Gli effetti dannosi del politico assente: non coinvolgere nessuno  così nessuno si accorge che il politico non c’è 

Da Paola Demagri

Le decisioni dell’Assessorato prese in solitaria peseranno sulla pelle degli anziani nelle RSA, sulla vita  degli infermieri e sulla tenuta degli Enti Gestori.

In una calda sera d’estate arriva come un fulmine a ciel sereno un colpo  di mannaia. Un tempo il boia  eseguiva le  decapitazioni in presenza di testimoni per dimostrare forza e incutere paura .Il periodo era quello di regimi tirannici, con l’uso di metodi duri e radicali. Una metafora da paura, che fa accapponare la pelle ma che rende perfettamente l’idea di quanto sta subendo il sistema delle RSA trentine.

Carenza di infermieri 

Sono mesi che il sistema delle case di riposo dichiara uno stato di allerta per carenza di personale infermieristico. Difficoltà a reperirlo in quanto è diventata merce rara, difficoltà a trattenerlo perché il contratto collettivo provinciale è più appetibile di quello degli enti locali, e a questo si aggiungono le sospensioni degli infermieri che hanno deciso di non vaccinarsi e in questo periodo le ferie estive. Gli enti gestori stanno facendo quindi  i salti mortali per colmare i vuoti che si creano e per continuare a dare quelle garanzie di sicurezza e qualità assistenziale che da sempre offrono ai loro residenti. 

I Consigli di Amministrazione mai si sarebbero sognati di ridurre i cosiddetti requisiti minimi e cioè il numero di infermieri per numero di residenti per turno. 

Un tempo la parola valeva, ora non valgono nemmeno gli impegni scritti

L’Assessorato invece con estrema leggerezza ha inviato una nota con la quale indicava agli Enti Gestori di aggiustare al ribasso gli standard infermieristici. Nessun confronto con l’Ordine delle professioni infermieristiche e dei Medici Chirurghi  del Trentino,  nemmeno con UPIPA , né con la Consulta. Il documento arrivato il 4 luglio scorso cozza pesantemente con il Patto che era stato firmato lo scorso 17  maggio quando l’Assessora lo aveva sottoscritto con l’OPI. Con il Patto si ricordava che era necessario un cambio di paradigma attraverso azioni finalizzate a garantire un continuo miglioramento della qualità delle cure ai cittadini per una sanità sempre più territoriale

Nemmeno due mesi e quel balzo in avanti, fatto solo sulla carta, ne vede oggi due indietro.  Le ripercussioni saranno pesantissime dentro il sistema delle RSA  con il forte rischio di andare a incidere sulla sicurezza e la qualità delle cure. Sotto dimensionare le dotazioni infermieristiche provocherà la dilatazione dei tempi nelle attività infermieristiche, situazioni di stress e Burnout per il personale infermieristico che appena potrà lascerà le strutture per dirigersi verso lidi migliori , il privato. A questo si aggiunge il  malcontento di familiari che pagano una retta sapendo di poter godere di  una certa tipologia di prestazione che oggi verrà meno. 

La PAT tocca  gli standard infermieristici per ridurre  il finanziamento che annualmente  trasferisce  ad ogni casa di riposo ( in base al numero di posti letto e numero di personale presente) ed è quindi una mera questione di far quadrare i conti dove invece la vicina Provincia di Bolzano investe per l’area anziani e quella dei disabili.  

Fatto gravissimo quello avvenuto ma di assoluta coerenza dei comportamenti della giunta leghista: 

  • aver deciso senza il coinvolgimento della rappresentanza dei cittadini e delle professioni sanitarie di altre parti interessate e coinvolte 
  • aver da parte un tesoretto di 300 mln di avanzo dal Bilancio di previsione e non investire per la popolazione anziana, anzi decurtare il finanziamento per qualche altro concerto  
  • non farsi carico delle problematiche del sistema delle Case di Riposo che a causa della Pandemia hanno difficoltà a far quadrare i bilanci 
  • cambiare ma al ribasso in tutti il sistema socio-sanitario .

In una calda sera d’estate è possibile attenderci la totale decapitazione del sistema Sanitario e Sociale trentino