Dallo “scalda-divani” di tre anni fa all’attuale fuga di lavoratori e competenze. Nella pubblica amministrazione suona l’allarme mentre il governo provinciale rimane a guardare senza fare nulla. Serve un cambio di rotta nel 2023.
Negli ultimi anni è ormai diventata evidente una falla enorme nella pubblica amministrazione. Il settore, precedentemente ambito dai lavoratori, ha subito un drastico calo dell’attrattività e perde lavoratori (e con essi competenze) ad un ritmo vertiginoso. Sorgono spontanee le seguenti domande: quando è iniziata questa caduta? E perché un settore apparentemente solido sia improvvisamente scivolato in questo modo? La risposta, secondo me, è da cercare nelle decisioni e nell’atteggiamento delle forze che governano la Provincia dal 2018.
Il primo indizio si ebbe all’incirca tre anni fa, quando l’allora segretario della Lega definì i lavoratori della pubblica amministrazione come “scalda-divani”, andando ad enfatizzare e in qualche modo legittimare il pregiudizio che i lavoratori pubblici spesso si trovano ad affrontare. All’epoca si scatenarono giuste proteste e rivolte per l’espressione di questa pesantissima affermazione dai banchi della maggioranza, ma forse nessuno si rese conto di quanto essa rivelasse riguardo all’atteggiamento della Lega nei confronti della pubblica amministrazione e ai piani del gruppo per minarla.
La seconda occasione che torna alla mente riguarda la riforma scolastica messa in atto dall’Assessorato che prevedeva l’apertura delle scuole dell’infanzia anche nel mese di luglio, obbligando ovviamente gli insegnanti a prolungare il proprio impegno lavorativo. Una decisione calata dall’alto, nel tipico modus operandi di questa Giunta, senza confronto e contrattazione con gli addetti ai lavori, che sottolinearono come l’aggiunta del mese di luglio non avrebbe migliorato il percorso pedagogico dei bambini, ma rischiava piuttosto di peggiorarlo. Innanzitutto avrebbe privato i piccoli di un’esperienza diversa e altrettanto formativa come il cambio di ambiente l’ampliamento degli orizzonti con l’arrivo dell’estate e, in secondo luogo, avrebbe snaturato la scuola dell’infanzia, che sarebbe passata da luogo di apprendimento a semplice servizio di intrattenimento. I genitori recepirono il discorso fatto dagli insegnanti, tant’è vero che pochissimi mandarono i figli a scuola in luglio. La Giunta rimase impassibile, svilendo implicitamente l’opinione di professioniste e professionisti qualificati.
Si arriva dunque all’ambito socio sanitario. Un settore tanto fondamentale per il benessere dei cittadini quanto trascurato dalle attuali forze di governo. Al momento il sistema sanitario sta attraversando un momento di crisi profonda: non si riescono ad attrarre nuovi professionisti e anche i dipendenti attuali, sia nella dirigenza che nei reparti, spesso fuggono, cercano il licenziamento per poi partecipare alle graduatorie da liberi professionisti o cosiddetti “gettonisti”. In molti guardano con desiderio all’attività privata, dove al momento trovano maggiori soddisfazioni personali ed economiche. Così stiamo assistendo all’abbandono in massa di posti di lavoro che una volta venivano considerati di prim’ordine. Cos’è successo? Forse chi governa si è dimenticato di lavorare sull’attrattività del settore? A voi l’arduo giudizio.
Infine bisogna affrontare il tema dei Comuni. Negli ultimi anni i dipendenti comunali si sono trovati sempre più carichi di responsabilità e burocrazia, al punto da creare un fenomeno paragonabile a quello dell’area socio sanitaria. I lavoratori fuggono dagli attuali incarichi, spesso cercando posto in Provincia, e i bandi per assumere nuovi professionisti si chiudono in assenza di candidature. Per non parlare poi delle situazioni in cui i Comuni vicini cercano di rubarsi tra loro il personale qualificato rimasto: com’è possibile essere arrivati a questo punto?
Ripensando al giudizio di “scalda-divani” espresso anni fa dall’allora segretario della Lega ed esaminandolo alla luce degli eventi sopra descritti esso assume un significato del tutto diverso. Sembra infatti una triste anticipazione dell’intenzione delle attuali forze di governo provinciale di ignorare i bisogni della pubblica amministrazione in alcuni casi e di minarne deliberatamente la reputazione in altri. Non è un atteggiamento accettabile e la questione andrà certamente ripresa nel 2023.
Come Casa AutonoMia.eu inseriremo nel nostro programma un punto dedicato specificatamente a questo tema e dedicheremo la dovuta attenzione ad individuare le cause alla base di questa emorragia di personale e competenze, oltre che all’elaborazione degli interventi necessari a risolverla.