La Valsugana non si merita la politica da gazebo

Da Paola Demagri

di Sunil Pellanda

La notizia riguardo l’ennesima chiusura della ferrovia della Valsugana non è di certo una novità di quest’anno, ahimè. I disservizi che questa linea strategica sta conoscendo negli ultimi anni hanno fatto sì che rientri nel triste primato delle 10 ferrovie peggiori d’Italia secondo il rapporto “Pendolaria 2023” redatto da Legambiente.

La nuova chiusura del tratto Borgo Valsugana – Bassano del Grappa fino al 12 giugno, con lo stop di tutti i treni sostituiti da autobus, su cui però non sono ammesse le comitive ed il trasporto di biciclette (mentre sui treni presenti nel periodo 1/7 – 31/8 è garantito il trasporto di 36 biciclette), è un grave danno per l’intera economia turistica della valle. Essa negli anni, grazie ad una pista ciclabile tra le più belle d’Europa a detta degli addetti al settore (vincitrice del premio Italian green roads nel 2020), ha infatti visto nascere svariate attività imprenditoriali per integrare l’offerta turistica su due ruote.

Nessuno mette in discussione la necessità di interventi di ammodernamento “pesanti” sulla tratta ferroviaria in questione, che naturalmente creano disagi, ma se si vuole preservare un turismo di qualità i servizi vanno offerti tutti, sempre e bene.

A tal proposito ha fatto bene il presidente della Comunità di Valle (ente che Fratelli d’Italia adesso vorrebbe abolire dopo che l’attuale giunta ha dato l’aumento ai presidenti), supportato da 18 sindaci, ad inviare una nota alla Provincia indirizzata al presidente Fugatti e agli assessori Failoni e Gottardi.

La Valsugana merita più attenzione e meno “politica da gazebo” da parte della Giunta Provinciale attualmente in carica.