Azioni coordinate per migliorare la coesistenza fra lupo e attività umane a livello di popolazione alpina 

Da Paola Demagri

Al Muse un documentario premiato, dedicato alla pastorizia, una professione sempre più difficile da fare

Un viaggio attraverso il Lagorai,  le Alpi trentine e le Dolomiti per seguire i pastori e i loro greggi,  fatto attraverso un documentario di Emanuele Confortin , premiato nel 2021 al Trento film festival. Il documentario ci racconta la complessa e organizzata attività dei pastori transumanti che vivono fuori casa sette mesi all’anno. Di strada ne percorrono tanta e di ostacoli o difficoltà ne incontrano ogni giorno: divieti di pascolo, intemperie, mancanza di comodi rifugi per riposare, zone rocciose e meno adatte al pascolo, ferite e lesioni delle pecore che poi ne limitano la camminata, la gestione dei cani da guardiania e negli ultimi anni la ininterrotta custodia del gregge per evitare l’attacco del lupo.
Perciò l’attività principale è quella di cercare i pascoli migliori per i loro greggi, garantire il benessere animale lasciando in secondo piano le comodità dei pastori. A tutto questo si aggiunge la difficile convivenza con il lupo che sta ormai occupando le zone boschive delle nostre valli , fino ad arrivare anche nelle vicinanze delle aree urbanizzate. 

La verità che va raccontata.

Il lupo si sa è e rimarrà per sempre animale protetto a livello nazionale ed Europeo ma alla politica provinciale spettano comunque dei compiti che non possono essere delegati ad altri. In primis le attività di monitoraggio delle aree interessate con il costante aggiornamento dei dati per conoscere il numero dei branchi e la loro distribuzione sul territorio. Una seconda importante attività è quella informativa, corretta e approfondita, senza voler sottovalutare il problema, raccontando semplicemente la verità: il lupo c’è e rimarrà per sempre e dal lupo è necessario proteggere gli animali e se stessi ( anche se di attacchi all’uomo in Italia e in Europa non ne sono registrati dopo il 1900).

Il ritorno naturale del lupo richiede un cambiamento nelle pratiche pastorali che erano state consolidate durante la sua assenza lunga oltre un secolo. I pastori e i loro greggi devono essere i principali attori da coinvolgere nelle decisioni politiche , soprattutto per la loro salvaguardia. Devono avere garanzie di protezione, assegnazione di strumenti protettivi, indennizzi, ascolto e comprensione delle difficoltà che ogni giorno incontrano.

La provincia Autonoma di Trento può fare di più? Certamente sì, se non altro proseguire nel solco già tracciato dalla precedente Giunta che si era occupata lungamente del problema orso e lupo tanto da riuscire a normarne cattura e abbattimento. 

L’immobilismo e il silenzio sono cattivi consiglieri!