Si dice, canta che ti passa. La Pandemia ci ha spaventati ora possiamo aiutarci a curare le preoccupazioni e i timori anche con il canto

Da Paola Demagri

Il coro Tridentum si è presentato alla comunità trentina sabato pomeriggio  presso il Palarotari di Mezzacorona. Nei giorni precedenti i coristi facevano il conto alla rovescia  senza nascondere  tensioni, preoccupazioni e neppure l’entusiasmo che li portava finalmente, dopo 2 anni di fermo, a raccontare di loro attraverso la voce e i testi.

La breve ma intensa storia del coro Tridentum

Tra una canzone e l’altra un po’ di storia del coro è stata raccontata. Nel 2017 in maniera spontanea alcuni coristi valsuganotti si ritrovano in momenti conviviali rallegrati dal canto, la passione che li accomuna. Via via questo gruppetto di coristi iniziarono a intessere relazioni con altri coristi nonesi, solandri, fiamozzi  e giudicariesi. Oggi esiste un Coro composto da un  nutrito numero di elementi  provenienti dalle varie zone del Trentino. Da qui il nome del coro “Tridentum”. Ogni mercoledì si ritrovano per le prove. In questi cinque anni hanno costruito un nuovo coro che va a rimpolpare quel tessuto importante di Cori che il nostro Trentino ha: circa 6000  coristi e più di 200 formazioni corali. 

I  canti proposti dal palco del Palarotari si sono diffusi sia nel tempo che nel luogo in quanto alcuni testi hanno voluto rappresentare momenti storici della nostra terra trentina ; un canto lo si è voluto dedicare a Chicco Forti arrivando quindi oltreoceano.

Il bello c’è stato anche al termine del concerto

A chiacchierare a fine concerto con i vari coristi si è potuto apprezzare lo spirito con il quale questo coro lavora: principalmente con l’intento di diffondere il canto popolare, la storia e l’identità trentina. Traspare poi un modo nuovo di far parte di un gruppo attraverso la simbologia e azioni semplici di complicità e amicizia. Si sono potuti sentire grandi apprezzamenti per le performance del Maestro che le trasferisce ai coristi in forma innovativa e a quanto pare anche molto efficace. 

L’entusiasmo e l’amicizia nate dentro il coro si sono poi disseminate nella sala dei conviviali. Tra abbracci, complimenti e strette di mano si è potuto apprezzare un vero ritorno alla normalità dopo la pandemia. Il bisogno di stare vicini, di guardarsi negli occhi, di unire mani e farsi avvolgere da abbracci è stato alquanto significativo. 

I cori appassionano, i cori attraggono, i cori uniscono, i cori rallegrano, i cori a qualsiasi genere appartengano sono potenti per il nostro tessuto sociale.

il Presidente Vesco in uno dei suoi brevi ma densi interventi ha detto una delle frasi più  penetranti del pomeriggio. Ha ricordato  a tutta la sala che  i più grandi sponsor del coro sono i familiari che accettano l’impegno dei coristi, l’assenza settimanale del mercoledì, gli impegni dei concerti.

La gioia e l’entusiasmo che nascono  dentro un coro si possono poi portare dentro la  famiglia, nel mondo del lavoro, nella rete delle amicizie. 

Dopo l’evento di sabato sono tornata a casa ancora più convinta ed entusiasta che presiedere  il Coro Alpino 7 Larici di Coredo sarà un’esperienza di vita, di comunità, di cultura, di festeggiamenti e sarà per me, ma  mi auguro anche per i miei amici coristi e per il Maestro e  tutti i familiari, l’esperienza positiva  che contrasterà gli effetti negativi che la Pandemia ha provocato. 

Dico già grazie al Coro alpino 7 Larici.