Il 31 ottobre scade l’obbligo di portare le mascherine negli ambienti sanitari e si è in attesa di conoscere eventuale proroga sperando che eventualmente non rimanga una facoltà del Direttore Medico di Struttura. In assenza di una regola nazionale si rischia la confusione e il disorientamento dei cittadini i quali tra l’altro sentirebbero il diritto di non rispettare le disposizioni che verrebbero adottate nelle singole strutture.
Inoltre è possibile che la discrezionalità all’uso aumenti le contestazioni da parte dei cittadini esponendo ulteriormente il personale sanitario a situazioni di conflitto e violenze verbali qualora invitassero pazienti e visitatori a indossare la mascherina per proteggere i più fragili.
Di tornare alla normalità ne abbiamo tutti bisogno come di continuare a salvaguardare la salute dei più fragili e più esposti a contrarre la malattia da Covid-19.
Poiché la pandemia non è ancora finita, anche se la pressione ospedaliera è completamente sotto controllo, abbassare la guardia abolendo l’obbligo della mascherina negli ospedali, nelle RSA o negli ambulatori medici, potrebbe portare ad un nuovo rischio di picco di pandemia che non possiamo permetterci di correre.
A mio avviso sarebbe più opportuno lavorare sulla possibilità di aumentare l’accesso alle visite sia ai malati che agli ospiti delle case di riposo piuttosto che mantenere limitate le visite e liberarci dall’uso delle mascherine.
Una proficua campagna vaccinale e un mantenimento del dispositivo di protezione diminuirebbero la possibilità di contrarre il virus in quegli ambienti particolarmente delicati come quelli sanitari.
E’ probabile che le mascherine diventeranno una risposta comune per eventuali epidemie future per questo la ricerca deve orientarsi a chiarire cosa dica la scienza sui modi per incoraggiare le persone a usarle, in questo caso negli ambienti più delicati.
In tutto il mondo si stanno studiando i dati accumulati per capire quali normative adottare e per aggiornare le linee Guida OMS sulla questione pandemie.