Il turismo e la sanità del Trentino accumunati dalla carenza di personale.

Da Paola Demagri

E’ necessario che la politica trentina non dorma sugli allori perché il tempo perduto non si recupera più!

Si è tenuta ieri presso il Palanaunia di Fondo la 76esima assemblea ASAT . Gli intervenuti, hanno toccato tematiche di attualità come gli effetti e l’eredità della pandemia, la Guerra in Ucraina, il rincaro delle materie prime. Un triste posto d’onore è stato riservato al grande tema della mancanza di lavoratori nel settore turistico. Ovviamente tale questione è trasversale in più ambiti ma in particolare in quello della sanità e del turismo. 

Come vi ho  raccontato nei giorni scorsi nel sistema sanitario vi è una perdita continua di professionisti ed una difficoltà a reperire nuove risorse. Le professionalità più ricercate sono quelle mediche e quelle infermieristiche,  queste ultime,  soprattutto presso le case di riposo. I primi invece  tendono a volgere lo sguardo verso gli ambiti privati dove pare trovino maggior accoglienza e capacità di trattenimento. Gli infermieri invece   scelgono l’azienda sanitaria per svariati motivi ed uno di questi riguarda una retribuzione  più favorevole rispetto a quella degli enti locali.

E in ambito turistico che cosa accade? 

La stagione 2022 è alle porte e le cronache nazionali ci parlano di un problema di carenza di personale generalizzato da nord a sud della penisola che sta assumendo dimensioni sempre più critiche. Le ultime previsioni evidenziano un fabbisogno di oltre 390.000 persone necessarie tra maggio e luglio per i servizi turistici. Con un aumento del 65% rispetto alla stagione estiva 2021. E’ evidente che non stiamo parlando del solo problema legato alle retribuzioni particolarmente basse e poco attrattive. Viene avanti anche la questione dei sostegni pubblici che anziché spronare l’addetto turistico a cercarsi un lavoro favoriscono la disoccupazione o l’accettazione di lavoro in nero. Si è visto che molti addetti alla ristorazione tendono a spostarsi verso altri ambiti dove vi è più tutela e garanzia accettando anche lavori notturni e festivi. Nell’ultimo anno i dati ci dicono e si è perso il 21% di dipendenti con  contratto a tempo indeterminato in quanto molti hanno deciso di licenziarsi e lasciare il lavoro. E’ inoltre implicito che la stagionalità del turismo crea discontinuità nel lavoro ed aumenti  la difficoltà a trovare nuove risorse. 

Prima del periodo della pandemia era importante cercare il lavoro, ora pare più importante avere tempo. Che la pandemia abbia fatto ripensare alle nostre vite?

La frase che rimbomba fortemente è :si vive una volta sola ! Per tale motivo sembra che gli operatori turistici preferiscano lasciare questo tipo di lavoro per cercarne uno nuovo  meno impegnativo e più facile ma che consenta soprattutto un ottimo bilanciamento fra il tempo lavoro è il tempo libero.

Il Trentino non può fare a meno dei  sanitari e degli addetti al  turismo. 

Fatta una breve analisi in ambito turistico e in ambito sanitario viene spontaneo ed automatico pensare che è necessario tornare ad essere in entrambi i casi appetibili e di interessanti per i lavoratori. 

Nel caso della sanità per evitare che i professionisti vadano verso il privato e che i servizi pubblici vengano privatizzati. 

Nel caso dell’ambito turistico per garantire l’apertura dei servizi turistici ed evitarne la loro conversione in servizi che abbisognano di meno risorse ( da albergo a B&B)

Per rendere entrambi i luoghi appetibili non possiamo dimenticare di considerare il cambiamento avvenuto nelle persone a seguito della pandemia, non possiamo non tenere in considerazioni le nuove necessità e soprattutto saper valutare il nuovo paradigma sociale ed economico.

In tutti i casi gli interventi dovranno partire dal periodo della scolarizzazione per favorire un cambiamento culturale, per poi agire durante la  formazione e preparare gli studenti ad un percorso formativo, sia in ambito sanitario che in ambito turistico, ad ottenere un’ esperienza professionale arricchente.Rimane poi lavorare nelle organizzazioni e nelle Aziende affinchè possano garantire e sviluppare il senso di appartenenza, il cosiddetto benessere organizzativo , formazione, carriera e retribuzione.  

Per far si che alla prossima Assemblea ASAT i dati forniti e gli umori dei presenti siano migliori è necessario che la politica trentina non dorma sugli allori perchè non si recupera più il tempo perduto!