Novanta minuti sono abbastanza per discutere del futuro della sanità?

Da Paola Demagri

Ai dipendenti del Sistema Ospedaliero Provinciale è stato comunicato che nelle prossime settimane saranno dedicati tre incontri da trenta minuti ciascuno per discutere tre temi essenziali sul futuro della sanità. È abbastanza per affrontare una conversazione costruttiva? Noi crediamo di no.

Sette ospedali. Quattromila dipendenti. Settecento posti letto. Oltre cinquemila sedute operatorie solo nel 2022. Questi sono soltanto alcuni numeri del sistema ospedaliero trentino. Numeri sostanziosi, che danno un’idea del livello di complessità con cui si confronta quotidianamente chi lavora all’interno di questa organizzazione. Sicuramente abbastanza sostanziosi da far impallidire il numero di ore che è stato deciso di dedicare alla discussione sul futuro di un tale organismo, fondamentale per la vita e il benessere dei cittadini.

Un’ora e mezza. Solo novanta minuti per spiegare ai lavoratori tre temi cardine della sanità trentina, ovvero l’ospedale policentrico, l’attrattività dell’azienda sanitaria e i risultati raggiunti negli ultimi anni. A ognuno di questi argomenti verranno dedicati trenta minuti: un numero già insufficiente a presentarli in modo esaustivo, figuriamoci a sostenere un dialogo produttivo con i professionisti che vivono sulla propria pelle i risultati delle scelte prese al vertice.

Come si può in trenta minuti parlare esaustivamente di una rivoluzione organizzativa come quella dell’ospedale policentrico, che riconfigura completamente la rete dei nosocomi? Come è possibile che mezz’ora sia sufficiente a trattare il tema dell’attrattività del sistema sanitario trentino nei confronti dei professionisti senza rischiare di scadere in discorsi semplicistici, che non abbraccino l’enorme importanza di questo argomento per il futuro della sanità? Come si può in trenta minuti parlare dei risultati di un’organizzazione complessa come quella degli ospedali, che va valutata attraverso una miriade di diversi parametri correlati tra loro? Ma soprattutto, com’è possibile che in questi incontri ci sia spazio per ascoltare le opinioni e chiarire i dubbi delle migliaia di professionisti che ogni giorno lavorano per migliorare la vita dei cittadini?

Purtroppo questa è l’ennesima dimostrazione della tendenza dell’attuale Giunta a calare dall’alto qualsiasi riforma senza nessun tipo di coinvolgimento dei diretti interessati. Ormai dal 2018 gli assessori prendono decisioni vitali che poi vengono scaricate sulla popolazione senza alcun tipo di confronto.

Magari quella che stiamo avanzando è una richiesta irragionevole, ma crediamo che dare ai cittadini l’occasione di far sentire la propria voce o perlomeno di comprendere a pieno le riforme che li riguardano sia la base di qualsiasi sano processo democratico. O sbagliamo?
Questo ci chiediamo dopo aver appreso che i dipendenti del Servizio Ospedaliero Provinciale sono stati formalmente invitati via e-mail a seguire in meet il loro futuro, il futuro della salute dei cittadini, il futuro della Sanità Pubblica che ormai ha il sapore della Sanità Privata.