Welfare qualificato per i trentini: decidiamolo insieme.

Da Paola Demagri

Accolgo qui le riflessioni di Doriano Valer

La gestione di un welfare qualificato sul territorio non è sicuramente cosa da poco, è la sostanza della politica, rappresenta la capacita del governo di creare un contenitore di normative in grado di definire spazi corretti dove i vari attori sociali possono esprimersi per definire unitamente una condizione di soddisfazione comune. 

Sanità, scuola, lavoro e senso di responsabilità famigliare e dell’ambiente sono le dimensioni di base irrinunciabili per una società inclusiva, ma esse devono essere amministrate e regolate nel tentativo di conciliare vita privata del singolo con il bene comune. Ecco che quindi non si può parlare di famiglia, di natalità a prescindere da una analisi sulla conciliazione lavoro-famiglia, sui temi del lavoro precario che certamente deve trovare il giusto equilibrio con le esigenze delle imprese.

E’ evidente che la pandemia ha sconvolto alcuni ritmi e situazioni di comfort acquisiti nel tempo, abbiamo conosciuto il lavoro agile, i bambini in età scolastica hanno vissuto la loro formazioni indossando le mascherine, si sono incontrati in DAD; situazione che ha evidenziato le criticità delle infrastrutture, ci siamo abituati ad acquistare on line e ne abbiamo scoperto la comodità, ma tutto questo a quale costo?

La situazione Trentina è profondamente cambiata, la sanità sembra aver preso una deriva incontrollata dove il privato gioca il ruolo primario, la gestione amministrativa e burocratica sembra essere sempre più appesantita, inconcludente; e il cittadino ne paga il conto, rassegnato ad estenuanti attese per usufruire dei servizi sanitari sempre più scadenti; ne è testimonianza l’aumento delle persone che si rivolgono a strutture fuori provincia.

Va ingranata la marcia giusta per uscire dallo stallo

Invertire su una situazione che sta fra lo stallo e l’inadeguatezza non sarà cosa facile, ma ci si deve impegnare, incontrando le parti sociali, i professionisti, che quotidianamente si mettono al servizio della comunità; discutere e confrontarsi sui temi cercando di fare sintesi in tempi brevi. La scelta del welfare Trentino che verrà, tenuto conto del evidente rottura del rapporto di fiducia tra il governo leghista e il cittadino è nelle mani di due attori principali, i cittadini appunto, che dovranno spostare la fiducia, le loro speranze su un alternativa di governo, e gli schieramenti politici  che dovremmo prediligere il bene comune a scapito degli interessi di partito.

Se è nostro desiderio ristabilire la centralità di un welfare territoriale adeguato alla conformazione orografica, sociale e culturale delle Trentino abbiamo l’onere e il dover di presentare una proposta alternativa, regolata da una visione d’insieme libera da costruzioni ideologiche di partito; insomma una soluzione di governo guidata da scelte di buon senso che trova il consenso elettorale nei fatti e non nelle mere promesse.

Rilevo che il PD, la parte più consistente della coalizione alternativa al governo provinciale attuale, ha scelto il regolamento dei conti interni a scapito di una produttiva partecipazione alla costruzione di un’alleanza capace di creare le condizioni per riportate al voto i tanti delusi dalla politica. Ritengo che le discussioni interne dei partiti sono la base dell’espressione democratica, ma nel momento in cui tale discussione porta ad uno stallo dello scenario politico alternativo all’attuale maggioranza dovrebbe manifestarsi la responsabilità, il rispetto dell’ impegno delle altre forze politiche; insomma i personalismi dovrebbero essere messi da parte o essere successi alla scelta di un profilo idoneo alla guida del Trentino sui cui costruire un campagna elettorale e un programma di legislatura coeso.

Aspettare il nuovo segretario del PD, intavolare una nuova discussione sul profilo da proporre alla carica di Presidente sottolinerebbe la miope visione e il poco spirito di sacrificio a favore di un approccio comune alternativo e di cambio di passo del Territorio. Un segnale di compattezza forse potrebbe risvegliare un nuovo entusiasmo civico che potrebbe portare i cittadini a decidere del proprio futuro. Ma i tempi della politica spesso sembrano essere lontani e poco allineati alla realtà del nostro territorio che gode di una specificità d’autogoverno, pensata e maturata negli anni per organizzare un territorio ricco di cultura, diversità linguistiche, pensata per armonizzare visioni e convinzioni del progresso economico e sociale tra generazioni, pensata per stimolare una visione di collaborazione fattiva tra comunità con storie, dialetti e usanze differenti che rendono unico il Trentino.

I cittadini hanno bisogno di una guida che sappia anteporre il richiamo valoriale dell’Autonomia al richiamo delle dispute ideologiche e di potere dei partiti, vogliono sentire parlare di nuove opportunità per i nostri giovani che trovano spesso fuori dai confini provinciali quell’attrazione che qui non c’è, desiderano una visione positiva di un’Autonomia dinamica, moderna e determinata a ristabilire il giusto rapporto tra amministrazione e popolazione; necessitano di sentir parlare di futuro, di asili nido collegati ai luoghi di lavoro e tanto altro.

Far politica personalmente credo significhi trovare le condizioni d’equilibrio a garanzia di una dignitosa convivenza tra i bisogni presenti e le sicure esigenze future, i bambini un domani saranno adulti e gli adulti saranno anziani; l’Autonomia porta con se lo strumento per riuscire a trovare questo equilibrio, sempre in un contesto dinamico e se vogliamo moderno, consapevoli di chi siamo, ma entusiasti di percorre nuove sfide.   

Doriano Valer