmente per bypassare il tratto chiuso senza dover affrontare le forche caudine della ss47 – che peraltro è vietata alle bici -, si deve prendere il treno tra Cismon e Primolano. Come se non bastasse però, va constatato che l’alternativa del treno è praticamente un’illusione. I treni che possono trasportare bici sono una misera manciata (pare quattro) e i bus sostitutivi addirittura non le caricano. Eventualmente, in bici è possibile fare una chilometrica e complicata deviazione fino ad Arsiè per poi scendere nuovamente a valle.

Nel frattempo tra i tanti superficiali annunci, proprio della politica locale, è difficile capire cosa possa davvero servire per programmare i necessari interventi di messa in sicurezza e riapertura del percorso, e soprattutto come, quando e da chi verrà finanziato il ripristino.

Eppure la soluzione a questo rebus, potrebbe diventare un’interessante palestra ed esercizio anche per quegli assessori della giunta Trentina che qualche tempo fa consideravano pubblicamente i Fondi per i Comuni di confine come qualcosa di inutile e da rimuovere. Se Grigno ed Enego potessero ora collaborare nell’interesse collettivo, ne beneficerebbe non solo la Regione vicina ma l’intero comparto turistico locale. 

Di certo, è necessario passare dai propositi e annunci alla proposta di soluzioni concrete come non sembra riuscire a fare il Governo trentino di oggi. Sembra quasi far fatica a trovare la sua dimensione amministrativa facendo riaprire ciclabile anziché continuare soltanto a parlarne.

Tutto ciò premesso abbiamo voluto interrogare la Giunta provinciale per sapere:

quali tipi di interessamento e attività ha intrapreso la PAT, per incentivare la riapertura della ciclabile del Brenta nel più breve tempo possibile?

14 Maggio 2024 0 Commenti
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La lista di ADA per il futuro di ALA

Da Paola Demagri 9 Maggio 2024

“Una serata quella di Ala molto partecipata, nella quale ho creduto che l’obiettivo principale fosse quello di trasmettere entusiamo e fiducia a un gruppo che strumentalmente qualcuno sta dipingendo come già perdente in partenza, quello dell’AlleanzaDemocraticaAutonomista, che invece è chiamato a un’azione fondamentale. E’ chiamato a costruire le basi per il futuro e un’alternativa, in primis a un modo di fare politica sbagliato e immorale che soffoca quei valori e quegli ideali che invece devono sostenere il cammino di una Comunità come quella Alense.

In questa Città, si è compiuta negli ultimi anni un’azione politica che ha visto forze della Maggioranza di centro sinistra uscente allearsi con l’opposizione della destra leghista e nazionalista. Un’alleanza innaturale creata ad hoc, dal Sindaco uscente Soini e dei rappresentanti delle Stelle Alpine, da sempre tra le fila e sostenitori del centro sinistra alense, i quali per raggiungere uno scranno in Consiglio e “un posto al sole”, hanno accettato di piegarsi ai voleri del Presidente Fugatti e smentire il proprio passato politico, le proprie azioni e principi e così svendere il proprio territorio, cambiando idea radicalmente su temi come quello della Valdastico. Chiedendo il ripristino di “privilegi” come quello dell’auto blu a Soini, l’aumento delle indennità a sindaci e politici, e così innalzando i costi della politica.

Le stelle alpine alensi, in primis, il Candidato Sindaco Gatti e l’Assessore Aprone, che conosco bene perché miei ex compagni di partito ai tempi in cui militavo nel Patt prima di fondare CasaAutonomia nel 2022 con i Consiglieri Provinciale Demagri e Dallapiccola, erano i primi che qualche anno fà dicevano che se avesse vinto la Lega in Trentino si sarebbe persa l’Autonomia e l’identitá del Trentino stesso ma, oggi, stanno dimostrando a tutta la Comunità Alense che per una “ carega” si può essere disposti a tradire quello che si è sempre detto.

Bisogna avere paura di queste persone e credo che l’astensione per tali motivi sarà sempre un dato importante su cui riflettere e che nasce proprio da azioni politiche di questo tipo. Riportiamo Ala verso i giusti valori e riportiamola ad essere la Città libera e progressista che è sempre stata. È un progetto quello dell’Alleanza Democratica Autonomista che guarda anche a oltre le elezioni comunali perché a chiederlo è il tutto il Trentino”.

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