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Da Paola Demagri

Una crisi annunciata quella del terzo settore che in ambito socio-sanitario ricopre una fetta prestazionale molto importante. Per meglio comprendere le ricadute negative di questa crisi va chiarito cosa si intenda quando parliamo di terzo settore. È un insieme di enti privati che si pongono all’interno del sistema socio-economico e si collocano tra Provincia/Regione/Stato e Mercato e sono orientati alla produzione di beni e servizi di utilitΓ  β€œsociale”. 

Rafforzare o depotenziare  il ruolo del Terzo Settore significa quindi migliorare o peggiorare la nostra societΓ  del domani, poichΓ© queste realtΓ  costituiscono una risorsa fondamentale per dare risposta ai bisogni emergenti delle comunitΓ , sia nel produrre prestazioni che nel creare posti di lavoro. 

Gli enti che afferiscono al terzo settore sono attori di un’economia inclusiva capace di valorizzare le risorse economiche ed umane, capaci di interpretare il nuovo paradigma socio-economico.
E sono proprio le preziose risorse umane ormai diventate merce rara e introvabile a mettere involontariamente in ginocchio le Cooperative sociali che sono costrette a chiudere i battenti. Piano piano vengono sospesi importanti servizi sociali erogati ad una fascia debole della popolazione, fino ad arrivare a chiudere la totale erogazione di attivitΓ . Burocrazia e sostenibilitΓ  economica sono ulteriori difficoltΓ  che gli Enti del Terzo settore devono ogni giorno affrontare.

Oggi in 4 Commissione i rappresentanti delle Cooperative Sociali trentine in forma corale hanno fatto presente la gravitΓ  della situazione che ormai non Γ¨ piΓΉ un annuncio ma si sta purtroppo concretizzando con gravi ripercussioni di tipo sociale.

Cosa fa la Giunta leghista in tutto questo? A mio parere molto poco se non aver creato un palinsesto burocratico chiamato β€œcatalogo” ed un processo di autorizzazione e accreditamento eccessivamente restrittivo .

Se vogliamo che il terzo  settore continui ad essere per il sistema di welfare trentino un’opportunitΓ  sociale in termini di produzione di servizi e allocazione di risorse umane Γ¨ necessario rivedere i requisiti richiesti dal processo di accreditamento. Solo cosΓ¬ sarΓ  possibile valorizzare nuove figure da dedicare al settore continuando ad essere garanti di un sistema efficiente ed efficace.
Anche l’offerta formativa va rivista rendendola appetibile e realizzabile in tempi brevi accompagnata da una campagna promozionale seria ed insistente. 

Sul tavolo ho messo la proposta di investire nel Progetto del Servizio Civile (SCUP) quale formula interessante per avvicinare i giovani al mondo socio-sanitario utilizzando l’anno del Servizio come periodo formativo al termine del quale il giovane possa ottenere una certificazione di abilitazione ed essere cosΓ¬ pronto per una definitiva assunzione presso la Cooperativa di interesse.

Un’idea c’è, il realizzarla passerΓ  dalle volontΓ  di un Assessorato poco incline ad accettare proposte di un Consigliere di minoranza.