La tragicomedia della politica trentina

Da Paola Demagri

A dir la verità c’è poco o nulla da aggiungere a quanto è stato detto da altri sulla stampa a commento delle conclusioni alle quali è arrivata la maggioranza dopo la lunga e triste tragicomedia per la definitiva formazione della nuova Giunta Provinciale. Ho detto non a caso “tragicomedia”. Da come tutto si è svolto non si può negare quanto poco rispetto c’è stato della dignità delle persone. A volte trattate proprio come birilli. Ripetere che ci è stato offerto uno spettacolo indecoroso di cattivo esempio è proprio triste. E pensando che il nostro sistema elettorale doveva garantire tutto il contrario sa proprio di beffa, naturalmente “politica”.

Volendo limitarmi alla posizione e ruolo del PATT ormai non c’è più alcuna novità. Da quanto deciso circa un anno fa fino alla conclusione finale tutto è stato conseguente. Scelta la strada sbagliata il percorso non poteva essere diverso. Più di qualcuno mi ha detto: “ormai è cambiato tutto”. Se il miraggio era a tutti i costi il potere, questo obiettivo è stato pienamente raggiunto. Ma quello che interessa alla gente non è il possesso del potere, ma come questo potere è gestito: con quali principi, con quali metodi, con quali criteri, con quali priorità pratiche. Ed è qui che si differenziano a livello operativo le coalizioni. E di conseguenza, per i partiti  o movimenti, la scelta con chi allearsi. Senza dimenticare nel nostro caso la peculiarità dell’Autonomia Speciale che la Costituzione ci ha dato e riconosce. Proprio di questa ne è stato fatto uno scempio in questo periodo di formazione della Giunta. E  il Patt (per me ormai termine quasi anacronistico) ha dovuto assistere a tutto senza batter ciglio, sperando nei buoni eventi.

Ora che tutto si è concluso apparentemente l’esito è positivo. Il Presidente della Provincia il suo debito lo ha pagato. Ma con chi amministra il Patt? Come potrà onorare ed essere fedele ai propri principi e valori? Con quale Autonomia? Con quale potere contrattuale?  Se il “buon giorno” si vede dal mattino il resto della giornata non è certo lusinghiero. Per il bene del popolo Trentino speriamo veramente di sbagliare. Perché al di sopra di ogni ambizione o simpatia politica deve sempre comunque prevalere  il desiderio del “bene comune”, senza per questo mettere la testa sotto la sabbia come fa lo struzzo. Qualcosa da dire ancora è la domanda di come si è arrivati a determinati riconoscimenti. Nell’ultimo regalo  dell’assessore esterno il Presidente ha dovuto contraddire le motivazioni dell’istituzione di questa figura amministrativa. Sicuramente non doveva essere un riconoscimento politico, ma una scelta tecnica. Per quanto riguarda l’assegnazione al rappresentante del Patt della competenza “sulla Promozione della Conoscenza dell’Autonomia ” vorrei ricordare che è già legge l’obbligo dello studio dell’autonomia nell’ambito della storia locale, anche se tale obbligo è regolarmente snobbato dalle scuole. E l’applicazione di questa norma è di competenza dell’assessora vicepresidente Gerosa. Per la Giunta Provinciale l’Autonomia è qualcosa di pratico che riguarda tutti gli assessori nell’esercizio dei loro poteri. Non è una competenza è uno strumento da utilizzare sia a livello legislativo che amministrativo. Possiamo agire ed operare senza il consenso romano. Non confondiamo il mezzo con il fine. I dolcetti senza sostanza non valgono nulla.

Detto questo auguro a tutto il Consiglio Provinciale ed alla Giunta di operare per il vero bene del Trentino, di un Trentino non chiuso ed egoista, ma aperto al Mondo soprattutto a quello più bisognoso. E qui, come la mettiamo caro Patt con l’accoglienza degli immigrati e quella diffusa quando lo Statuto del Partito (non ancora cambiato) parla chiaramente di antirazzismo? Cambieranno idea, soprattutto Lega e Fratelli d’Italia? Si ritornerà alla normativa esistente prima dell’arrivo del Centro Destra?

Luigi Panizza