Il Presidente Fugatti si è svegliato dal torpore e si è ricordato che sul territorio trentino insiste anche un carcere. Peccato che nella richiesta rivolta al neo Ministro della Giustizia Nordio di aumentare gli agenti di polizia penitenziaria – cosa condivisibile – si sia dimenticato che nel nostro carcere mancano in primis educatori.
Nelle visite che abbiamo avuto modo di effettuare nei mesi scorsi, infatti, abbiamo potuto riscontrare che le carenze di personale nella Casa circondariale sono molteplici. Oltre alla polizia penitenziaria, gravemente sotto organico, mancano metà degli educatori, il che mina la funzione rieducativa della pena, prevista dall’articolo 27 della nostra Costituzione. Di questi Fugatti però non fa menzione.
Anche il diritto alla salute dei carcerati e delle carcerate è garantito con difficoltà, visto il continuo turnover del personale medico e le difficoltà nelle quali operano infermieri e infermiere. I gravi problemi psichiatrici presenti richiederebbero un secondo tecnico della riabilitazione psichiatrica e l’incremento dei posti in REMS, ma anche di questo si parla da tempo e nulla si fa.
A chi oggi governa la nostra Provincia – e da qualche giorno anche il nostro Paese – poco importa della salute, del recupero e del reinserimento sociale di chi sta ai margini. L’unica funzione che riconoscono al carcere è quella repressiva e custodialista. D’altronde con la maggiore sicurezza sociale che deriverebbe il recupero dei carcerati, come si alimentano le campagne elettorali contro insicurezza e degrado?
Paola Demagri e Paolo Zanella