Cordoglio e silenzio. Vite spezzate, famiglie distrutte, comunità sconvolte. 

Da Paola Demagri

Il dramma della solitudine di pochi giorni fa a Pergine, dove madre e figlia sono state trovate decedute in un drammatico isolamento. Il tentato omicidio/suicidio sul Garda nella notte scorsa. E ancora, il ragazzo di Caldes morto in circostanze incredibili. 

Cordoglio, commozione, stupore.

Sono solo queste le parole che chiunque può pronunciare. 

E un serio mea culpa di chi, pur cercando di fare del proprio meglio come abbiamo provato a fare anche noi, non è riuscito nel suo pieno intento. Creare un società più sicura, una comunità che protegge, una comunità in cui la politica si assume i propri doveri. 

Verrà il tempo del “potevano fare di più”, verrà il tempo delle responsabilità. Chi ha tentato di sminuire i problemi, chi ha smesso di raccogliere firme nei gazebo, chi non ha investito in informazione, diffusione delle conoscenza, in cultura dell’impegno verrà giudicato dall’evidenza. 

Oggi si comprende il senso delle nostre serate informative in tournée in Trentino, oggi si capisce perché abbiamo da sempre accusato la giunta di non aver affrontato di prima persona i vari problemi. Ad esempio sui grandi carnivori, questione scaricata su Roma o su chi c’era prima. 

Per questo critichiamo chi ha improntato il proprio operato in nuove varianti stradali e circonvallazioni anziché in un impegno, serio, in una sanità di qualità o in una coesione sociale in grado di assorbire, almeno in parte, le fragilità peggiori.

Ma questo non è il tempo delle critiche. Delle colpe avremo modo di parlarne ancora. 

Questo è il tempo del cordoglio e della tristezza per questi drammi terribili. Innanzitutto quello di Caldes dove una giovane vita è stata spezzata nel fiore dei suoi anni. Non di meno le altre storie, di solitudine, di follia.

Oggi è il tempo del silenzio