Per il Polo ospedaliero e universitario trentino una figura apicale non basta. Si pensi ad una struttura commissariale

Da Paola Demagri

L’articolo 60-bis della legge provinciale 13 maggio 2020, n. 3 ha istituito la figura del Commissario
straordinario per la realizzazione o l’ultimazione di opere d’interesse pubblico di competenza della
Provincia, dei suoi enti strumentali o di altre amministrazioni aggiudicatrici comprese nel sistema
provinciale integrato, previsto dall’articolo 79 dello Statuto speciale, che abbiano un rilevante
impatto sul tessuto socio-economico provinciale o siano caratterizzate da un elevato grado di
complessità progettuale. In tale occasione il legislatore provinciale ha fatto proprio l’istituto
previsto dallo Stato con il decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32, come successivamente convertito
dalla legge 14 giugno 2019, n. 55.
Per l’esecuzione degli interventi i commissari possono essere abilitati ad assumere direttamente le
funzioni di stazione appaltante e operano in deroga alle disposizioni di legge statali e provinciali in
materia di contratti pubblici. I commissari costituiscono quindi lo strumento giuridico per realizzare
le opere pubbliche fondamentali per la comunità nel più breve tempo possibile.

In questo momento la principale opera che produrrà effetti sul tessuto socio economico provinciale
è chiaramente individuabile nel nuovo ospedale di Trento.
In questi giorni è emerso come la procedura pubblica del NOT sia stata accantonata e come spetti alla
politica assumersi le proprie responsabilità per realizzare quella che sarà la principale struttura
sanitaria dei trentini.

La Giunta pare intenzionata a ripartire da zero cominciando dall’individuare un commissario. Vista l’entità dell’opera, le ripercussioni che la stessa avrà, la necessità di accelerare sui tempi progettuali e di costruzione è fondamentale che
il soggetto individuato sia in possesso, oltre ai requisiti di professionalità e di esperienza previsti, di conoscenze del territorio e e di organizzazione sanitaria. A mio modesto parere risulterebbe ancora più efficace pensare a istituire una struttura commissariale rappresentativa di competenza tecnica e giuridica.

Le conoscenze e competenze che permettono di guidare in maniera consapevole le scelte progettuali, per far sì che l’opera sia il più aderente possibile alle necessità attuali e future dal momento che è destinata a durare almeno cinquanta anni.
Ad esempio e proprio in una prospettiva progettuale di lungo termine, l’attuale zona che era destinata al
NOT lascia molti dubbi e perplessità, in quanto oggettivamente limitata nel caso di un possibile
futuro ampliamento e quindi va valutato se il sito rimane ancora il più idoneo per il nuovo ospedale.

In pochi anni le cose cambiano radicalmente e prenderne atto significa avere pensiero e lungimiranza nonché responsabilità decisionale ovviamente se il tutto è basato su dati oggettivi e serietà politica e non azione populista utilizzata in campagna elettorale.

Alla Giunta abbiamo offerto argomenti e percorsi da intraprendere perchè possa fare una scelta utile ai trentini e non solo propedeutica ad accaparrarsi voti il 25 settembre.