Quali prospettive per i pazienti cronici?

Da Paola Demagri

Parlando di cronicità, qualche informazione.

L’OMS definisce le malattie croniche come “problemi di salute che richiedono un trattamento continuo durante un periodo di tempo da anni a decadi” con chiaro riferimento all’impegno di risorse, umane, gestionali ed economiche.La malattia cronica si differenzia dalle patologie ad andamento acuto per alcune caratteristiche quali: insorgenza graduale nel tempo, necessità di cura continua e non risolutiva, necessità di assistenza sanitaria a lungo termine per migliorare la qualità di vita.

Le malattie croniche, in ragione dell’aumento della popolazione anziana, sono in continua crescita; le persone che ne sono affette sono spesso portatrici di più malattie con famiglie  in difficoltà per il carico che queste comportano.

 La “transizione demografica” determinata dall’aumento dell’aspettativa di vita e dal declino della natalità che caratterizza anche la nostra provincia si associa quindi ad una “transizione epidemiologica”, legata all’aumento delle malattie croniche. Le malattie croniche rappresentano un tema di estrema rilevanza per il Sistema sanitario provinciale, tanto da considerarle  dopo l’evento della pandemia la priorità in termini di investimenti tecnologici e strutturali. 

Ma per le risorse umane cosa sta facendo la PAT? 

A volerla dire tutta e bene sta facendo scappare i professionisti che dalle RSA cercano possibilità in APSS e dall’APSS cercano possibilità nel privato, in Alto Adige o fuori regione. Quelli più giovani e neolaureati addirittura non prendono in considerazione la nostra offerta provinciale ma guardano a proposte europee in quanto più professionalizzanti e meglio remunerate.

E le prospettive per i pazienti cronici in Trentino?

Gli obiettivi di cura nei pazienti con cronicità, non potendo essere rivolti alla guarigione, sono finalizzati al miglioramento del quadro clinico e dello stato funzionale, alla minimizzazione della sintomatologia, alla prevenzione della disabilità e al miglioramento della qualità della vita. Per realizzare tali obiettivi sono necessari interventi innovativi  dell’attuale sistema sanitario: un diverso modello integrato ospedale/territorio, una riorganizzazione complessiva dell’attività dei MMG e PLS, un approccio alla malattia cronica che riconosca e valorizzi la figura dell’infermiere di famiglia.

Ad aiutare la nostra PAT a prendere la strada giusta vi è il DM 71 che individua il Distretto quale perno del sistema , con la Casa della Comunità e gli Ospedali di Comunità. Questi interventi strutturali risiedono in decisioni che hanno un futuro a lungo termine. E da qui alla concretizzazione di queste strutture, per le quali per altro ho il forte dubbio vi siano risorse umane da mettere a disposizione? Purtroppo sarà un mero travaso di medici e infermieri che dal Poliambulatorio o dagli ambulatori periferici passeranno alla Casa della Comunità!

Oggi i servizi per pazienti cronici vengono mantenuti attivi?

Badate bene che ciò che sta accadendo in questo periodo potrebbe avere dei risvolti gravissimi sui pazienti cronici. Sul territorio noneso e solandro vi è una continua perdita di servizi per chiusure degli stessi con una motivazione che ormai non può più reggere: il COVID-19. Basta, non se ne può più che sia il Covid a chiudere tutto. Al virus non ci si deve arrendere ma lo si deve combattere.

Un elenco degli ambulatori chiusi

Punto Prelievi di Pellizzano= gli anziani ogni 15 giorni si devono recare a Malè per il prelievo del controllo della malattia cronica ( INR)

Ambulatorio di odontoiatria= sospeso perchè il riunito è obsoleto. Sembra che per questioni di budget si porti quello di Mezzolombardo a Malè e al San Giovanni ne arrivi uno nuovo. Vi sembra normale che Malè abbia una macchina di seconda mano?

Fototerapia= chiamando l’ambulatorio di dermatologia per prenotare le sedute con raggi UVB si scopre che per maggio vi è disponibilità e poi da giugno l’ambulatorio chiude. Dove andranno i pazienti affetti da psoriasi o altre patologie croniche dermatologiche?

Diabetologia= da un giorno all’altro il Medico diabetologo dell’Ospedale di Cles è stato trasferito all’ Ospedale di Arco che ha un PS con forte carenza di Medici. La coperta è corta lo sappiamo, ma togliere uno specialista su due significa ridurre a metà la disponibilità di visite e controlli ai pazienti diabetici.

Non parliamo poi dell’oculista, del ginecologo, del cardiologo che al Poliambulatorio di Malè sono diventati una rarità introvabile.

La realtà dei fatti è quella narrata dai pazienti che non trovano posti per visite e controlli utili alla gestione della propria malattia cronica.

Ti metti una mattina fuori dall’ospedale e dal Poliambulatorio e chiedi a chi passa coma va con la salute. Le risposte date rappresentano la delusione per avere una Sanità trentina che non è più in grado di offrire servizi. L’utente percepisce che da eccellente è passata a discreta.

Suvvia però non perdiamoci d’animo, diamo anzitutto all’Assessora materiale perché possa rendersi conto dei bisogni non soddisfatti, e magari domattina magicamente i servizi riaprono ; poi mettiamoci idee e proposte che il programma della Sanità va costruito dal 2023 guardando ad un futuro a lungo termine.

E non c’è più tempo da perdere!