Serve raddrizzare la rotta del sistema sanitario provinciale?

Da Paola Demagri

Salute e benessere dei cittadini trentini : una bussola per non sentirsi smarriti.

La bussola è uno strumento che garantisce ai navigatori di orientarsi e non perdere e mantenere la rotta navale. Si  dice infatti che chi naviga senza bussola stia operando alla cieca; se la si perde, si parla di smarrimento e confusione 

Tutto ciò descritto a mio modo di vedere rappresenta metaforicamente la sensazione che il cittadino e i professionisti hanno  di sé all’interno del sistema sanitario provinciale. Oggi, dopo la Pandemia, purtroppo Il cittadino sente di  esistere come soggetto e non come persona. Esprime  dei bisogni socio-sanitari e per questo  s’imbatte con il sistema sanitario. Quest’ultimo dimostra da sempre di essere  in grado di produrre servizi ma recentemente assistiamo ad un ‘interruzione del processo che coniuga la  persona alla  prestazione. 

Un esempio aiuta nella comprensione del concetto: c’era un anziano in Pronto Soccorso…

Un’anziano che si rivolge al Pronto Soccorso per un problema acuto oggi ha l’opportunità di essere preso in carico dall’infermiere di triage che gli assegna il codice priorità che se non è rosso ha dei tempi di attesa variabili ( da 1 ora a 6/8 ore a volte anche oltre), di essere sottoposto ad esami strumentali e diagnostici, di avere una diagnosi, di essere curato o di essere assegnato a chi proseguirà con le  cure.  Se l’anziano è s-fortunato viene sistemato in barella, se la situazione non è grave in carrozzina. Ma nel frattempo passano le ore e il nostro paziente verte in una situazione di disagio e talvolta anche di solitudine e scomodità. 

L’anziano ha espresso un bisogno , il Pronto Soccorso ha erogato le prestazioni ma l’umanizzazione dove è finita? Poi è bene quel che finisce bene ma  a quali spese? Per l’anziano corsie di priorità se ne possono costruire? Si, rispondo ci sono da anni, ma recentemente demolite causa spazi inadeguati e carenza di personale. A pagarne le spese ancora il personale e il cittadino che vivono disagi diversi ma pur sempre frustranti. 

I primi perché sentono di non avere più a disposizione un’organizzazione che gli fornisca strumenti sufficienti ed adeguati, il secondo perchè sente violato il suo diritto alla salute in quanto non comprensivo di umanità e celerità. 

Scelte politiche discutibili, tagli di servizi, riorganizzazione sanitaria, difficoltà a reperire nuove risorse, aspettative dei cittadini mettono in discussione la tenuta del Garante ( SSP)  della salute del cittadino . A questo si aggiunge la privatizzazione dei servizi che non ha niente a che vedere con un modello di servizio sanitario pubblico, equo e universalistico. 

Credo sia utile proporvi un’altra storia: dove ti trovo mio caro Psicologo?

La salute mentale di molti è a rischio, con motivazioni che provengono anche da recenti fatti ( pandemia, guerra) e il cittadino sente il bisogno di esprimere delle richieste di aiuto. Un supporto psicologico spesso è la soluzione al problema . Ma provate a chiamare il CUP per chiedere una visita psicologica! A parte la lunga attesa al telefono ( che la si può certamente tollerare con una buona dose di pazienza) trovate la lunga attesa per una visita in regime istituzionale. A questo punto il cittadino che sente di non poter aspettare oltre per non peggiorare la sua situazione , cerca aiuto nel privato dove trova ampissima offerta di gusti, di sede, di preparazione, di competenza, di età. Ma per coloro che una visita privata non se la possono pagare? Per coloro che queste cure potrebbero durare anni?

Ahi Ahi Ahi povero Trentino che è guidato a percorrere le vie del privato .

Ad inizio 2019 la Giunta decide di spostare le Cure intermedie dalla APSP De Teschider alla San Camillo ( Privato convenzionato) . Motivo? Mai pervenuto

Autorizzazione e Accreditamento delle Sale operatorie ella Solatrix . Che senso ha ampliare l’offerta ortpedica nel privato quando nei nostri 7 Ospedali vi è un’ortopedia di eccellenza?

Liste d’attesa intasate. Arriva in aiuto una delibera che con 1.5 milioni consente il parziale rimborso all’utente che abbia fatto una visita a pagamento purchè fatta fuori dalla APSS, quindi nei centri privati.

Al peggio non vi è mai fine. Ora per far fronte alle carenze di organico APSS utilizzerà Cooperative e gettonisti. Bene in una situazione urgente e imprevista ma qui viene avanti la volontà di programmare servizi interni ad APSS.

Avrò visto male? Non credo ma sono pur disponibile ad essere smentita che non sia la privatizzazione l’attuale maggior interesse dell’Assessorato alla Salute.

Si può raddrizzare la rotta? 

Per essere raddrizzata è necessario acquisire consapevolezza che anche la sanità è un mercato condizionato dell’offerta attorno al quale ruotano numerosi attori: l’ azienda sanitaria, il privato, i manager, i professionisti, i cittadini, l’università, l’industria, la società, la Provincia, le associazioni di pazienti. 

Una sanità pubblica ed è qua deve provare a riallineare gli obiettivi divergenti tra cittadino e sistema e anche quelli conflittuali tra i vari stakeholder mettendo al centro la persona con il bisogno di  salute fisica e psichica. 

Non svendiamo la salute a facili guadagni, ma investiamo in salute per guadagnare in salute con i principi della sostenibilità : per tutti e per sempre.