La Sanità che vorremmo!

Da Paola Demagri

Ai candidati che sosterremo propongo una riflessione in tema di Sanità da diffondere in questa breve campagna elettorale.


Nelle moderne società evolute, le organizzazioni socio-sanitarie sono sistemi complessi che
devono essere impostati con la logica della persuasione, dell’attrazione, dell’innovazione,
della sostenibilità economica.
Questa rappresenta la sfida più stringente dei moderni sistemi
e il valore ottimale si raggiunge nell’equilibrio tra qualità ed efficienza e nella dimensione
della forbice tra domanda e risposta ai bisogni del cittadino.


Un possibile scenario per il futuro


La pandemia ha sicuramente dimostrato una insufficiente preparazione del servizio
sanitario con alcune carenze strutturali come l’assistenza sanitaria primaria, la
gestione dei pazienti cronici e la prevenzione delle malattie infettive diffuse
. La pandemia ha
inoltre evidenziato i limiti del finanziamento nel sistema sanitario, inferiore a quello della
maggior parte dei paesi europei limitrofi
. Sono attese nuove risorse economiche e la
rivoluzione digitale, ma che non saranno sufficienti a risolvere i problemi organizzativi
soprattutto per quanto concerne la cosiddetta medicina territoriale. I nuovi bisogni connessi
alla cronicità richiedono una rivoluzione copernicana nell’organizzazione dei servizi: non solo
offerta di prestazioni singole, ma effettiva presa in carico permanente del paziente cronico
all’interno di reti istituzionali e professionali con percorsi efficaci, efficienti e appropriati.
Questo richiede che sul piano organizzativo e gestionale devono essere forti e consolidati i
rapporti interni fra le aziende sanitarie, il sistema delle case di riposo, il terzo settore, i medici
di medicina generale, gli Ordini delle professioni sanitarie, i volontari, il cittadino.

Sotto un primo profilo il Sistema Sanitario va migliorato con attenzione e
lungimiranza sulla valorizzazione di un completo stato di benessere fisico, psichico e
sociale e sullo spettro ampio delle politiche di salute
riferite non solo alle prestazioni
sanitarie, ma a tutti quei settori ed ambiti che vengono a influenzare la salute come lo sport,
l’istruzione, gli ambienti di lavoro e di vita.
Nell’ottica di miglioramento del Sistema Sanitario va considerato un secondo profilo il cui
riferimento è quello del diritto alla salute sia individuale che della collettività; così come
la gratuità o meno delle cure e la loro adeguatezza.
Sarà compito del Governo
disegnare una moderna medicina di famiglia con accordi collettivi con i medici
convenzionati. Un’integrazione socio-sanitaria in cui la vera sfida e il vero obiettivo da
realizzare siano l’autentica integrazione comunitaria che tiene conto dei professionisti, del
terzo settore, del volontariato e degli enti territoriali.
Il terzo profilo riguarda l’identità degli ospedali che devono
poter rappresentare una loro specificità al fine di essere considerati specialistici ed
ospedali magneti in grado di trattenere e di attirare i professionisti e i pazienti. Il
modello di Ospedali diffusi, di prossimità devono essere organizzati in modo tale che le
prestazioni possano essere portate nel territorio, un ospedale che superi “se stesso” e che
siano vasi comunicanti tra Ospedali e Distretti sia in termini di prestazioni, utenti che di
professionisti. Solo così anche la nostra Provincia, le nostre Valli, potranno avere garanzie di servizi di qualità, efficacia
ed efficienza. E’ possibile a nostro giudizio un modello operativo che veda un’abolizione assoluta
dei confini insiti nel paradigma socio-ambientale.
Non va tralasciato il profilo che riguarda le case della salute che il PNRR ne ha previsto
l’implementazione sul tutto il territorio nazionale. Queste hanno necessità di essere riempite da
equipe multidisciplinari che considerino la persona al centro di qualsiasi progetto clinico
assistenziale. Per fare questo è necessario superare le linee divisorie tra le varie figure
professionali, ma nel rispetto delle funzioni procedere verso una efficace e reale
integrazione e promuovere l’obbligatorietà anche su figure fondamentali come quelle degli
Assistenti Sociali e degli Infermieri di Comunità.

Avere già le idee chiare significa riuscire a condividerle e iniziare un percorso di fattibilità che parta dall’esperienza locale e ritorni a noi un modello per il Trentino attraverso un confronto più ampio a livello nazionale.