Il disagio giovanile rappresentato attraverso uno spettacolo teatrale: bunker

Da Paola Demagri

Ieri presso l’Auditorium di Cles si è tenuto uno spettacolo  con attori giovanissimi guidati dalla psicologa Bronzini, per parlare del disagio giovanile fino ad arrivare al suicidio. Al termine dello spettacolo la Dottoressa Bronzine ci dice che è necessario riflettere su un’urgenza silenziosa, come è altrettanto utile trasmettere un messaggio che ci permetta di dire che  di fronte al disagio giovanile si può essere aiutati. Questo progetto  permette ai ragazzi di portare in giro nelle sale questo messaggio e di donarlo a giovani e adulti. Io ieri ne ho colta l’opportunità e per questo li ringrazio tantissimo.

Il progetto  nacque tre anni fa quando la psicoterapeuta, che accompagna questi ragazzi in tutto il percorso, li sentì parlare di  atto eroico quello commesso da un  loro coetaneo per porre fine al disagio che stava vivendo. La psicologa Bronzini  non lasciò  che le considerazioni che stavano facendo i ragazzi si fermassero a definirlo “fatto eroico” ma li invitò a riflettere, e, lei volle capire perché il ragazzo veniva ricordato come eroe. La motivazione che i ragazzi diedero è che puoi essere ricordato  eroe se muori sapendo di voler morire. 

Una constatazione pesantissima che se portata avanti potrebbe avere degli effetti devastanti. 

Lo spettacolo di ieri è stato davvero penetrante, è passato dentro a chiunque si è trovato nella sala dell’auditorium. Questo lo si è capito dalla necessità che c’è stata da parte di tutti di fermarsi a fine spettacolo a scambiarsi opinioni e considerazioni in merito a quanto avevamo appena visto. Qualcuno disse che quando stai male così, nessuno lo vede, nessuno le sente, è un male non paragonabile a quello fisico che magari ti fa contorcere su te stesso o ti provoca la febbre o l’alterazione della pressione o altre cose tangibili.

Purtroppo la nostra Provincia ha un triste quarto posto in Italia per numero di suicidi soprattutto tra i giovani. 

Sappiamo bene  che le situazioni drammatiche e difficili come quelle del disagio non si risolvono da sole. Hanno necessità di essere riconosciute, considerate, e le istituzioni hanno il dovere e l’obbligo di mettere a punto strumenti e risorse per intervenire adeguatamente. 

Il  disagio  psicologico e mentale  vengono sottovalutati e ancora oggi sono pochissimi gli  strumenti a disposizione della popolazione. La pandemia come ho già avuto modo di dire ha  incrementato le richieste di visite e controlli e  di presa in carico. La provincia non può stare a dormire di fronte a questa necessità che considero il bisogno più grande che possa avere in questo momento la nostra società. 

Dal disagio derivano violenze, cattiverie, emarginazione, solitudine, paure, abuso di sostanze, atti vandalici, morti. Dal disagio emerge la parte peggiore di una società.

Non permettiamo più di dire che la nostra società è malata . Se lo è, curiamola . La Provincia Autonoma di Trento deve fare un investimento straordinario per l’ambito della Salute Mentale , solo così potremo salvare le persone dal disagio e dalla sofferenza. A breve depositeremo un disegno di legge per trattare l’argomento legato ai problemi di salute mentale , auspicando che la Giunta ne colga l’opportunità perchè il malessere va oltre il colore politico : la salute è di tutti. SALVIAMOLA