La sanità trentina ha forse bisogno di una diagnosi ?

Da Paola Demagri

C’è una malattia che affligge pesantemente il Sistema Sanitario Provinciale e la diagnosi è assai complessa. Più che malattia va precisato che il sistema è affetto da una sindrome. Per essere il più possibile precisi va detto che in medicina, con il termine sindrome, s’intende  un complesso di sintomi che possono essere provocati dalle cause più diverse.

La sintomatologia è diffusa e manifesta ormai da tempo tanto da essere davvero preoccupante in quanto  a rischio di cronicità. 

Ma proviamo ad andare con ordine e vediamo se un’attenta valutazione anamnestica e strumentale ci  consentono  di fare una diagnosi corretta. 

La Sanità che deve rappresentare la salute e il benessere della popolazione oggi è un corpo acciaccato, claudicante e depresso; le performance organizzative e individuali, intese come il risultato che si consegue svolgendo una determinata attività, dovessimo misurarle  e valutarle oggi, non raggiungerebbero gli alti livelli di sempre. Le forze si stanno spegnendo e il sistema appare sopito, stanco e stressato.

La pressione è alta ( le richieste dei cittadini ) , le pulsazioni aritmiche ( i servizi e le prestazioni ), la perdita  di sostanze in aumento ( i professionisti  che se ne vanno), le sostanze nutritizie non disponibili ( professionisti che partecipano ai concorsi ). 

La testa di questo corpo pare abbia perso la tramontana e non sia in grado di elaborare strategie per muovere gli arti ( Ospedali e territorio )  e rimettere in moto un corpo coordinato.

Alcuni esami strumentali vengono in aiuto. 

Gli esami radiodiagnostici mettono in evidenza fratture, strappi muscolari e cartilagini consumate ( rapporti e relazioni ) . Gli esami ematici mostrano alterazioni importanti e squilibri elettrolitici ( rapporti delle skill mix). Gli organi  ( UUOO, Servizi) sono ipofunzionanti ma fortunatamente indenni e non ancora  intaccati da corpi estranei ( esternalizzazione)  anche se il terreno è fertile e appetibile. 

Un quadro assai complesso ma non gravissimo perchè, anche per il sistema sanitario, esistono resistenza e resilienza. Ma quanto può durare tutto questo? 

Le cause di questa sindrome sono moltissime e alcune riconducibili a fenomeni nazionali ( carenza di medici) altri a fenomeni locali. Questi ovviamente ricadono su responsabilità politiche dove programmi, visioni e risposte appropriate non se ne sono viste. 

I problemi sono di tipo politico e tecnico ed è palese l’incapacità strategica della parte politica e di competenza della parte tecnica che dovrebbe interpretare il volere politico praticamente assente. 

Ormai il limite è stato raggiunto e non  è più accettabile andare oltre. Per questo vanno chiamati in causa tutti gli stakeholder che gravitano sul sistema sanitario a fare la loro parte per provare a ridisegnare  un sistema efficace garante della salute di ogni cittadino trentino.

Faccio quindi un appello a tutti gli interessati a non fermarci alla sola diagnosi ma  provare a trovare la cura. 

La sanità trentina si rialzerà, ne sono certa con un lavoro corale e di concertazione tra la  politica ,i  tecnici e i cittadini. 

Se avete idee, proposte, critiche e intenti lasciateli nei commenti perchè diventino patrimonio per programmare le cure da somministrare.