Le vere ragioni dell’ostruzionismo 

Da Paola Demagri

Oggi, mercoledì 10 maggio, i consiglieri Demagri e Dallapiccola del Movimento Casa Autonomia.eu, hanno partecipato alla conferenza stampa sull’ostruzionismo programmato dalle opposizioni in risposta all’assestamento di bilancio proposto dalla maggioranza. Un ostruzionismo che non vuole attaccare la manovra in sé, ma piuttosto le modalità con cui il disegno di legge è stato portato avanti dalla Giunta, come sempre sorda nei confronti delle forze politiche di minoranza.

“La triste verità è che da cinque anni l’attuale maggioranza grida di chiedere la collaborazione delle opposizioni senza volerla veramente. L’hanno fatto anche in queste ore per chiedere l’approvazione di un documento unitario per la risoluzione di life ursus. L’hanno fatto in più occasioni e in più occasioni l’opposizione ha autonomamente proposto strumenti e atti unitari e quindi rappresentativi, ma senza mai ottenere la disponibilità della maggioranza ad un accordo”.

Il più grande sgarbo è arrivato proprio in questi giorni con la manovra di assestamento. I rappresentanti della maggioranza sono arrivati direttamente in Aula, senza pensare di tenere audizioni o di coinvolgere i rappresentanti dei cittadini, delle categorie economiche, sindacali e quant’altro. Soltanto due minuti prima del termine per il deposito degli stessi, la maggioranza ha depositato i propri emendamenti per la distribuzione dei 318 milioni previsti dalla manovra di assestamento. Nulla da dire sui loro intenti di distribuzione, ciò che critichiamo è la modalità. Ancora una volta la maggioranza si è mossa senza concordarsi con nessuno, decidendo tutto al proprio interno e quindi trascurando l’analisi delle necessità esplicitate dai rappresentanti dei cittadini”.

“Per questo motivo le opposizioni hanno deciso di portare avanti un ostruzionismo serrato, che verrà eliminato soltanto quando questa maggioranza sarà disposta a rimettere tutto in discussione, senza discutere il disegno di legge in Aula, ma riportandolo all’interno della commissione competente, prevedendo le dovute audizioni e discussioni con i commissari per poi infine tornare in Aula. I tempi tecnici ci sono, le possibilità istituzionali per farlo anche. Questo gesto dimostrerebbe che l’emiciclo è veramente il luogo della democrazia, dove tutti i cittadini, anche quelli che non hanno votato la maggioranza, possono sentirsi rappresentati”.